1868 L’ITALIANO CHE FECE LA RIVOLUZIONE A CUBA

20060729 13:57:00 webmaster

CARACAS /La voce d’ItaliaEminotizie – "Fra i centomila cubani che hanno ricordato un nuovo anniversario dell’assalto alla caserma Moncada (il 26 luglio 1953) c’era anche un vecchio partigiano veneto: Gino Donè, l’unico europeo che quasi tre anni dopo si sarebbe imbarcato nel battello Granma insieme a 82 "barbudos" guidati da Fidel Castro e da Ernesto "Che" Guevara. La partecipazione dell’ottantaduenne Gino è stata messa in rilievo dalla stampa locale, nell’ambito del clima di festa e delle iniziative promosse dall’Avana in vista del compleanno di Castro, che il 13 agosto spegnerà 80 candeline". La straordinaria storia di Gino Donè ex partigiano italiano emigrato prima in Canada, dunque a Cuba e infine negli Usa per tornare poi in quel Veneto da cui era partito nel ‘49 è raccontata dalla Voce d’Italia, quotidiano edito a Caracas e diretto da Mauro Bafile.

"Nel ricordare il suo passato da "guerrigliero contro il nazifascismo europeo", l’agenzia Prensa Latina segnala per esempio che "el italiano, allegro e gioviale" è presenta già da qualche giorno nella città di Bayamo, dove si è svolto l’atto principale della commemorazione della Moncada, che finì in un fallimento ma segnò comunque il primo passo della vittoria della Rivoluzione nel 1959.
"A Bayamo, Donè ha avuto modo di ritrovare i suoi compagni di lotta", aggiunge Prensa Latina, ricordando che l’ex partigiano giunse a Cuba clandestino su una nave nei primi anni ’50, lasciandosi dietro il dopoguerra italiano. In realtà, il percorso di vita di Donè Paro (così viene ricordato nei testi di storia di Cuba, con l’aggiunta del cognome della madre) è stato più tortuoso e per certi aspetti misterioso. A Cuba arrivò dal Canada, dove era emigrato nel 1949 come molti altri connazionali per cercare fortuna. Nell’isola, Donè fece molti mestieri, sposò una cubana di Trinidad finché, anni dopo, "s’imbarcò nella spedizione "libertadora" che Castro organizzò in Messico nel 1956" e che significò l’inizio della guerriglia nell’isola. Fu sua moglie a metterlo in contatto con il movimento rivoluzionario guidato da Fidel Castro.
Le sue competenze militari formate durante la lotta partigiana nella pianura veneta risultarono molto utili ai guerriglieri cubani. Nato nel 1924 a Monastier, in provincia di Treviso, Donè non ha più la nazionalità italiana, e dal 1960 è residente negli Stati Uniti.
Ormai da tempo, è l’unico straniero ancora vivo dei quattro che s’imbarcarono sul Granma: gli altri tre erano il domenicano Ramon Mejias, il messicano Alfonso Guillen e un argentino, Ernesto "Che" Guevara.
Della sua vita dopo quegli storici eventi non ha mai voluto parlare, e pur se sollecitato varie volte, non ha rilasciato interviste a testate che non fossero quelle cubane. In Italia la sua storia è stata "scoperta" alla metà degli anni novanta da un giornalista dell’Unità, Gianfranco Ginestri, che rintracciò Donè negli Usa, dove aveva scelto di vivere sposandosi una seconda volta. Recentemente, l’ex partigiano ha fatto rientro in Italia e attualmente risiede con la famiglia della sorella in un paese della provincia di Venezia".

 

 

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