1875 Goffredo Morgia intervista il Senatore della circoscrizione Estero Claudio Micheloni (Ulivo)

20060803 14:40:00 webmaster

“I parlamentari eletti all’estero prendano la decisione di lasciare il Cgie”

ROMA – Da molti anni ormai la voce dei nostri connazionali nel mondo è affidata, quasi in via esclusiva, all’informazione giornalistica dei media specializzati e agli organi consultivi, come i Comites, il Cgie e le Consulte per l’emigrazione, che lavorano in sinergia con i consolati, lo Stato e le regioni. Due livelli comunicativi diversi, di massa ed istituzionali, che hanno sempre marciato in parallelo. Negli ultimi mesi però, con l’elezione dei parlamentari della circoscrizione Estero, le cose sembrano cambiate.

Se da una parte infatti i rapporti con le istituzioni italiane hanno avuto sicuro giovamento dal peso politico degli eletti all’estero, aprendo nuove possibilità operative anche per gli organi consultivi degli italiani nel mondo, dall’altra non si è ancora registrato in Italia l’atteso salto qualitativo dell’informazione da e per le nostre comunità. Un flusso comunicativo, quello offerto in questo contesto dai media italiani, che, fatte salve le polemiche post elettorali e gli sporadici approfondimenti usciti su alcuni giornali, permane tuttora scarso, impreciso e lacunoso. Una carenza informativa che non viene sicuramente favorita dal difficile momento di Rai International. Il canale internazionale della Rai deve infatti fronteggiare sia la crisi interna, causata dall’ennesima sfiducia del Direttore della testata Massimo Magliaro da parte del comitato di redazione, sia la crescente concorrenza delle altre emittenti europee che possono contare su ingenti finanziamenti Al fine di capire dove sta andando l’informazione televisiva per gli italiani all’estero, abbiamo rivolto alcune domande al Senatore della ripartizione Europa e Consigliere del Cgie Claudio Micheloni (Ulivo).

La conferenza programmatica sull’attività di Rai International svoltasi di recente alla Farnesina ha evidenziato i limiti e le grandi potenzialità inespresse di questo importante mezzo di comunicazione.Come si potrà rilanciare il canale internazionale della Rai?

Per impegni al Senato io non ho potuto partecipare a questo importante appuntamento, ma credo che Rai International debba rendersi conto di avere due missioni distinte che non possono essere confuse. Se da una parte infatti vi è la promozione, dal punto di vista culturale e commerciale, del “Sistema Italia” nel mondo, dall’altra Rai International è invece chiamata a rispondere ai bisogni informativi delle comunità italiane all’estero. Due missioni diverse che necessitano di impianti editoriali distinti e di un altro tipo di politica. Una parte dei problemi di Rai International deriva proprio dalla confusione fra queste missioni.

Ma oltre alla razionalizzazione del quadro editoriale di Rai International, quali iniziative dovranno essere intraprese per migliorare la proiezione comunicativa verso l’estero del nostro

Paese?

Anche la Rai, vista la mancata diffusione nei paesi europei del segnale di Rai International, dovrebbe adoperarsi, al di là del ruolo svolto sul territorio nazionale, per la promozione in Europa del “Sistema Italia”. Un’attività a sostegno degli interessi del nostro Paese che andrebbe portata avanti, al fine di favorire la penetrazione dell’Italia in Europa, attraverso una specifica programmazione e riflessione. La Rai dovrebbe inoltre promuovere sia un’adeguata attività informativa per i connazionali che vivono in Europa, sia una fattiva informazione di ritorno che faccia conoscere agli italiani in patria la realtà delle nostre comunità all’estero. Un aspetto, quest’ultimo, che sarebbe estremamente importante per la coesione sociale, nonché per la conoscenza e la comprensione degli italiani nel mondo. Se la Rai riuscirà a intraprendere questa missione renderà un grande servizio alla nazione.

Dopo la pausa, dovuta ai ricorsi sulle nomine dei consiglieri di scelta governativa, il Cgie tornerà a riunirsi in assemblea plenaria nel mese di settembre. Quali le priorità vi sono all’orizzonte e come immagina il futuro di questo fondamentale organo di rappresentanza?

Il Consiglio Generale, dopo un’accurata azione riformatrice, dovrà trasformarsi in un organo di sostegno, verifica e controllo dell’operato dei parlamentari eletti all’estero. Il Cgie, per far fronte a

questi nuovi impegni, avrà dunque bisogno di un complessivo rafforzamento e di mezzi operativi più efficaci. Una profonda riforma che andrà discussa in un aperto dibattito. Credo inoltre che i parlamentari della circoscrizione Estero membri del Cgie debbano decidere di lasciare questo organo consultivo. Se non vi saranno decisioni collegiali in tal senso, io presenterò le mie dimissioni dal Consiglio Generale in maniera da garantire la piena autonomia del Cgie. In questo modo potrò mettermi al servizio dello stesso Consiglio Generale, sostenendo in maniera trasversale le sue proposte, richieste ed attività.

(Goffredo Morgia – InformEminotizie)

 

 

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