1870 Per gli immigrati, ricongiungimenti familiari più facili. Dopo 5 anni lo status di “soggiornanti di

20060729 14:25:00 webmaster

Amato: “Presto un ddl per la cittadinanza dopo 5 anni”. Poi toccherà alla legge Bossi Fini: “La cambieremo”

ROMA – Il Governo preparerà “al più presto”un disegno di legge che permetterà agli stranieri residenti di ottenere la cittadinanza italiana dopo solo 5 anni anziché 10. “Per determinare il radicamento e la volontà di restare in Italia, su cui si può costruire la cittadinanza degli immigrati e dei loro bambini che frequentano la nostra scuola” ha dichiarato il Ministro dell’Interno Giuliano Amato al termine del Consiglio dei Ministri di oggi (28 luglio).

E gli immigrati che otterranno la cittadinanza italiana avranno – ha puntualizzato il titolare del Viminale – ovviamente anche diritto di voto, come qualsiasi altro cittadino italiano. E la legge Bossi Fini? Vi saranno “modifiche”, parola di Ministro. Ma non subito. Prima viene la nuova legge sulla cittadinanza. E prima ancora i decreti correttivi e attuativi delle norme comunitarie. E difatti, il Consiglio dei Ministri, su proposta di Amato e del Ministro per le Politiche Europee Emma Bonino ha recepito una direttiva comunitaria sul soggiorno lungo, che di fatto getta le basi anche per il provvedimento sulla cittadinanza. Una “piattaforma e premessa alle future norme sulla cittadinanza, alle quali pensiamo di arrivare al più presto” ha ribadito Amato
Dalla seduta di Palazzo Chigi è uscito un decreto sui “soggiornanti di lungo periodo” che riduce da sei a cinque anni il periodo che gli extracomunitari dovranno trascorrere in Italia per raggiungere tale status. Si legge testualmente nel comunicato della Presidenza del Consiglio che questo “schema di decreto concerne i cittadini di Paesi terzi che, soggiornando regolarmente da almeno cinque anni in Italia, acquistano a determinate condizioni uno status giuridico particolare, con ulteriori diritti rispetto agli altri extracomunitari con regolare permesso di soggiorno”. I soggiornanti di lungo periodo avranno gli stessi diritti dei cittadini italiani, in particolare per ciò che riguarda le attività lavorative e la libertà di movimento. Restano escluse attività che comportino l’esercizio di pubblici poteri. Sono subordinate all’effettiva residenza dello straniero in Italia le prestazioni di assistenza e previdenza sociale e quelle legate a erogazioni in materia sanitaria, scolastica e sociale. Oltre alla residenza in Italia di cinque anno altro requisito necessario è il possesso di un reddito minimo non inferiore all’assegno sociale annuo. I soggiornanti di lungo periodo otterranno un permesso di soggiorno a tempo indeterminato entro 90 giorni dalla richiesta. Esclusi dal riconoscimento gli stranieri pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica. L’assenza dal territorio italiano per più di 6 mesi consecutivi o per 10 mesi nei 5 anni impedirà la maturazione del periodo utile al riconoscimento, a meno che si siano assolti obblighi militari o ci siano state gravi e documentati motivi. Revoca del permesso in caso di acquisto fraudolento, espulsione, sopravvenuta pericolosità per l’ordine e la sicurezza pubblica, assenza dal territorio dell’Unione per un periodo di 12 mesi consecutivi.
Il Governo ha preso anche un’altra decisione. Essa riguarda i ricongiungimenti familiari. E anche in tal caso viene recepita una direttiva comunitaria del 2003. Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto, sempre su proposta di Amato e Bonino, con il quale “si apportano le necessarie integrazioni al testo unico sull’immigrazione nella parte relativa ai ricongiungimenti familiari, il cui diritto viene esteso anche ai rifugiati”. Per gli immigrati regolari sarà più facile far venire in Italia i propri figli ed i propri genitori. “Nella disciplina attuale – ha detto Amato – i figli minori per poter venire in Italia dovevano essere a carico e l’immigrato doveva darne prova. da oggi per il ricongiungimento basterà essere figlio”. Non solo. “Nella disciplina attuale – ha aggiunto il Ministro dell’Interno – per far venire il padre, l’immigrato deve dimostrare che il genitore non ha altri figli. Da oggi il genitore potrà venire in Italia se l’immigrato dimostrerà che nel suo Paese il genitore non ha altri mezzi per vivere”. Il decreto inoltre facilita l’arrivo dei nonni dei minori a carico del genitore immigrato in Italia e quello di familiari che possono prendersi cura dei congiunti in Italia malati o disabili. Secondo il Ministro Emma Bonino “l’attuazione della direttiva sul diritto di ricongiungimento familiare rappresenta un grande passo avanti verso l’unificazione delle regole sull’immigrazione a livello europeo”.
E, infine, con il decreto sono rese meno rigide le norme per l’assegnazione di alloggi per gli immigrati. Rimane l’obbligo di un alloggio adeguato. “Ma – ha spiegato Amato – non sarà obbligatorio il metraggio della legge regionale. Sarà sufficiente una dichiarazione di abitabilità della Azienda sanitaria locale, sulla base di ragioni igieniche”.
I decreti dovranno ora passare al vaglio delle Commissioni parlamentari.

 

 

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