1912 Migranti nel canale di Sicilia: nuovo naufragio. Ora sono 60 i dispersi

20060821 13:49:00 webmaster

C’era anche un bancario marocchino di 24 anni, che ha approfittato delle ferie estive per lasciare il suo paese e tentare la fortuna in Italia, tra i morti nel naufragio di venerdì notte. E tra i superstiti un palestinese che non riesce a rassegnarsi alla morte dell’amico più caro: lo ha visto sparire tra le onde. Così come un clandestino caduto in mare e, dicono i naufraghi, divorato da un pescecane. E c’è la piccola Juliette, sudanese di appena un anno, sbarcata a Lampedusa dopo un lungo viaggio con i genitori. Sono alcune delle storie raccontate dagli immigrati sopravvissuti al naufragio della notte scorsa a largo di Lampedusa e da quelli arrivati sull’isola la notte scorsa in due distinti sbarchi.

Dei 40 dispersi in mare dall’altra notte nessuno è stato trovato ancora in vita mentre una decina di morti sono stati individuati da un aereo Atlantic dell’aeronautica militare. E altri cadaveri galleggianti sono stati avvistati a tre miglia dalla costa, vittime di un’altro naufragio. Ancora una volta è stato un peschereccio a dare l’allarme, una barca di pescatori di Mazzara del Vallo – il "Cleos" – che domenica nel primo pomeriggio di domenica ha dato l’allarme dopo aver scorto degli uomini aggrappati a pezzi di legno, in mare. Sono dieci quelli che sono stati recuperati vivi, anche se mezzi morti per le tante ore passate in acqua, forse addirittura dodici ore. Ma erano in 30, all’inizio del viaggio, hanno raccontato i superstiti. Le motovedette della Capitaneria di Porto hanno così iniziato a pattugliare anche quel tratto di mare alla ricerca dei dispersi. Sessanta uomini da cercare nel Canale di Sicilia. O sessanta corpi.

Perché dei 40 immigrati del barcone naufragato l’altra notte a largo di Lampedusa ancora nessuno è stato trovato. E intanto nuovi sbarchi vengono segnalati, questa volta a Marettimo, isola delle Egadi finora rimasta fuori dalle rotte del traffico di migranti. Un’imbarcazione di circa 8 metri, in legno, con 11 clandestini a bordo, è stata intercettata a 5 miglia ovest dall’isola di Marettimo. I clandestini sono stati raggiunti dalla Guardia costiera e trainati verso il porto di Trapani. Il nuovo barcone, che ha seguito una rotta più a nord rispetto a quelle consuete percorse dagli immigrati, sarebbe partita dalla Tunisia.

Un’altra imbarcazione con una trentina di immigrati a bordo è stata avvistata domenica mattina a 20 miglia da Lampedusa.

Ieri sera attorno alle 21 un’altra trentina di immigrati ha attraccato a cala Pulcino su un gommone verde, sull’isola di Lampedusa, riuscendo a passare il cordone di navi e elicotteri impegnati nei soccorso per il naufragio dell’imbarcazione colata a picco l’altra notte a nove miglia dalla costa.

Intanto sulla vicenda del primo naufragio, la Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta per disastro colposo. Gli immigrati sopravvissuti, interrogati dalla polizia nel Cpt, hanno raccontato che tra il barcone e la nave della Marina militare intervenuta a soccorrerli, dopo la segnalazione della loro presenza venuta da un peschereccio, ci sarebbe stato un urto e che i clandestini, presi dal panico, si sarebbero spostati tutti su un lato della «carretta del mare» che si sarebbe rovesciata. Alcuni sarebbero rimasti schiacciati, altri sarebbero annegati. Tra i morti ci sarebbero anche una decina di minori. I magistrati agrigentini hanno già esaminato le foto della nave militare.

 

 

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