1905 Elias Khouri: «Crimini contro il Libano, il mondo non chiuda gli occhi»

20060803 21:55:00 webmaster

Umberto De Giovannangeli (da l’Unità)

Le sue riflessioni sono intrise da amarezza, rabbia, indignazione. Le sue parole sono un lucido, appassionato, argomentato atto d´accusa nei confronti di Israele ma, ancor di più, degli Stati Uniti: «Israele continua a sostenere che tre settimane di guerra hanno colpito pesantemente Hezbollah, La verità è l´esatto opposto. Oggi, molto più che all´inizio della guerra, il futuro del Libano non potrà essere definito senza il contributo decisivo di Hezbollah. Israele e Stati Uniti sostengono che la guerra in Libano deve servire da monito per l´Iran. Il risultato raggiunto è opposto:

oggi, molto più di tre settimane fa, l´Iran sta uscendo rafforzato da questo conflitto. E tutto questo avviene sulle macerie del mio Paese». A denunciarlo è Elias Khouri, tra i più affermati scrittori libanesi. «La mia sensazione – afferma lo scrittore – è che Israele e Stati Uniti puntino a una nuova guerra civile in Libano con la speranza che questa guerra civile possa mettere a terra definitivamente Hezbollah. È una follia che può portare alla disintegrazione del Libano».

Israele ha intensificato l´offensiva militare in Libano. Il nostro obiettivo, ripetono le autorità dello Stato ebraico, è di neutralizzare Hezbollah.
«Stanno facendo del Libano terra terra bruciata e la chiamano pace. Dicono di voler limitare le loro operazioni di distruzione al Sud Libano ma se davvero vogliono "neutralizzare" Hezbollah devono raggiungere Beirut e dunque ventiquattro anni dopo si sta riproponendo il devastante scenario dell´Operazione "Pace in Galilea". Anche allora gli israeliani sostenevano che era loro intenzione limitare nel tempo e nella profondità l´invasione del Libano. Sappiamo come è finita. Dicono di voler mettere in ginocchio Hezbollah, ma ora, molto più di tre settimane fa, il futuro del mio Paese non potrà definirsi senza il contributo decisivo di Hezbollah. Ma Israele non si sarebbe spinto sulla strada della guerra totale se non avesse avuto il via libera e il sostegno attivo degli Stati Uniti. Il Libano dopo l´Iraq. Il Medio Oriente sta pagando un prezzo insopportabile alla scellerata politica statunitense. Non sono dei neocon sono dei "neofolli"».

Un atto di accusa molto pesante.
«Pesante? Pesante è ciò che il popolo libanese sta subendo. Pesante, fino all´insopportabilità, è la condizione di quasi un milione di persone costrette ad abbandonare villaggi e case bombardati da Israele. Insopportabile è sostenere lo sguardo dei bambini segnati per sempre dall´orrore a cui hanno dovuto assistere, di cui sono state vittime incolpevoli. La verità, la tragica verità, è che gli Stati Uniti, stanno avallando la distruzione del Libano. Qualunque altro Stato che invadesse un altro Stato sovrano, qualunque altro Stato il cui esercito avesse commesso un crimine contro l´umanità come è stato il massacro di Cana, avrebbe scatenato la reazione del mondo libero, democratico. Israele no. Israele si muove come se avesse ottenuto dal mondo la licenza di uccidere, in spregio al diritto e alla legalità internazionali. Israele può permettersi impunemente di violare la Convenzione di Ginevra. Israele dice di voler combattere il terrorismo di Hezbollah ma chi contrasterà il suo terrorismo di Stato?».

Eppure gli Usa continuano a considerare il premier libanese Fuad Siniora un interlocutore credibile.
«Chiacchiere, fumo negli occhi di chi pensa di poter mascherare la realtà. E la realtà è che stiamo assistendo, e noi libanesi ne stiamo pagando il prezzo, al fallimento della politica americana. Prima hanno sostenuto, in funzione anti-siriana, Siniora salvo poi abbandonarlo per favorire i piani di guerra di Israele».

L´intervento di Siniora alla Conferenza di Roma per il Libano ha rappresentato uno dei momenti più significativi e toccanti di quel summit.
«Siniora è stato molto efficace nel denunciare in quella sede la tragedia di un popolo costretto a subire una guerra d´aggressione da parte di uno degli eserciti più potenti al mondo. In quella sede ha chiesto, usando le parole e i toni giusti, al mondo di non chiudere gli occhi davanti ai crimini che Israele sta commettendo in Libano. Siniora ha invocato con dignità un intervento della comunità internazionale per fermare la mano di Israele. Ma c´è una cosa che il primo ministro non ha fatto, c´è un ordine che avrebbe dovuto dare e che non ha dato…».

Di quale ordine si tratta?
«L´ordine ai soldati libanesi di difendere il Paese, di non delegare ai miliziani di Hezbollah il compito di sbarrare la strada all´armata israeliana. In questo modo non ha fatto altro che far assurgere agli occhi di tutti i libanesi, anche di chi come me non ha mai lesinato critiche a Hezbollah, i guerriglieri di Hassan Nasrallah come i paladini di una resistenza non islamica ma nazionale».

A scatenare l´offensiva israeliana è stata l´azione militare condotta a freddo da Hezbollah con il rapimento di due soldati israeliani.
«I piani di attacco contro il Libano erano pronti da tempo ed erano funzionali a trasformare il Libano in un secondo Iraq. Spetta a noi libanesi discutere sulla forzatura di Hezbollah come del disarmo delle sue milizie. Ma oggi non è tempo di dividerci. Oggi è il tempo dell´unità per tutti i libanesi. Perchè oggi in pericolo è l´esistenza stessa del Libano come Stato sovrano. Di fronte alla guerra totale scatenata da Israele, non c´è differenza tra cristiani, drusi, sunniti, sciiti. Oggi siamo prima di ogni altra cosa libanesi».

Cosa si sente di chiedere all´Europa?
«Di non farsi complice della distruzione del Libano. Di non attendere altre stragi di innocenti come quella perpetrata da Israele a Cana per agire contro chi in Libano si sta rendendo responsabile di un crimine contro l´umanità».

 

 

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