1894 LIBANO, URI AVNERY: IL RISULTATO

20060803 15:37:00 webmaster

[Dal quotidiano "Il manifesto" del 29 luglio 2006. Uri Avnery e’ nato ad Hannover nel 1924, ed e’ emigrato in Palestina all’avvento del nazismo; gia’ militante dell’Haganah e combattente nella guerra del 1948; piu’ volte parlamentare, giornalista, impegnato nell’opposizione democratica e nel dialogo col popolo palestinese; e’ tra le voci più vive del movimento
pacifista israeliano. Opere di Uri Avnery: Israele senza sionisti, Laterza, Bari 1970; Mio fratello, il nemico, Diffusioni 84, Milano 1988]

"Sembra che Nasrallah sia sopravvissuto", hanno annunciato i giornali israeliani, dopo che 23 tonnellate di bombe sono state scaricate nel sito di Beirut dove si riteneva fosse il bunker del leader hezbollah. Alcune ore dopo il bombardamento, Nasrallah rilasciava un’intervista ad al-Jazeera.

Ma i nostri ministri hanno deciso che questo e’ l’obiettivo. Non che ci sia gran novita’ in questo: diversi governi israeliani hanno usato questa tattica di uccidere leaders di gruppi avversari. Il nostro esercito ha gia’ ucciso, fra gli altri, il leader hezballah Abbas Mussawi, il numero due dell’Olp Abu Jihad, come anche Sheikh Ahmad Yassin ed altri capi di Hamas.
Quasi tutti i palestinesi, e non soltanto loro, sono convinti che persino
Yasser Arafat sia stato assassinato.
E i risultati? Il posto di Mussawi e’ stato preso da Nasrallah, ben piu’
abile. Lo sceicco Yassin e’ stato sostituito da leaders ben piu’ radicali.
Al posto di Arafat ora abbiamo Hamas.
Come per altre questioni politiche, una mentalita’ triviale governa questi
ragionamenti.
E’ vero che siamo una democrazia. L’esercito e’ interamente soggetto
all’estabilishment civile. Secondo la legge, il primo ministro e’ il
comandante supremo dell’esercito (che in Israele include marina ed
aviazione). Ma in pratica ultimamente e’ il piu’ alto militare in grado a
decidere di qualsiasi questione militare o politica. Quando il generale Dan
Halutz dice ai ministri che il comando militare ha deciso questa o quella
operazione, non ci sono ministri che osino opporsi. Tantomeno i ministri
laburisti.
Ehud Olmert si presenta come l’erede di Churchill ("lacrime, sudore e
sangue"). Il che e’ abbastanza patetico. Poi ecco Amir Peretz che gonfia il
petto e strilla minacce in tutte le direzioni: il che, se possibile, e’
ancora piu’ patetico.
*
Non e’ piu’ un segreto che questa guerra e’ stata pianificata a lungo. I
corrispondenti militari hanno dichiarato orgogliosi questa settimana che
l’esercito si e’ preparato per questa guerra per anni nei minimi dettagli,
mentre i politici e i generali proclamavano che "mai piu’ entreremo nel
pantano libanese, mai piu’ invieremo forze terrestri laggiu’". Adesso ci
siamo, nel pantano, e ingenti forze terrestri operano laggiu’.
Anche sul lato opposto di sono preparati per anni a questa guerra. Non
soltanto si ammassavano migliaia di missili, ma hanno anche messo a punto un
elaborato sistema di bunkers, tunnel e caverne alla maniera vietnamita.
Adesso i nostri soldati si scontrano contro questo sitema e ne pagano l’alto
prezzo. Come al solito, il nostro esercito ha trattato gli arabi con
sufficienza sottovalutandone le capacita’ militari.
E’ uno dei problemi della mentalita’ militare. Non sbagliava chi diceva che
"la guerra e’ un affare troppo serio per lasciarlo nelle amni dei generali".
La mentalita’ dei generali, per professione ed educazione, e’ per sua natura
orientata alla forza, semplicistica, unidimensionale, per non dire triviale.
Si basa sulla convinzione che i problemi si possano risolvere con la forza.
E se non funziona, con piu’ forza.
Tutto cio’ e’ ben illustrato da come e’ stata pianificata e condotta questa
guerra. Si sono basati sull’assunto che se noi imponiamo sofferenze
terribili alla popolazione libanese, questa insorgera’ chiedendo
l’espulsione di Hezbollah. Una cognizione minima della psicologia di massa
suggerirebbe il contrario. L’uccisione di centinaia di civili libanesi,
appartenenti a tutte le comunita’ etnico-religiose, l’aver fatto della vita
altrui un inferno, la distruzione delle infrastrutture civili libanesi,
sollevera’ tempeste di furia ed odio, ma contro Israele, non certo contro
gli eroi, come vengono visti, che sacrificano le loro vite in difesa del
paese.
Il risultato sara’ il rafforzamento di Hezbollah, non soltanto oggi, ma per
gli anni a venire. Forse sara’ il principale risultato di questa guerra,
piu’ importante di qualsiasi vittoria militare, se ve ne saranno. E non
soltanto in Libano, ma in tutto il mondo arabo e musulmano.
Di fronte agli orrori mostrati in tv e tramite internet, anche l’opinione
pubblica sta cambiando. Cio’ che veniva visto come l’inizio di una risposta
giustificata dalla cattura di due soldati adesso sembra l’azione barbarica
di una macchina da guerra fra le piu’ brutali.
Migliaia di mailing lists hanno messo in circolo una orribile serie di foto
di bambini mutilati. In coda, una macabra foto: allegri bimbetti israeliani
che scrivono "saluti" sui missili in procinto di essere lanciati. Poi
compare un messaggio: "grazie ai bambini israeliani per questo bel regalo; e
grazie al mondo, che non fa niente. Firmato: i bambini di Libano e
Palestina".
*
In generale, quando sono gli ufficiali di un esercito a determinare la
politica di un paese, seri problemi morali insorgono.
In guerra, un comandante e’ obbligato a prendere dure decisioni. Indurisce
il proprio cuore. Come disse il generale Amos Yaron dopo il massacro di
Sabra e Chatila: "I nostri sensi sono stati intorpiditi". Anni di
occupazione militare nei Territori palestinesi hanno causato un estremo
intorpidimento nei confronti delle vite umane. L’uccisione di dieci o venti
palestinesi al giorno, e fra questi donne e bambini, come accade in questi
giorni a Gaza, non scuote nessuno. Non fa neanche notizia. Gradualmente, non
si sentono piu’ neanche le espressioni piu’ trite, come ´Ci dispiace… non
volevamo… siamo l’esercito piu’ morale al mondo…", e cosi’ via.
Questo intorpidimento si rivela anche in Libano. Ufficiali dell’aviazione,
sereni e tranquilli, siedono di fronte alle cineprese e parlano di "gruppi
di bersagli" come se non si trattasse neanche piu’ di esseri viventi.
Ultimamente, la parola piu’ in voga fra i generali e’ "polverizzare": li
stiamo polverizzando, i palazzi vengono polverizzati, la gente viene
polverizzata.
Persino il lancio di missili contro le nostre citta’ non giustifica questa
ignoranza di qualsiasi considerazione morale nel combattere una guerra. ci
sarebbero stati altri modi di rispondere alle provocazioni degli hezbollah,
senza bisogno di "polverizzare" il Libano. L’intorpidimento morale si
trasformera’ in un grave danno politico. Soltanto uno stupido puo’ ignorare
la morale, perche’, alla fine, essa si prendera’ sempre la sua rivincita.
*
E’ persino banale dire che e’ piu’ facile cominciare una guerra che finirla.
Non si sa mai come finira’.
Abbiamo cominciato una guerra di qualche giorno. L’abbiamo resa una guerra
di qualche settimana. Adesso parlano di mesi. Il nostro esercito ha iniziato
con una "azione chirurgica" dell’aviazione, dopodiche’ ha mandato qualche
unita’ in Libano, e adesso ci sono interi battaglioni che combattono la’, ed
i riservisti continuano ad essere chiamati per un’invasione di larga scala
nello stile di quella del 1982. E c’e’ gia’ chi prevede uno sconfinamento
del conflitto verso la Siria.
Finora gli Stati Uniti hanno fatto tutto cio’ che e’ in loro potere per
impedire il cessate il fuoco. Tutto fa pensare che stiano spingendo Israele
verso la Siria, un paese dotato di armi biologiche e testate nucleari.
C’e’ soltanto una cosa certa di questa guerra: non ne verra’ niente di
buono. Se c’erano speranze nel passato che il Libano arrivasse un giorno a
stabilizzarsi, privando hezbollah del proprio pretesto alla
militarizzazione, ecco che adesso abbiamo fornito al "Partito di Dio" [e’ la
traduzione di Hezbollah – ndr] la giustificazione perfetta: Israele
distrugge il Libano e soltanto Hezbollah sta difendendo il paese. E non
importa quanto durera’ ancora questa guerra e con quali risultati: il fatto
che qualche migliaio di guerriglieri hanno tenuto testa all’esercito
israeliano per due settimane restera’ fermamente impresso nella coscienza di
milioni di arabi e musulmani.
Non verra’ mai niente di buono da questa guerra, non per Israele, ne’ per il
Libano, ne’ per la Palestina. E il "nuovo Medio Oriente" che ne verra’ sara’
il peggior posto in cui vivere.

 

 

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