1879 IL RICORDO DI GENNARO CIANCIARELLI (FEABRA) NEL MESSAGGIO DI FRANCO MARCHETTI (CRAM)

20060803 14:58:00 webmaster

ROMA aiseEminotizie – "Non basterebbe scrivere un libro per parlare di Gennaro Vincenzo Cianciarelli, ed anche così non si riuscirebbe a raccontare, a spiegare, la sua vita". Così Franco Marchetti, Presidente della Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Brasile e Consigliere del CRAM Abruzzo, con un messaggio ha voluto ricordare, ad un anno dalla scomparsa, Vincenzo Cianciarelli, nato ad Avezzano nel maggio del 1926, presidente della "FEABRA", revisore dei conti del Comites di San Paolo, nonché autore del libro-rivista "Abruzzesi nel Mondo".

"Lo conobbi a San Paolo nel maggio del ’76 – scrive Marchetti – in uno dei miei primi viaggi in Brasile, ero in compagnia di mio zio Renato Stefanelli, suo compagno d’infanzia. Un altro abruzzese, Italo Pasqualoni, lo informò della presenza di mio zio e lui viaggiò una notte intera per tornare a San Paolo. Arrivò all’alba e venne nell’albergo dove eravamo ospitati, mi svegliò che non erano ancora le 5 qualificandosi tale "fra Cazio da Velletri".
Quando ci incontrammo, sentendomi parlare un po’ in dialetto mi guardò e con le lacrime che gli scendevano copiosamente mi chiese: "ma vu’, aj’Abruzze, che ve magnete?" Da questo fatterello si può capire un po’ quale erano i sentimenti di Gennarino, sempre disponibile e vero Abruzzese doc. Dotato di una cultura incredibile, gli si poteva chiedere di tutto, aveva sempre una risposta pronta. Si trovava a proprio agio con tutti, sia negli ambienti più umili e poveri che in quelli più sofisticati. Grande oratore, affascinava con i suoi racconti".
"Grande conoscitore dell’Abruzzo: luoghi, storia, tradizioni, ricorrenze, sagre", ma "conosceva molto bene anche il Brasile, che amava e rispettava quale seconda Patria. Lo aveva visitato quasi tutto conoscendo i luoghi più nascosti e le varie tradizioni".
"Sempre disponibile: bastava una telefonata e lui sempre pronto per accompagnarti ed aiutarti a risolvere i problemi; era il riferimento degli Abruzzesi in Brasile, emigranti e non. Non amava frequentare la Chiesa ma quando bisognava rimboccarsi le maniche era il primo. Per un lungo periodo diede man forza ad un missionario abruzzese, Padre Romolo Mariani, in una favela di Porto Alegre. Si mise a disposizione di una suora francescana, Madre Valeria, aiutandola nella costruzione di un ospedale a San Bernardo do Campo".
"Viveva per la FEABRA la sua Federazione. La manteneva attiva ed era sempre pronto ad organizzare ed a partecipare ad incontri con le varie Associazioni, mantenendo vivi i rapporti con la Regione dove era conosciuto ed amato". "Sono stato chiamato a sostituirlo, compito non facile e di grande responsabilità, non ho esperienza alcuna ma non ho timore perché so che lui continuerà sempre ad essere al mio fianco sostenendomi e consigliandomi in ogni momento".

 

 

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