1963 VISITA ALLE COMUNITÀ ITALIANE DELL’AMERICA LATINA

20060901 11:15:00 webmaster

ROMA (Migranti-press/EMINOTIZIE) –
Si concluderà il prossimo 1 settembre il viaggio che don Domenico Locatelli, direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale degli Italiani nel Mondo, sta compiendo in Sud America per incontrare i sacerdoti che operano a fianco degli italiani, conoscere le loro parrocchie, le istituzioni della Chiesa locale nonché quelle pubbliche italiane.
Il viaggio – accompagnato da Luigi Papais Vice-Presidente dell’UCEMI, l’Unione delle Associazione cattoliche di Emigrazione Italiana – è iniziato da Maracaibo, in Venezuela che conta una significativa collettività italiana. Qui la parrocchia italiana è gestita dai padri rosminiani ed è dedicata a San Francesco, con annessa un collegio scolastico che accoglie 1200 allievi e la casa per gli anziani. Nel corso della visita l’incontro con il Presidente della Conferenza Episcopale Venezuelana, Mons. Ubaldo Santana Quinquera con il quale si è parlato del fenomeno dell’emigrazione, delle iniziative della Fondazione Migrantes della Chiesa Italiana e sulle prospettive della Chiesa venezuelana per rispondere ai bisogni pastorali che i venezuelani emigrati in America o in Europa pongono alle chiese locali.

"Si constata – ci dice don Locatelli – l’avvenuta e felice integrazione della colonia italiana nel tessuto locale anche se c’è la necessità di coinvolgere gli italiani nelle novità del momento presente che non è facile. Un messaggio per un impegno rinnovato e rispondente ai bisogni attuali. Gli italiani si sentono smarriti per la drammatica insicurezza esistente, la loro ansia trova spazio nella preoccupazione della Conferenza Episcopale che individua il pericolo e la sofferenza più grande soprattutto nella divisione del paese dovuta alle scelte politiche". Molti gli incontri anche con gli imprenditori italiani che abitano in questo Paese. Si registra una rilevante preoccupazione per i continui sequestri, un tema molto sentito e che non fa notizia sui media italiani. Si parla, infatti, di 500 atti di "sequestro a riscatto, con cifre da capogiro ed una profonda tristezza perché ci si sente impotenti ed ogni iniziativa di prevenzione sembra inutile".
Altra tappa del viaggio in Venezuela è Guanara, e Valencia che ospita oltre 10.000 italiani; e Maracay, dove ad accogliere la delegazione della Migrantes e dell’Ucemi c’era il vescovo locale, mons. Reinaldo Del Prette, originario della provincia di Salerno. A Maracay anche l’incontro presso la redazione del quotidiano locale "El Aragueno", il cui editore è la famiglia Sindoni, che lo scorso mese di maggio ha avuto un familiare ucciso nel corso di un sequestro per rapina. Un avvenimento che gettò nella costernazione tutta la città di Maracay. Oggi il giornale è diretto dalla nipote che ha raccolto la sfida e l’eredità dello zio.
Ultima tappa venezuelana è la capitale Caracas dove la Missione Cattolica Italiana affidata ai padri scalabriniani, è presente dal 1958: qui nel 1969 la comunità italiana contava circa 90.000 connazionali. Anche qui molta paura per la violenza, furti e rapine. "Incontrare gli italiani che vivono quaggiù- ci dice don Locatelli – non è cosa affatto semplice, ma in ogni caso necessaria. Lo facciamo come Migrantes, nell’intento di raccogliere elementi di valutazione utili alla Chiesa italiana per le sue scelte future in questo settore, lo facciamo inoltre perché tramite noi essi sentano che la Chiesa di partenza non li ha dimenticati. Dare speranza fa parte del dovere dei cristiani ed ancor più della Chiesa. Una Chiesa che è sì universale, ma anche particolare: vive cioè in un determinato territorio, quello venezuelano.
A differenza di altre parti del mondo, come quelle anglo-sassoni dove l’impatto con la lingua locale è alquanto difficile, nell’America Latina è relativamente facile per la gente del posto comprendere e parlare lo spagnolo. L’esigenza di liturgie in lingua italiana è perciò meno avvertita, anche se pregare Dio nella lingua natia è sempre più spontanea e maggiormente confidenziale, quasi fosse più diretta".
A tener viva la fiaccola dell’italianità in questo Paese sono le Associazioni italiane, i Clubs italo-venezuelani, ma ancor più i missionari italiani. Nelle chiese delle Missioni Cattoliche Italiane si prega e si canta in italiano e i missionari sono dei punti di riferimento privilegiati per gli italiani sempre più sfiduciati dall’evolversi della situazione in modo negativo. Ma i missionari non sono al servizio esclusivo degli italiani, aggiunge don Locatelli: essi devono il più delle volte sovrintendere anche al territorio e le loro missioni diventano parrocchie dove si prega in lingua spagnola. I loro collegi, sui quali grava ora l’incognita della limitazione dell’attività preannunciata dalle autorità statali, sono frequentati in buona parte dai venezuelani.
“É risaputo, che le comunità etniche, quella italiana in particolare, sono le più unite tra di loro anche nel vivere le celebrazioni liturgiche, pregare Dio nella lingua materna non è una cosa essenziale, ma agevola certamente la spontaneità della pratica religiosa per quanti sono nati in altre nazioni. La crisi delle vocazioni e la scarsità di clero chiama ora i laici ad una maggiore responsabilità, aprendo una nuova stagione al protagonismo dei laici stessi".
Le altre tappe del viaggio sono state il Brasile, l’Argentina e il Cile: se ne parlerà nei prossimi numeri di "Migranti-press". (R.Iaria/Sir/Migrantes)

 

 

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