1979 CONSIGLIO (CGIE) A RAI INTERNATIONAL: LA PROGRAMMAZIONE È ANCORA DISASTROSA

20060906 11:16:00 webmaster

TORONTO aiseEMINOTIZIE – "Mi chiamo Carlo Consiglio e scrivo da Toronto Canada. Credevo e con me tanti connazionali, che i tempi in cui Telelatino a Pasqua ci faceva vedere programmi in cui venivano fatti gli auguri di Buon Natale e a Natale gli auguri di Buona Pasqua, con l’avvento di Rai International dovessero essere finiti. Neanche per sogno". Inizia così la lettera che Carlo Consiglio, Consigliere del Cgie per il Canada ha inviato nei giorni scorsi alla dirigenza del sempre più contestato canale della Rai sulla cui programmazione giungono critiche da ogni parte del mondo.
Proprio la programmazione ripetitiva e decontestualizzata ha indotto Consiglio ad inviare la sua lettera. "Alcune sere fa e cioè quasi alla fine di agosto – spiega nella sua missiva – il programma di seconda serata "In Tintoria" apriva con un fascio di mimose e per tutta la serata non si faceva altro che annunciare la festa delle donne, con auguri ad ogni donna che appariva. La festa delle donne che si celebra l’8 marzo".

"Da parte della Rai – ricorda il consigliere del Cgie – in ogni occasione non si faceva che dire che il comportamento di TLN era indecente; che i telespettatori non meritavano tale offesa. Cosa è cambiato? Il comportamento di Rai International non è indecente?"
A far sbottare definitivamente il Consiglio-telespettatore è stata la serata del 30 agosto quando "è stato superato ogni limite di decenza: viene trasmesso il programma "Tutto per tutto". È la stessa puntata trasmessa il 29 agosto. È uno schifo!".
"Questa – prosegue la lettera – è purtroppo la considerazione che la Rai ha degli italiani all’estero. L’assoluta noncuranza dei loro diritti e delle loro aspettative. Le pezze da piedi ricevono trattamenti migliori. Non se ne può più perché questi non sono che gli ultimi episodi di una lunga serie. Eppure – argomenta Consiglio – chi lavora per Rai International riceve stipendi altissimi che dovrebbe spingerli a svolgere il proprio lavoro con maggiore serietà e rispetto per coloro per i quali tali lauti stipendi percepiscono".
"Mi auguro – concludeva Consiglio – di ricevere una risposta a questa mia lettera e soprattutto che vengano fatte durante la programmazione le pubbliche scuse agli italiani nel mondo". Risposta che al momento ancora manca e che ha spinto Consiglio non solo a "porre la problematica sulle agenzie di stampa" ma anche a "chiedere ai parlamentari nostri rappresentanti di presentare una interrogazione parlamentare".

 

 

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