2007 Franco Narducci fa il punto sul Cgie

20060908 12:18:00 webmaster

e parla dell’impegno italiano in Libano

Continua la marcia di avvicinamento alla riunione plenaria di ottobre; "La prima preoccupazione sarà quella per i capitoli di spesa per gli italiani all’estero"

ROMA – Le sfide che attendono dopo la pausa estiva i parlamentari eletti all’estero sono numerose e complesse. Se da una parte infatti incombono le difficili decisioni della finanziaria, dall’altra sembra profilarsi all’orizzonte un’ampia stagione di riforme che dovrà riguardare in primo luogo il futuro del Cgie.

Un organo di rappresentanza che rischia paradossalmente di soccombere a causa della conquista del pieno esercizio di voto all’estero. Per evitare questa prospettiva il Consiglio Generale dovrà dunque evolvere e soprattutto riprendere a lavorare a pieno regime. Un obiettivo, quest’ultimo, che per lungo tempo è apparso lontano ma che oggi sembra a portata di mano. “Ho diramato la convocazione per il Comitato di Presidenza del Cgie per i giorni 21 e 22 settembre – ci ha infatti spiegato il deputato della circoscrizione Estero e Segretario Generale del Cgie Franco Narducci -. In quella sede analizzeremo come prima cosa la situazione operativa del Cgie e la pianificazione della prossima Assemblea plenaria che dovrebbe avere luogo il 4 ottobre. Per quanto riguarda la nomina dei 29 consiglieri di scelta governativa, il 15 agosto si è infatti conclusa la procedura entro cui le 150 organizzazioni potenzialmente interessate dovevano manifestare la loro volontà di aderire al Cgie. In questo ambito sono state soddisfatte anche le due questioni sollevate dal Tar, quella dell’informazione pluralista e l’indicazione dei criteri con cui scegliere i candidati. I nominativi dei 29 consiglieri sono già stati sottoposti all’attenzione del Consiglio dei Ministri che dovrà emettere il decreto entro il 15 settembre, perché questi sono i tempi utili per poter convocare l’assemblea per i primi giorni del prossimo mese”.
“La ripresa dei lavori collegiali – ha aggiunto Narducci – è molto importante anche perché discuteremo gli assetti futuri. Sulle eventuali dimissioni dal Cgie dei parlamentari eletti all’estero vi è un dibattito aperto, perché se da una parte ci si rende conto che il Cgie deve avere una sua autonomia rispetto al Parlamento, dall’altra non si può sguarnire il Consiglio Generale. Vi è, ad esempio, anche chi sostiene che la presenza nel Cgie dei parlamentari della circoscrizione Estero ne rafforzi il ruolo. Ma su questo si pronuncerà l’Assemblea”.
La questione appare però forse meno impegnativa del difficile confronto sui capitoli di spesa della imminente finanziaria che riguardano i nostri connazionali nel mondo. “Sul piano della finanziaria – ha affermato Narducci – ci siamo già mossi in luglio indipendentemente dal Cgie, ma anche in quella sede dovremo esprimere un parere. Attendiamo dunque di sapere i contenuti della manovra che al momento nessuno conosce. L’11 settembre vi sarà un seminario sulla finanziaria 2007 con tutti i parlamentari dell’Ulivo. In questo ambito cruciale la nostra prima preoccupazione sarà quella dei capitoli di spesa per gli italiani all’estero”.
Ma nei prossimi mesi, al di là delle realtà direttamente connesse alle questioni degli italiani nel mondo, i parlamentari della circoscrizione Estero dovranno confrontarsi anche con le delicate questioni internazionali che coinvolgono il nostro Paese. Scenari rischiosi e di lunga durata che, per quanto riguarda la crisi libanese dove l’Italia è protagonista di pace, Narducci cerca di analizzare con pragmatismo. “Qui non si tratta di stabilire chi è più bravo o meno bravo – afferma infatti il deputato della Commissione Esteri della Camera – ma di sottolineare l’importanza dell’iniziativa italiana che coincide con il rinnovato protagonismo dell’Unione Europea e rilancia in grande stile il multilateralismo. Tutto questo si inquadra in una condizione che direi cruciale e cioè il fatto che noi, insieme alla Francia ed alla Spagna, viviamo nel Mediterraneo e quindi siamo più interessati alla pace ed al recupero della piena sovranità da parte del Libano. Non sarà facile, ma direi che vi sono le condizioni, completando l’organico così come stabilito, per trasformare l’Unifil in una vera forza di interposizione, capace di creare le condizioni quadro per l’avvio del dialogo. Il nostro Paese ha tutto l’interesse – conclude Narducci – a frenare gli integralisti e ad ampliare questo colloquio basato sulla cultura della convivenza e della pace".(Goffredo Morgia-InformEMINOTIZIE)

 

 

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