20060908 17:55:00 webmaster
di Roberto Bonzio
VENEZIA (Reuters) – L’America come sofferta conquista per una famiglia siciliana che alle spalle si lascia un mondo arcaico che sembra distante secoli. Un percorso drammatico raccontato con immagini d’autore, tra sogni ingenui e inquadrature talvolta stilizzate.
Con "Nuovomondo", scritto e diretto da Emanuele Crialese, in concorso stasera alla 63a Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, l’Italia gioca la sua seconda carta, nella corsa ai Leoni d’Oro che volge al termine, con le premiazioni in programma domani sera.
Ancora un viaggio, dopo la Cina rievocata in "La stella che non c’è" da Gianni Amelio.
Punto di partenza stavolta una Sicilia sprofondata in una disperata arretratezza materiale e culturale. Dove le cartoline con immagini di ortaggi e galline gigantesche, monete che crescono sugli alberi, sparse per spingere oltreoceano generazioni piegate dalla fame, sono l’inizio per un salto nell’ignoto, propiziato da Chiesa e Stato italiano.
Crialese segue la vicenda di una famiglia siciliana, l’incrocio con una donna misteriosa e raffinata, che dal nuovo mondo proviene e che si unirà a loro, il duro viaggio e la lunga quarantena nell’"Isola delle Lacrime", Ellis Island. Una porta verso New York che per alcuni non si aprirà mai. Perchè anche l’orgoglio e la diffidenza degli immigrati meno docili possono essere scambiati per un handicap che non deve contaminare il Nuovomondo, nella convinzione che pure la scarsa intelligenza sia pericolosamente ereditaria.
FILM ISPIRATO DALLE IMMAGINI DI IMMIGRATI
Dopo un successo internazionale con "Respiro" (vincitore della Semaine de la Critique a Cannes nel 2002 e girato a Lampedusa), che dice gli è stato di stimolo per proseguire nel suo lavoro, Crialese, romano formatosi a New York torna nella Sicilia di cui è originario con un racconto "d’autore". Rigoroso nella composizione formale, cui talvolta sacrifica il realismo della narrazione. E il pubblico di addetti ai lavori alle anteprime sembra averlo apprezzato.
"Ho abbandonato i libri di storia e mi sono dedicato alle ‘parole di carta’, così venivano chiamate le lettere che milioni di italiani dettavano a chi era capace di scrivere", ricorda Crialese, che dice di aver pensato al film dopo aver visto le immagini degli sguardi degli immigrati, "non soli italiani, sperduti, storditi" nel museo di Ellis Island, dve ha poi studiato per un anno documenti e procedure applicate nei primi vent’anni del Novecento.
"Volevo trovare in particolare l’uomo che lascia la sua terra per diventare oggetto di una metamorfosi attraverso il viaggio, per trasformarsi da uomo antico a uomo moderno", dice.
Quanto all’idea di girare in dialetto siciliano (con sottotitoli), Crialese rivendica una maggior musicalità dei dialetti in genere, più sanguigni rispetto all’italiano.
E per imparare bene la cadenza delle Madonie, Vincenzo Amato, già interprete di "Respiro" e convincente protagonista di "Nuovomondo" a fianco di Charlotte Gainsbourg, a Venezia con tutto il cast, confessa di aver lavorato mesi con un contadino del posto.
"I contadini di 100 anni fa sono una razza bellissima che non esiste più… , per me sul set essere un contadino era come un titolo nobiliare, dopo il lavoro fatto (per imparare il ruolo) sentivo di meritarmelo", ha detto l’attore.
Crialese ricorda momenti di particolare commozione nel girare a Buenos Aires con comparse, tutte scelte da lui, tra i figli di immigrati italiani in Argentina. Dice di diffidare di "messaggi" da lanciare col film. Ma poi invita ad una riflessione su cosa sia stato per gli italiani abbandonare la propria terra, " di fronte a chi arriva (oggi in Italia): attenzione non sono criminali ma gente disperata che vuole solo lavorare".
(Fonte: Ag. Reuters)
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