2071 Onu. Ferrero: cambia l'atteggiamento dell'Italia sull'immigrazione

20060916 12:50:00 webmaster

Con il nuovo governo, cambia l’atteggiamento dell’Italia nei confronti dell’immigrazione, con la volonta’ di trasformarla in un fenomeno che risulti il piu’ positivo possibile per tutti.
E’ questo, in stretta sintesi, il messaggio che il ministro della Solidarieta’ Sociale Paolo Ferrero porta a Palazzo di Vetro, a New York, dove si e’ aperta ieri la ‘due giorni’ del cosidetto dialogo ad alto livello su migrazioni e sviluppo.

Uno degli obiettivi della riunione consiste proprio nel capire come sfruttare al massimo gli aspetti positivi del fenomeno, minimizzandone appunto quelli negativi.
Puntando sulla cooperazione internazionale e su un ampio coordinamento a livello europeo, l’Italia pensa in particolare ad una serie di incentivi, per facilitare la regolarita’ degli ingressi degli immigrati e la loro regolarizzazione, in modo da offrire loro condizioni umane e per combattere con efficacia l’immigrazione clandestina.
Secondo il governo italiano, l’immigrazione deve infatti rappresentare una risorsa, ovviamente non solo economica, e non una minaccia -viene precisato-, fermo restando che occorre continuare a prendere in considerazione le ovvie questioni di sicurezza.
Presentando la riunione alla stampa, l’ex commissario europeo Peter Sutherland, rappresentante speciale del segretario generale Kofi Annan per le migrazioni, ha detto che la sua speranza e’ che in questa due giorni "si possa creare il foro, la struttura per un dialogo permanente. Considero si tratti dell’inizio di un processo, non della fine: spero raggiungeremo il consenso per andare avanti".
A New York sono presenti numerosi ministri. Per l’Italia accanto al ministro Paolo Ferrero, c’e’ il sottosegretario per la Solidarieta’ sociale Cristina De Luca.
Ferrero prendera’ la parola in plenaria venerdi’ mattina (il pomeriggio in Italia), oggi partecipa a una tavola rotonda informale sul rispetto dei diritti umani dei migranti. In tutto le tavole rotonde sono quattro: oltre a quella sui diritti umani ce ne sara’ una dedicata alle rimesse degli immigrati (valutate in 173 miliardi di dollari nel 2005), una allo sviluppo economico e sociale, una – infine – al partenariato tra i Paesi di emigrazione e quelli di immigrazione.
Il rapporto presentato nel giugno scorso da Annan ha confermato che in maggioranza i movimenti delle popolazioni avvengono verso i Paesi industrializzati. Ben 75 milioni di persone, pero’, si sono spostate tra Paesi in via di sviluppo. Annan ha definito il rapporto "una Road Map per una nuova era di mobilita". Il segretario ha proposto all’Assemblea generale di aiutare i governi a perseguire un approccio integrato a livello nazionale e internazionale incrociando i temi dell’emigrazione e dello sviluppo.
Lo studio Onu riconosce i diritti dei governi a decidere chi puo’ entrare nel loro territori ma incoraggia la cooperazione internazionale per migliorare le condizioni economiche e sociali degli emigranti.
Secondo il rapporto, l’emigrazione offre vantaggi sia per la nazione ospite che per i Paesi di origine. Gli emigranti accettano i lavori meno desiderabili stimolando la domanda e una migliore performance economica. Quanto ai Paesi poveri, nel 2005 hanno beneficiato di rimesse per 173 miliardi di dollari a fronte dei ‘soli’ 58 miliardi di dieci anni prima.

 

 

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