2092 TRIESTE: al via il Corso di Laurea di Scienze e Tecniche dell'Interculturalità

20060920 16:53:00 webmaster

Giovedì 21 settembre 2006 ore 10, aula B, androna Baciocchi, Trieste, ci sarà la presentazione agli studenti del Corso di Laurea di Scienze e Tecniche dell’Interculturalità, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Trieste.

Il Corso è nato a Trieste, nell’anno 1997, quale risposta all’invito della Comunità Europea a costituire Corsi di Laurea per le nuove professioni concernenti i rapporti culturali, economici e sociali tra l’Italia e l’Europa e i Paesi Extracomunitari.

Le materie insegnate nel Corso e presenti in tutti i curricula, sono riferibili ad ambiti disciplinari molto diversi: si passa dalle discipline informatiche e delle telecomunicazioni, alle discipline linguistiche e della comunicazione, dalla Sociologia in tutte le sue varie articolazioni, al Diritto, sia pubblico che privato, dal diritto comunitario a quello del lavoro, dalla tutela dei diritti umani alle relazioni internazionali; tra le materie di carattere artistico ci sono le storie della letteratura, dell’arte, la musica, il cinema, il teatro, il linguaggio radiotelevisivo,

e poi la Storia delle religioni, ma anche l’antropologia culturale, assieme all’economia aziendale, all’economia dello sviluppo, alla cooperazione allo sviluppo, all’ecologia, alle storie, moderne e contemporanee dei vari Paesi.

E poi c’è lo studio delle lingue e delle tradizioni dei diversi popoli, dei loro sistemi politici e delle loro costituzioni.

Si studiano due lingue, una appartenente alle lingue europee tradizionalmente giudicate più importanti, quali l’inglese, il francese, lo spagnolo, il tedesco, e poi una seconda lingua, legata all’area storico-geografico-culturale che si vuole approfondire.

Si tratta di quasi tutte le lingue slave, tra cui russo, sloveno, croato, serbo, bulgaro, e poi rumeno, albanese, neogreco, turco, arabo, ebraico, ungherese, yiddish, la lingua e la cultura Rom, eccetera.

Lo studio delle lingue è accompagnato da quello delle letterature, non intese come studio dei grandi autori o dei grandi movimenti letterari, ma come il prodotto di una interazione tra realtà sociali, culturali, etniche diverse; quindi ad esempio, non Molière, ma la letteratura in lingua francese degli autori algerini che si occupano dei rapporti con la Francia, non Shakespeare, ma la letteratura in lingua inglese degli indiani o dei canadesi, eccetera.

Anche lo studio delle religioni viene valorizzato come documento degli usi e della storia dei vari popoli, e quindi anche come momento di incontro tra le varie culture e non solo come struttura rigida e dogmatica, che radicalizza le singole identità.

Una delle discipline fortemente caratterizzanti il Corso, “inventata” da noi e diventata in questi ultimi anni materia ufficialmente e nazionalmente riconosciuta, è la Pedagogia Interculturale, affidata fin dall’inizio del Corso ad una docente di grande esperienza culturale ed organizzativa, la professoressa Carla Barbarella.
Questa materia rappresenta uno dei punti cardine nell’organizzazione dell’intero Corso di Interculturalità, perché segna in qualche modo la “forma mentis” dei docenti, e degli studenti, in quanto offre una sorta di modello aperto, secondo il quale organizzare le relazioni tra noi e gli altri, in modo da evitare, sia la perdita della propria identità, sia la svalutazione dell’identità altrui.

Infatti se l’Interculturalità è un modo per stabilire relazioni con gli altri, la Pedagogia Interculturale è il processo di formazione, atto a favorire, non solo teoricamente, ma concretamente, il rapporto tra ciascun individuo inserito nella sua collettività e individuo con collettività diverse. Il discorso non vale soltanto per la relazione con i soggetti provenienti da altre realtà, come per esempio gli immigrati o i rappresentanti di Paesi con cui si vogliono stabilire rapporti commerciali o di cooperazione, ma può riguardare anche, all’interno della stessa comunità, i rapporti con soggetti portatori di convinzioni e valori diversi dai nostri.
Accanto all’attività di studio è obbligatorio per gli studenti impegnare parecchie ore negli stages e nei laboratori, i quali hanno peraltro il merito di mettere a contatto gli iscritti con quello che sarà verosimilmente domani il loro posto di lavoro.
Quindi giornali, enti pubblici, imprese commerciali, associazioni impegnate nella cooperazione allo sviluppo e nell’assistenza agli immigrati, attività scolastiche e parascolastiche: tutti gli stages in questi campi vengono opportunamente scelti dagli studenti per loro iniziativa o su consiglio dei docenti, al fine di trarre vantaggio nella loro preparazione, sia per quanto riguarda gli esami, sia soprattutto per quanto riguarda la tesi di laurea e quindi la conoscenza del mondo del lavoro.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI è POSSIBILE CONNETTERSI AL SITO

http://www.units.it/interculturale

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