2090 Migrazioni: Un "bravo!" di cuore al Presidente Napolitano dalla CISL

20060920 16:45:00 webmaster

E bravo il presidente Napolitano! Lo diciamo con la più viva e razionale convinzione dopo aver ascoltato ciò che il Capo dello Stato ha detto ad Assisi, affrontando i temi dell’immigrazione, nella cerimonia finale del ventesimo incontro interreligioso mondiale per la pace. Concetti e parole espresse sono stati infatti di una semplicità e linearità definitiva, come si conviene alle verità che vengono raggiunte a conclusione di lunghi ed onesti percorsi di vita e di seria applicazione, diremmo "professionale", alla materia politica, quando viene gestita nella prospettiva del bene comune collettivo.

Mi auguro – così il Presidente della Repubblica – che la cittadinanza
italiana si possa più facilmente acquisire. Chi la chiede però, si deve
riconoscere nei nostri principi e nelle nostre regole, impegnandosi a
osservare la Costituzione. Nella nostra carta fondamentale infatti vengono
riconosciuti diritti e si stabiliscono precise regole. E chi viene nel
nostro Paese per trovare lavoro non può non tenere conto di tale quadro di
riferimento soprattutto – ha insistito Napoletano – se vuole acquisire la
cittadinanza.
Ma è qui che il Presidente ha aggiunto il peso della "professionalità" di
cui abbiamo fatto cenno con riferimento, appunto, alla legge
Turco-Napolitano – indicando la necessità che le modalità concrete
previste per diventare italiani vengano semplificate e velocizzate nella
direzione intrapresa dal suo attuale successore al Viminale, col disegno
di legge che sta per iniziare il suo iter parlamentare. Direzione di
marcia sulla quale il patronato Inas può aggiungere di suo la
disponibilità della propria idealità ed esperienza. E ciò sia (e con una
legittima punta di passione in più) sul versante del riacquisto della
cittadinanza italiana da parte delle migliaia di nostri oriundi che
premono alle porte dei consolati che, specie in America Latina, soffrono
di carenze strutturali e di deficit endemico di risorse umane; sia sul
versante di quella mediazione socio-culturale esercitata sul fronte
diretto del rapporto umano con i migranti che sola può davvero condurre
per mano quel processo di integrazione dei "nuovi italiani" che è la
chiave di tutta la questione, anche con riferimento allo spinoso tema
islamico e al clamoroso infortunio di cui si è resa ultimamente
protagonista l’Unione delle comunità islamiche in Italia, Ucoii.
Chi, come il Capo dello Stato e, molto più modestamente noi del patronato
sindacale, ha cognizione di causa in queste delicate materie, sa bene che
la gamma degli interventi a tutti i livelli da mettere in azione, è
complessa e intrinsecamente contraddittoria. Ed è dunque abbisognevole di
sensibilità e volontà di armonizzazione cui deve concorrere una pluralità
di soggetti caratterizzati da logiche le più diverse: da quella militare
(il pattugliamento delle coste, per esempio) a quella della protezione
civile e del soccorso immediato; da quelle burocratiche a quelle
assistenziali e religiose; dalle logiche dell’impresa alle dinamiche
dell’educazione e formazione delle seconde generazioni.
Ma la sfida del nostro secolo è questa. Ed è una sfida sulla quale noi
dell’Inas non vogliamo mancare di misurarci.

 

 

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