2102 Pallaro a Tribuna Italiana: “Sto facendo quello che avevo detto durante la campagna elettorale”

20060920 18:07:00 webmaster

BUENOS AIRES – “Le elezioni sono passate e ci sono stati vincitori e vinti. Nella misura che qualcuno che è stato sconfitto si mette di traverso a screditare le persone elette che hanno sempre lavorato per la collettività, danneggia tutta la comunità. Dovrebbero avere l’intelligenza di capire che se lavoriamo tutti insieme, se collaboriamo fra tutti, abbiamo maggiori possibilità di ottenere quel che ci siamo prefissi”.

Sabato scorso è ritornato a Roma il senatore Luigi Pallaro, parlamentare eletto nella Ripartizione America meridionale, residente in Argentina. Presidente della Feditalia e della Camera di Commercio Italiana in Argentina e prima di partire ha voluto chiarire la sua posizione riguardo ad alcune dichiarazioni delle ultime settimane di alcuni ex candidati, così come spiegare il lavoro fatto nei primi cento giorni e le prospettive immediate, con la discussione della Finanziaria che sta preparando il governo.
Le dichiarazioni che mettono in dubbio l’operato dai nostri parlamentari, le trova ingiuste. “Chi è screditato non ha problemi a sparlare, perché è già screditato. Invece se su chi è accreditato si creano dei dubbi, alla fine qualcosa rimane. Non ho mai usato la collettività nei 40 anni in cui ho fatto volontariato. Quel che faccio è perché lo sento e mi sento orgoglioso per tutte le persone che col loro voto hanno mostrato di apprezzarmi e il mio dovere verso loro e verso tutti gli italiani dell’America Meridionale è di svolgere la mia missione di parlamentare con il massimo impegno.
C’è però chi sostiene che la vostra azione non può essere efficace perché non fate parte di un partito politico, di uno schieramento politico, che l’Associazionismo non è che una espressione locale della comunità, e quindi non ha legami con settori che contano in Italia.
Non è vero che se si è legati a un partito si hanno maggiori possibilità di ottenere quelle cose per le quali ci stiamo battendo. Alcuni miei colleghi sussurrano sottovoce che alla fine Pallaro aveva ragione. Non è che ci siano proposte da parte dei partiti per candidarci con loro, non una ma varie. Ma se fossi entrato con una lista di partito avrei perso indipendenza, avrei dovuto votare cose con le quali non sono d’accordo, secondo le indicazioni e gli interessi del partito e non secondo gli interessi degli italiani nel mondo.
Noi siamo emigrati in questo Paese e qui abbiamo costituito le nostre famiglie, qui abbiamo lavorato e costruito i nostri interessi, i nostri figli sono nati qui e sono cittadini argentini. La loro vita, il loro futuro è qui. C’è della gente che crede che noi dovremmo essere un appendice dell’Italia. Si sbagliano. Sono espressioni tipicamente fasciste, nei fatti, nel metodo e nel comportamento. Al tempo del fascismo, volevano trattarci quasi come se fossimo una colonia.
Noi invece andiamo a Roma per sensibilizzare, per far conoscere una realtà dimenticata, perché si è voluto cancellare l’emigrazione dalla memoria. Siamo stati noi, dopo l’avvento della Repubblica a forzare una politica per l’emigrazione.
Noi abbiamo trasmesso la nostra cultura e i nostri valori ai nostri figli e alla società argentina. Per questo essi non possono essere messi sullo stesso piano di chi arriva in Italia dall’Africa o dall’Asia, che non solo non conosce la lingua, ma ha un’altra cultura. Mi sta bene che vengano in Italia, ma per i nostri figli ci dev’essere una corsia privilegiata, un percorso per vedere riconosciuta la cittadinanza italiana.
La gente però sostiene che non si vedono ancora risultati concreti dalla presenza dei parlamentari eletti all’estero.
Partiamo dalla base che in questi primi cento giorni, da quando ci siamo insediati, siamo stati impegnati durante varie settimane nell’adempimento di necessari passi istituzionali, quali l’elezione delle autorità delle Camere, del Presidente della Repubblica e la fiducia al governo. Quindi c’è stata una azione per spiegare chi sono gli italiani all’estero e come e perché ci sono i parlamentari eletti all’estero. Una azione di chiarimento con i maggiori esponenti dei partiti italiani che, per quanto ci riguarda e di sensibilizzazione di numerosi settori della società italiana, sulla realtà degli italiani all’estero. Così sono curiosi di sapere e capire come siamo riusciti ad ottenere delle aperture, degli atteggiamenti nuovi, quando abbiamo spiegato annose richieste come la necessità di aggiornare la rete consolare e potenziare le sue strutture o il problema degli anziani che vivono situazioni di forte disagio la cui soluzione non è più rinviabile e per la quale il governo si è dimostrato disponibile.
La settimana prossima (per questa settimana ndr) incontrerò il Vice ministro Danieli per parlare di come trovare la soluzione a questi problemi nella Finanziaria che sta preparando il governo e che arriverà in Parlamento a fine mese.
Per la rete consolare, in Italia devono capire che si tratta tra l’altro, di una questione di immagine. Non possiamo continuare ad avere quelle file davanti ai nostri consolati. Non possiamo continuare a rinviare per anni ed anni le pratiche di cittadinanza. Tra l’altro ci sono situazioni paradossali. Le entrate per lo Stato, per tasse di passaporto, sono superiori a quanto lo Stato assegna per l’assistenza diretta nei Consolati. Ci vorrebbe una modifica delle norme contabili perché quei fondi potessero passare direttamente all’assistenza, senza che debbano andare a Roma e ritornare. E’ solo un esempio, ma sono cose sulle quali, bisogna fare opera di sensibilizzazione.
Su questi argomenti e di altri che stanno a cuore alle nostre comunità, abbiamo lavorato nei primi cento giorni e continueremo a lavorare, specialmente, nelle prossime settimane, in sede di Finanziaria.
Sappiamo bene quali sono le attese della nostra comunità, per la quale lavoriamo da 40 anni. Bisogna ricordare che non c’è stata una riconferma del precedente governo, ma che è stato eletto uno nuovo, che ha dovuto ottenere la fiducia, che ha dovuto riempire tutti quei posti che fanno parte dell’organigramma di governo, che sta appena iniziando a camminare.
Alcuni media hanno manifestato che Pallaro non si sa cosa fa, perché a volte vota in favore del governo, a volte in favore dell’opposizione.
“Pallaro fa quello che aveva detto in campagna elettorale. Ho avuto tante offerte da parte dei partiti per presentarmi con loro alle elezioni ma ho voluto mantenere la nostra indipendenza. Tanti si sono presentati da noi con i loro simboli, ma ha vinto la lista dell’Associazionismo. Pallaro ha fatto esattamente quello che aveva detto in campagna elettorale. Ho detto che andavo a Roma a collaborare con chi doveva fare il governo, per assicurare stabilità all’Italia in un momento difficile. Ho votato la fiducia a Prodi perché si mettesse in marcia la struttura dello Stato. Ma continuerò a votare secondo gli interessi degli italiani nel mondo e delle mie convinzioni più profonde. Per questo, per esempio, mi sono astenuto nella votazione sull’indulto. Perché non può essere che i processi durino più di tre anni, e non puo essere che ci sia l’affollamento che si vive nelle carceri. Ma non è liberando chi ha commesso un omicidio che si risolve la questione. Bisogna modificare le norme sia per rispettare i diritti degli accusati e dei condannati, sia per assicurare la sicurezza e la tranquillità della gente.
Le elezioni sono passate. C’è chi le ha vinte e chi le ha perse. Chi è stato sconfitto non può mettere in dubbio la legittimità del risultato, dicendo che ha avuto problemi per il sistema elettorale. Tutti abbiamo avuto problemi e chi ha avuto più voti ha avuto anche maggiori problemi. Ma devono capire che la campagna elettorale è già passata, le elezioni sono già passate e che la collettività ha tutto da guadagnare se lavoriamo insieme”.

(Tribuna Italiana/EMINOTIZIE)

 

 

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