2097 Immigrazione- Il Ministro AMATO: Presto gli uffici di collocamento all'estero

20060920 17:19:00 webmaster

"Ognuno ha diritto al suo cammino verso la speranza". Con queste parole il Ministro dell’Interno Giuliano Amato è intervenuto questa mattina alla Conferenza Nazionale sull"Immigrazione, organizzata dalla Regione Liguria. Sul tavolo la presentazione della nuova legge sull’immigrazione della Regione, un confronto con gli amministratori locali e l’intervento del Commissario Europeo Franco Frattini, il Ministro dell’Interno Giuliano Amato e il Ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero. La globalizzazione, secondo Amato, non ha globalizzato solo la ricchezza, ma anche e soprattutto la povertà. "Gli abitanti delle parti povere si mettono in cammino verso le parti ricche. Quando lo facevano gli italiani si chiamava cammino verso la speranza “.

L’emigrazione italiana, ha proseguito Amato, si è interrotta “quando l’Italia si è sviluppata, mettendo fine alle molte umiliazioni subite dai nostri connazionali nel mondo”. Si trova in queste parole la ricetta di Amato per fronteggiare il fenomeno migratorio. Partire da una nuova politica di cooperazione “per contribuire allo sviluppo di chi non si è sviluppato”. “In ogni paese ricco – ha continuato il Ministro – c’è dentro una tigre. Svegliarla può essere molto pericoloso”. La necessità di nuovo impegno dei paesi ricchi “non è di sinistra, ma un dato oggettivo”. Fronteggiare il fenomeno migratorio significa innanzitutto combattere l’immigrazione clandestina, “terreno fertile della criminalità organizzata di cui fanno parte troppi italiani”. Tuttavia le organizzazioni malavitose non sono gli unici protagonisti del fenomeno. Secondo i dati del Ministero, nel traffico di clandestini si assiste al coinvolgimento di famiglie italiane e cittadini non organizzati. “Vite spezzate che entrano nel nostro paese con la speranza di un futuro migliore e diventano vittime”.

Amato ha proseguito l’intervento sull’importanza della cooperazione. “Non dobbiamo limitarci a pattugliare il deserto, ma aiutarli nello sviluppo e organizzare insieme un’immigrazione legale”. I contratti nominativi si sono rivelati un’illusione. “Quale datore di lavoro assumerebbe un lavoratore che non ha mai visto?”. Al contrario, occorre realizzare dei veri Uffici di collocamento all’Estero. Nelle nostre Ambasciate, chi vuole venire a lavorare nel nostro paese dovrà iscriversi in una lista, dove specificherà il proprio percorso formativo e lavorativo. Dovremo organizzare dei corsi di formazione in loco perché i cittadini stranieri arrivino in Italia preparati a svolgere le funzioni di cui necessita la nostra economia”.

In questo, secondo il Ministro, giocherà un ruolo fondamentale il volontariato. Attraverso le liste presso le Ambasciate sarà più facile ottenere un permesso di soggiorno. A questo il Governo intende istituire anche il permesso per la ricerca del lavoro, coinvolgendo i datori di lavoro attraverso il sistema degli “sponsor”. Necessario sarà quindi fare sistema con le parti sociali e gli enti territoriali e l’associazionismo.

“L’integrazione non è assimilazione, ma contaminazione.” ha continuato il Ministro dell’Interno – La legge sulla cittadinanza non basta, ma contribuisce all’integrazione dei cittadini stranieri”. Sul nuovo disegno di legge del Governo, che prevede la concessione della cittadinanza agli stranieri dopo cinque anni, il Ministro ha precisato che il termine si riferisce alla residenza legale e non al soggiorno. Il diritto alla cittadinanza è soltanto un primo passo. I passi successivi del Governo devo affrontare secondo Amato le politiche abitative e il sistema educativo e scolastico. Un ruolo fondamentale resta quello dei media. Giornali e televisioni devono impegnarsi a favorire l’integrazione dei cittadini. “Fatemi vedere una fiction con un medico senegalese. Ci aiuta”.

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