2132 In servizio a Padova 18 vigili immigrati: niente multe, sono ''facilitatori culturali''

20060922 19:54:00 webmaster

Raccoglieranno le segnalazioni dei cittadini stranieri nei quartieri dove più manca integrazione. Selezionati su concorso, avranno un contratto a progetto di 15 mesi. Si attende il sì della Regione

PADOVA – Arrivano i "facilitatori culturali”: 18 immigrati tra uomini e donne presteranno servizio in alcune delle aree più difficili di Padova. Saranno una sorta di “vigile di quartiere”, ma non potranno fare multe né altre operazioni di polizia locale: il loro compito principale sarà quello di ascoltare e farsi portavoce delle istanze della popolazione straniera.

Il progetto, promosso dall’amministrazione comunale padovana, è in attesa di un finanziamento regionale e dovrebbe arrivare ai nastri di partenza per fine anno. Lo ha presentato durante una conferenza stampa l’assessore all’Immigrazione del Comune di Padova Daniela Ruffini. Un progetto articolato, quello cui si sta lavorando, che mira a fornire “un servizio di prossimità e disposizione di tutti nel comparto della Stazione ferroviaria, della Stanga e di via Dini”. Tutte zone in cui si manifesta spesso una mancata integrazione e una situazione di degrado che si vuole tamponare. La necessità di intervenire per favorire l’integrazione e il dialogo con i cittadini stranieri è emersa dall’analisi di alcuni semplici dati: al 31 dicembre 2005 su 210.985 residenti a Padova 18.263 erano stranieri (l’8,66%), diventati 18.785 (l’8,89%) già a marzo 2006. “Pur in presenza di un numero significativo di immigrati – si spiega – solo il 3,7% delle segnalazioni raccolte dalla polizia municipale provengono da stranieri”.

In particolare, i diciotto (che secondo l’idea dei promotori dovrebbero essere per metà uomini e per metà donne) presteranno servizio nelle zone dei Quartieri 1, 2, 3 e 6 della città, dove “è necessario implementare la presenza proattiva delle istituzioni per incrementare la percezione di Padova come città sicura e inclusiva” come si legge nela presentazione. Nel Quartiere 1 si concentreranno sulla stazione ferroviaria, “area nevralgica di degrado sociale che richiede attenzione dedicata per il numero e la varietà di persone che vi gravitano e per la diffusa illegalità”. Nel Quartiere 3 le attenzioni si rivolgono all’area della Stanga, nell’ormai nota via Anelli (dove è stato edificato il muro anti-spaccio) e in via del Pescarotto, dove il fenomeno della prostituzione dilaga e dove le tensioni sociali sono molto forti. In queste vie, infatti, di mattina ci sono molti studenti e lavoratori che svolgono le loro normali attività, ma di sera alla routine cittadina subentrano casi di illegalità, in primis legati a spaccio e prostituzione. Nel Quartiere 6, infine, il rione Cave è soggetto a un’importante tensione abitativa e presenta una vasta parte di popolazione straniera.

Il progetto del Comune è dunque finalizzato a migliorare il clima sociale, la vivibilità nelle zone d’intervento, la prevenzione di situazioni d’insicurezza, la mediazione e la promozione di un atteggiamento di fiducia nei confronti delle istituzioni”. Questi 18 “facilitatori” (selezionati con un concorso) avranno un contratto a progetto di 15 mesi, saranno pagati 13 euro nette all’ora per un totale di 21 ore settimanali. Dovranno essere madrelingua e parlare uno di questi idiomi: francese e wolof, inglese e edo/igbo, cinese, arabo, romeno, albanese, tamil/urdu/bengali/congalese. Il progetto costerà complessivamente 177.440 euro netti, di cui 113.220 stanziati dal Comune. Il resto, si spera, arriverà dalla Regione. Ma anche se questo contributo non dovesse arrivare, il Comune di Padova si dice pronto ad andare avanti per la propria strada. (Giorgia Gay)

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