2134 Riunito alla Farnesina il Comitato di Presidenza del Cgie

20060923 13:00:00 webmaster

Fra le tematiche discusse la riforma del Consiglio generale, la finanziaria, la revisione della rete consolare e la formazione professionale

Narducci:"Finanziaria 2007, ci batteremo per la rete consolare, la politica culturale, i Comites e l’assistenza diretta". Fedi: "Necessario un provvedimento che metta a regime la puntuale verifica dei redditi all’estero".

ROMA – A pochi giorni dall’Assemblea plenaria il Consiglio di Presidenza del Cgie si è riunito alla Farnesina per discutere un fitto ordine del giorno.

Al termine dei lavori Franco Narducci, segretario generale del Cgie e deputato della circoscrizione Estero, ha illustrato alla stampa gli esiti dell’intensa discussione. Con lui i membri del Comitato di Presidenza Marco Fedi, deputato eletto nella ripartizione Australia e Oceania , e Andrea Amaro.
"Il Cgie – ha esordito Franco Narducci affrontando la dibattuta questione del futuro assetto del Consiglio Generale – non è un’associazione che si riunisce ogni tanto a Roma, ma è un organo istituzionale che funziona ed è eletto in base ad una legge dello Stato italiano. Quindi prima di tutto per riformarlo occorre avviare l’iter legislativo di una nuova normativa. Il Cgie continuerà dunque a funzionare nella forma attuale fino a quando non vi sarà l’approvazione di una riforma che dovrà nascere da un’ampia riflessione comune che noi avvieremo, già a partire dall’Assemblea plenaria del 4-6 ottobre. E’ evidente – ha proseguito Narducci dopo aver sottolineato che Comites, Cgie e parlamentari eletti all’estero dovranno interagire fra di loro secondo compiti precisi – che il Consiglio generale degli italiani all’estero, che negli ultimi anni ha operato svolgendo mansioni consultive, programmatiche, di indagine e di proposta legislativa, è un organismo importante che deve continuare ad esercitare il ruolo che ha portato avanti sinora". Un nuovo Cgie – quello ipotizzato dal segretario generale – rappresentativo di tutte le collettività, aperto all’associazionismo, alleggerito nel numero dei consiglieri, in rapporti più stretti con i Comites e forse eletto direttamente dai nostri connazionali all’estero.
Per quanto riguarda invece la formazione professionale Narducci ha segnalato l’accelerazione della preparazione del bando per il 2006 che sembra andare nella direzione dei suggerimenti formulati dal Cgie. Il nuovo avviso, che riguarda i Paesi al di fuori dall’Unione Europea e verrà presentato su base continentale con specifici workshop, lascia da parte la realtà universitaria, privilegiata nel bando 2004, e si rivolge in primo luogo alle nostre comunità all’estero. "Occorrono interventi – ha spiegato Narducci che promuovano veramente l’occupazione dei nostri connazionali e consentano la ricollocazione nel mercato del lavoro delle persone disoccupate".
Fra le altre questioni dibattute segnalata inoltre sia la mancanza, sul fronte dei problemi scolastici, di docenti per le aree di lingua tedesca, sia l’esigenza di realizzare una sanatoria per i nostri connazionali danneggiati dalla campagna di accertamento dei redditi all’estero (RED), promossa dall’Inps nel 2003.
Sull’iniziativa di monitoraggio della rete consolare, avviata dal governo e non ancora conclusa, il segretario generale del Cgie, ha evidenziato come, prima di parlare di soluzioni che affrontino le crescenti difficoltà delle nostre strutture all’estero, sia necessaria una specifica fotografia di questa realtà. "Per riorganizzare la rete – ha detto Narducci sottolineando l’importanza in questo ambito anche dei pareri dei Comites – ci vogliono nuove risorse, ma anche un ripensamento dei modelli di funzionamento, come ad esempio l’introduzione dello sportello polifunzionale. Occorre inoltre un uso maggiore delle tecnologie. Noi, ad esempio, abbiamo auspicato la realizzazione di una rete di prossimità che consenta il dialogo Intranet fra i consolati italiani operanti nel medesimo paese". Ricordata inoltre l’esigenza di una revisione dei criteri per l’attribuzione dei finanziamenti per la stampa italiana all’estero e la presentazione alla prossima Assemblea plenaria del piano operativo elaborato dalla cabina di regia della Conferenza Stato-Regioni-Provincie autonome-Cgie.
"Noi ci batteremo – ha infine affermato Narducci – affinché nella finanziaria 2007 vengano tutelati alcuni aspetti qualitativi fondamentali per gli italiani all’estero come la rete consolare, la politica culturale, i Comites e l’assistenza diretta. Sotto questo punto di vista noi chiediamo al governo che si tengano in debito conto le esigenze delle nostre comunità. La spesa che riguarda le collettività all’estero non è eccessiva, mentre in termini economici la presenza degli italiani nel mondo è significativa. Diciamo questo con fermezza, ma non con lo scopo di esercitare indebite pressioni, chiedendo che si tenga conto del fatto che i parlamentari eletti all’estero hanno concorso a garantire la governabilità del Paese".
Della manovra ha parlato anche Marco Fedi che ha annunciato l’intenzione dei parlamentari eletti all’estero di chiedere all’Assemblea plenaria del Cgie, dopo la presentazione della finanziaria al Consiglio dei Ministri del 29 settembre, di formulare specifiche valutazioni e le priorità d’intervento per i vari capitoli di spesa. "Siamo impegnati a mantenere gli stanziamenti attuali – ha detto Fedi – ma il nostro obiettivo, anche in vista delle prossime finanziarie, è quello di un potenziale aumento delle risorse". Il deputato della ripartizione Africa-Asia-Australia ha inoltre segnalato come a tutt’oggi si profili una doppia sanatoria per gli accertamenti reddituali pregressi (Red 2003) e quelli attualmente in corso all’estero per il biennio 2004- 2005. Un colpo di spugna di cui però potranno usufruire solo i contribuenti in assenza di dolo. "E’ necessario un provvedimento parlamentare – ha aggiunto Fedi dopo aver chiesto severità da parte dell’Inps per i 20.000 cittadini all’estero che hanno praticamente ignorato le reiterate richieste di verifica reddituali per il 2003 – che consenta di mettere a regime una puntuale verifica dei redditi all’estero. Una norma che dia la possibilità ai cittadini di essere in regola e non costringa l’Inps ha correre dietro ai contribuenti che non denunciano i propri redditi".(Goffredo Morgia-InformEminotizie)

 

 

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