2226 L'intervento del Ministro degli Esteri Massimo D’Alema all’Assemblea plenaria del CGIE

20061006 11:16:00 webmaster

Dal Consiglio Generale un contributo di riflessione e di proposta sul suo nuovo ruolo alla luce della presenza in Parlamento di senatori e deputati espressi dalle comunità italiane all’estero

ROMA – “Ho ritenuto giusto con la mia presenza, sia pure in un giorno complicato dal punto di vista politico-parlamentare, essere qui per un saluto”, ha detto il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Massimo D’Alema aprendo i lavori dell’Assemblea plenaria del CGIE.

“Credo che questo avvenimento – ha ribadito subito dopo, collegando la ripresa, dopo quasi un anno, dell’operatività del Consiglio Generale degli Italiani all’estero alla presenza in Parlamento di diretti rappresentanti degli italiani residenti all’estero – meriti di essere salutato dal Ministro degli Esteri”. Una esperienza, quella del voto all’estero, “che ha dimostrato un grande interesse ed una partecipazione che, per quanto mi riguarda, è andata al di là delle attese”. “Il che dimostra – ha aggiunto D’Alema – che la lunga battaglia per il diritto di voto non solo non è stata inutile ma ha arricchito la vita democratica del nostro Paese, e questo significa che le nostre comunità che vivono nel mondo sono una risorsa, sono una leva su cui contare per rilanciare l’immagine dell’Italia nel mondo”.
Nel lasciare che fosse il vice ministro Franco Danieli, diversamente da quanto indicato dall’ordine del giorno della seduta, a svolgere la relazione sulle attività del governo verso gli italiani nel mondo, D‘Alema ha voluto parlare del rilancio dell’iniziativa dell’Italia sulla scena internazionale ed illustrare i punti qualificanti dell’azione del governo in politica estera.
Si tratta anzitutto di allargare gli orizzonti dell’azione dell’Italia nel mondo, rilanciando in particolare le relazioni con aree continentali strategiche e sinora non sufficientemente valorizzate, quali l’Asia, l’America Latina, l’Africa. E’ significativo che, pur in presenza di una politica di rigore, nella finanziaria 2007 siano state inserite risorse aggiuntive per la cooperazione, con un notevole incremento degli stanziamenti per i Paesi in via di sviluppo. Analogo segnale giunge dalla congruità dei fondi previsti per far fronte a spese connesse ad impegni derivanti da accordi internazionali.
Il governo si prefigge inoltre di valorizzare la funzione insostituibile delle istituzioni multilaterali e, in particolare, di dare un convinto contributo per un ruolo più incisivo dell’Unione Europa, nella prospettiva di una presenza attiva dell’Europa in campo internazionale, come avvenuto di recente in occasione dell’approvazione e dell’avvio della missione UNIFIL II per porre fine al conflitto tra Israele e Libano. Si tratta – ha sintetizzato D’Alema – di adoperarsi affinché l’Italia ritorni protagonista sulla scena internazionale e colga tutte le opportunità offerte dalla globalizzazione. Per molti aspetti, anche grazie al ruolo delle collettività italiane all’estero, il nostro Paese è stato in qualche misura un precursore della globalizzazione.
In questo quadro si situa l’Assemblea plenaria del CGIE, che è chiamata – ha affermato D’Alema – a dare un contributo di riflessione e di proposta in particolare su due punti specifici. In primo luogo, il significato ed il ruolo di rappresentanza del CGIE anche alla luce della presenza parlamentare nelle due Camere di deputati e senatori espressi dalle comunità italiane all’estero e, in questo contesto, la funzione di organismi di partecipazione democratica quali i Comites. In secondo luogo, dal CGIE potranno pervenire suggerimenti sulle prospettive di adeguamento e razionalizzazione della rete diplomatico-consolare, per tener conto sia delle esigenze di risanamento contenute nella legge finanziaria 2007, sia dei nuovi compiti che gli uffici consolari potrebbero essere chiamati a svolgere nel contesto di una più efficace e mirata gestione dei flussi migratori.
Il contenimento della spesa amministrativa della Farnesina richiederà certamente uno sforzo di adattamento e di riforma, ed in questo senso può anche rappresentare un’opportunità di riassetto e di messa a punto di nuove strategie che favoriscano l’efficacia e l’efficienza delle strutture del Ministero degli Esteri al servizio del Paese.(InformEminotizie)

 

 

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