2225 CGIE: L’intervento in Assemblea plenaria del segretario generale Franco Narducci

20061006 11:11:00 webmaster

Nel futuro del CGIE un forte ruolo di di consulenza e di raccordo. Non è condivisibile l’opinione di chi sostiene che i parlamentari eletti all’estero debbano avere un rapporto diretto con i Comites, equivalente ad una visione marcatamente assistenziale della politica

ROMA – Il segretario generale del CGIE Franco Narducci ha aperto il suo intervento in Assemblea plenaria esprimendo la “riprovazione” di moltissimi consiglieri per la lunga pausa forzata di un organo di rappresentanza quale il CGIE, la cui attività dovrà ripartire dai risultati della Conferenza Stato-Regioni-Province autonome-CGIE.

Obiettivi lasciati in sospeso, questi ultimi, che vanno seguiti con determinazione. Narducci, oltre a ricordare l’importanza delle comunità all’estero per la proiezione del sistema Italia nel mondo, ha evidenziato come il CGIE voglia offrire una opzione di raccordo sistemico tra le istituzioni italiane, i parlamentari eletti all’estero e i Comites.
Il segretario del CGIE ha posto in evidenza come a tutt’oggi manchi una riflessione approfondita sul fatto rappresentato dalla presenza dei 18 parlamentari eletti dalle comunità italiane all’estero nel Parlamento italiano e sulla portata che tale presenza comporta. Ha poi richiamato l’attenzione sui nuovi processi d’innovazione tecnologica che interessano milioni di persone e sui nuovi migranti che partono dall’Italia, immersi nei processi d’internazionalizzazione, esprimendo la convinzione che la globalizzazione abbia dato maggiori responsabilità alle Regioni nel predisporre le condizioni di competitività del loro territorio, nella consapevolezza dell’intreccio economico tra cittadini emigrati e regione d’origine.
Narducci ha poi ricordato la positiva attività dei patronati che svolgono all’estero un’opera preziosa. Un’opera che dovrebbe essere supportata dal rapido varo dei decreti attuativi della legge 152 nonché della piena applicazione dell’articolo 12 di tale legge al fine di rendere operanti le convenzioni tra la rete consolare e gli enti di patronato.
Pur consapevole dell’importanza della nuova missione e del ruolo delle nostre strutture all’estero per far fronte alle diverse situazioni create dalla globalizzazione, Narducci ha detto di guardare con preoccupazione ai progetti cosiddetti di “ottimizzazione” della rete, che – ha aggiunto – “non possono in nessun caso tradursi in smobilitazione e ridimensionamento”, anche in un momento come questo in cui il nostro Paese sta facendo uno sforzo enorme per rimettere in ordine i conti della finanza pubblica e per rilanciare lo sviluppo.
Rivolgendosi a Danieli, il segretario del CGIE ha aggiunto: “Siamo convinti che ogni euro sottratto alla promozione della lingua e della cultura italiana, ogni ulteriore riduzione della presenza dello Stato all’estero, presenza che ha subito in questi ultimi anni una pesante cura di snellimento sotto il profilo del personale, si traduce in definitiva in minori entrate per il nostro Paese su altri versanti”.
“Centinaia di migliaia di cittadini italiani emigrati hanno investito i loro risparmi in Italia per costruire una casa che utilizzano poche settimane all’anno, per lo più durante le vacanze- ha ancora ricordato Narducci -. Pagano l’ICI e la tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani e non capiscono per qual ragione sia stata abolita l’estensione ai cittadini italiani residenti all’estero della “no tax area”, obbligandoli – se non sarà riconsiderata la decisione – a produrre carte, dichiarazioni, estratti catastali, ecc., aggravando la mole di lavoro per l’amministrazione senza che lo Stato ne trarrà benefici materiali.
Allo stesso modo, gli italiani emigrati che hanno pensioni minime, nell’ordine di qualche centinaio di euro, si vedranno detratto mensilmente dall’INPS il 23% con complicate procedure di rimborso, per altro non possibile nei paesi con i quali non è stata stipulata una convenzione sulla doppia imposizione fiscale. A questo proposito il segretario del CGIE ha rammentato che “il governo ha accolto un ordine del giorno presentato all’atto della votazione sul decreto Bersani, mirato al ripristino della no tax area anche pei cittadini italiani all’estero, vogliamo ora auspicare che ne tenga conto nella Legge finanziaria 2007”.
Ultimo importantissimo argomento preso in considerazione dalla relazione del Comitato di Presidenza è stato il futuro del CGIE. “Alle persone che nelle ultime settimane hanno auspicato incautamente la soppressione del CGIE” Narducci chiede di fare una valutazione retrospettiva del lavoro fatto dal Consiglio dal 1991, nella convinzione che simili affermazioni sarebbero respinte dai fatti. Nel frattempo – ha affermato – abbiamo rettificato le inesattezze messe in giro sui costi del CGIE, chiarendo nel contempo che il nostro capitolo di bilancio ha contribuito più volte a far fronte ad altre emergenze finanziarie, per esempio sul versante dell’assistenza diretta fornita ai connazionali indigenti, sotto forma di convenzioni ospedaliere e farmaceutiche, oppure, per rendere possibili le elezioni dei Comites.
“Il CGIE del futuro – ha concluso Narducci – deve svolgere un forte ruolo di consulenza e di raccordo. Non è condivisibile, a mio vedere, l’opinione di chi sostiene che i parlamentari eletti all’estero debbano avere un rapporto diretto con i Comites, equivalente ad una visione marcatamente assistenziale della politica” (Goffredo Morgia-InformEMINOTIZIE)

 

 

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