2248 CGIE: La giornata conclusiva dei lavori dell’Assemblea Plenaria

20061007 17:32:00 webmaster

da INFORM – Articoli di Simonetta Pitari e Goffredo Morgia

– Informazione per le elezioni politiche, Rai International, contributi per la stampa all’estero nella relazione della I Commissione
– Rete consolare: la Direzione generale per gli italiani all’estero indica le linee per rilanciarla
Benedetti: “Punta di diamante di una moderna politica estera”
– Il saluto del Segretario generale della Farnesina Paolo Pucci di Benisichi
– Danieli illustra all’Assemblea del CGIE la manovra finanziaria 2007 riguardante gli italiani all’estero
– Discusso dall’Assemblea Plenaria il futuro del Consiglio Generale

ROMA – Nella fase conclusiva dell’Assemblea Plenaria CGIE sono state illustrate le relazioni delle Commissioni tematiche, esclusa quella della VI, Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE. Ma solo perché era stato già dato ampio spazio al tema in precedenza
Dalla I Commissione Informazione e Comunicazione, con relazione presentata dal vice presidente Mauro Montanari (il sen. Nino Randazzo che era presidente della Commissione si è dimesso da tale incarico), affrontati temi salienti: l’informazione istituzionale in occasione delle elezioni politiche di aprile, la questione Rai International,i contributi per la stampa ,i nuovi mezzi di informazione. Riguardo al primo punto la Commissione lamenta delle “gravi insufficienze” nella informazione stampa e radio televisiva per gli italiani all’estero. In particolare i messaggi elettorali dei candidati e i dibattiti “non sono stati adeguatamente diramati” causa carenze tecniche e di programmazione dei canali televisivi. Le tribune elettorali sono state pochissime e trasmesse in orari di basso quando non di bassissimo ascolto. I messaggi istituzionali, poi, sono stati trasmessi in un “linguaggio poco chiaro”, specialmente quelli via cartacea. E l’informazione delle reti Rai ha creato “più confusione che chiarezza” e ciò vale in special modo per le differenze della modalità di voto tra la circoscrizione Estero e le circoscrizioni italiane (come le preferenze per i candidati: in Italia non si potevano dare, all’estero sì) . Inoltre la tempistica delle informazioni era impostata soprattutto sulle elezioni in Italia (dove si vota recandosi al seggio) e non su quelle all’estero (dove il voto si esprime per corrispondenza). La Commissione aveva ben prima delle elezioni rilevato e fatto presente i rischi di una informazione elettorale inadeguata. Ma è stata una Cassandra inascoltata. “I nostri suggerimenti sono stati pienamente ignorati e disattesi” protesta la Commissione, sollecitando “maggiore attenzione in futuro”.
Quanto a Rai International la Commissione vuole essere “parte attiva” nel progetto di ristrutturazione dei segnali e della programmazione televisivi. E sostiene quanto affermato dal vice ministro Danieli nel suo discorso programmatico di luglio e ripetuto, per punti, all’Assemblea Plenaria. La Commissione inviterà, ha annunciato Montanari, nella sua prossima riunione i membri della sottocommissione della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai. In tal modo viene raccolto l’invito del sen. Claudio Micheloni (della Commissione di Vigilanza). Ma la Commissione chiederà “con forza” anche una audizione al Consiglio di Amministrazione della Rai.
Riguardo ai contributi alla stampa dalla Commissione il rilievo sulla “inadeguatezza dell’attuale normativa” e, in particolare, per quanto concerne il controllo della professionalità e della tiratura delle testate la Commissione sottolinea che “un controllo reale non è attualmente possibile” e che “alcune tirature dichiarate danno luogo a sospetti”. E questo sta creando “forte disagio” in operatori dell’informazione all’estero. Rileva poi che al contrario della normativa “i controlli delle tirature dichiarate non devono e non possono essere compiuti da Comites o Consolati, ma devono essere compiuti da una agenzia o da una commissione tecnica indipendente che applichi le stesse misure per tutti”. Per la Commissione è urgente rivedere la normativa che sottende alla ripartizione de contributi e una revisione della Commissione che li dispone. Altrimenti si rischia di finanziare “realtà parassitarie” a scapito dello sviluppo di una informazione professionale e di qualità. E ciò, viene fatto osservare, “è tanto più vero se si pensa al ruolo centrale che l’informazione ha assunto dopo la introduzione della normativa per il voto all’estero”.
La Commissione rileva poi “la inadeguatezza del contributo complessivo per la stampa all’estero” che appare quasi una sorta di “elemosina istituzionale”. Infine l’informazione attraverso i nuovi mezzi in rete. Che “vanno sostenuti” soprattutto “per entrare in contatto con le nuove generazioni di italiani nel mondo”. La Commissione rileva tuttavia che non è stata ancora effettuata una scrematura dell’offerta, sotto il profilo “della qualità e della correttezza” dell’informazione. E questo sarà uno dei punti che la Commissione intende trattare nel prossimo futuro. (S.P.-Inform)

———————-

ROMA – La missione della rete consolare si è modificata negli ultimi anni a fronte di compiti sempre più ampi e che hanno oltrepassato le tradizionali competenze. Nel contempo nelle comunità italiane all’estero si sono modificate le aspettative nei confronti delle strutture dello Stato, sotto la spinta del riconoscimento dell’esercizio del diritto di voto, attivo e passivo, per corrispondenza. Grazie al quale ora gli italiani all’estero “sono parte integrante del nostro Paese”, come ha rimarcato il direttore generale per gli Italiani all’estero della Farnesina, Adriano Benedetti. Che nell’affrontare i nodi della rete diplomatico-consolare – tema principe della giornata conclusiva dell’Assemblea plenaria CGIE – ha ricordato anche come il lavoro a sostegno dei connazionali all’estero si esplichi sia sotto forme che risaltano per interventi di protezione e soccorso in condizioni di emergenza (l’Unità di Crisi del Ministero è sempre attivata) sia sotto forme che si notano meno, ma altrettanto importanti: un lavoro “nascosto e quotidiano” quello degli uffici consolari nel mondo che va “menzionato e valorizzato”, ha sottolineato Benedetti. Richiamando l’attenzione anche sulle esigenze della “nuova emigrazione”: italiani spesso con grado di istruzione alto, con prospettive di mobilità diverse dalle generazioni precedenti, e che si aspettano “servizi all’altezza delle loro esigenze” . Nonché su una “ realtà di crescente importanza” quale è l’immigrazione.
Strutture, i consolati e le ambasciate ,che poi non devono mai venire meno al compito di proiezione della nostra immagine nel mondo.
Ma detto questo, non si può tacere la “forte contraddizione” tra la nuova missione alla quale è chiamata da tempo la nostra rete diplomatico-consolare e l’assottigliamento delle risorse: “negli ultimi anni le dotazioni finanziarie e di personale sono venute decrescendo in modo continuo”. Una forbice che si è allargata. Quesito di Benedetti: “Nelle sfere politiche c’è piena consapevolezza del fatto che la rete consolare è importante?” . Per quanto lo riguarda essa è più che importante, è “indispensabile”. In quanto “strumento di promozione del Paese”, “punta di diamante di una moderna politica estera” . Ergo, “essenziale” per un Ministero che eroga servizi . E “la Farnesina potrà affermare il suo ruolo qualora sappia fornire servizi sempre più adeguati all’utente”. Benedetti però guarda avanti. Le sfere politiche sembrano rispondere. La consapevolezza c’è. E il direttore generale si sente “rincuorato” dalle indicazioni date dal ministro D’Alema e dall’attenzione posta dal vice ministro Danieli: “Ci si può attendere che la divaricazione tra compiti e dotazioni si possa ridurre”.
Ed allora è anche arrivato il momento di prendere in considerazione modifiche alla rete, poiché bisogna “riflettere seriamente sulle rispondenze dell’attuale struttura rispetto alle esigenze delle comunità, del Paese e dello scenario internazionale”. Dopo una stasi, durata anni per il susseguirsi di prove elettorali per far fronte alle quali non è stato ritenuto opportuno apportare cambiamenti alla rete, ora bisogna cambiare. Riorganizzare è la parola giusta. Ponderare bene come riorganizzarla questa rete, anche “al di là di quello che offrirà la Finanziaria”. Insomma ormai non si può più rimandare. Del resto si sta completando la mappatura della rete consolare proprio con l’obiettivo di procedere rapidamente alla sua ristrutturazione per aumentarne l’efficienza ed il buon funzionamento. La mappatura fornirà un quadro delle realtà e del funzionamento di ogni singola sede. E a dare una grossa mano in tal senso stati chiamati i Comites, con le loro valutazioni e indicazioni. “Stiamo esaminando – ha spiegato poi Benedetti – le modalità per procedere e ottimizzare le risorse “. Cosa alla quale vanno accompagnati interventi innovativi. In sostanza si sta attuando uno sforzo per produrre “risultati durevoli” e che dovrà essere inserito in un “più ampio programma di riorganizzazione” degli uffici. Il Mae dovrà agire concretamente in primis sulla semplificazione delle procedure e sulla razionalizzazione dei servizi, puntando a sportelli polifunzionali per consentire agli utenti di sbrigare diversi tipi di pratiche. Poi andranno attivate e potenziate (compatibilmente con le dotazioni finanziarie) “missioni temporanee” di personale dei consolati che si sposterà settimanalmente per favorire gli utenti nell’accesso ai servizi. Ancora: gestione a domicilio o per posta di taluni servizi; valorizzazione della rete consolare onoraria (sulla quale sono state, negli anni, operate decurtazioni); accorpamento di alcuni servizi in alcuni Paesi (come il rilascio dei visti); offerta selettiva di servizi (come gli atti notarili). Tra i punti qualificanti anche la valorizzazione dei patronati, che “hanno dato supporto ai consolati, e la cui collaborazione “potrà essere potenziata” anche grazie a convenzioni.
Benedetti non ha trascurato di soffermarsi su un problema, del quale si lamentano gli utenti italiani all’estero: il mal funzionamento del centralino di diversi consolati. Mettersi in contatto con il consolato diventa spesso per gli utenti una mission impossible. Causa: la carenza di personale. Molti paesi hanno dato il via ai cosiddetti call center e noi stessi lo abbiamo inserito riservandolo però solo agli stranieri per la richiesta del rilascio dei visti. Non si è invece finora potuto ovviare al problema per i connazionali, causa costi non indifferenti “che graverebbero anche su di loro” . Per il momento dunque, l’idea resta accantonata.
Un altro settore sul quale bisogna agire è l’informatizzazione: certe esperienze come l’archiviazione informatica dovranno essere estese a tutte le sedi. E poi rilevante è la formulazione di un nuovo programma anagrafico che comporterà una banca dati unificata al Ministero che raccoglierà tutte le posizioni anagrafiche di tutte le banche dati dei consolati. E con la rete RIPA (Rete internazionale delle pubbliche amministrazioni) si potranno mettere in rete uffici consolari con la totalità dei comuni italiani. Potrà essere trasmesso via telematica il Cons01 (inviato dai consolati ai comuni: nel caso in cui un cittadino risulti essere correttamente presente nell’anagrafe consolare ma non sia iscritto nell’Aire comunale, e sia stata verificata la sua presenza nel territorio estero di pertinenza del consolato, ndr) . Ancora: aggiornamento e standardizzazione dei link dei consolati; una “carta servizi” cioè una tessera personale per consentire, tra le altre cose, di prenotare e richiedere servizi on line, con risparmio di tempo (e di code).
Altra cosa su cui si deve puntare è la formazione del personale di ruolo, che dovrà essere inviato all’estero “dotato di conoscenze che dovrà mettere a frutto immediatamente”. Dei corsi sono stati già predisposti e seguiti. Ma bisognerà allargare l’offerta.
Infine, cooperazione sul piano comunitario e bilaterale in modo che alcuni servizi possano essere forniti da uffici locali e si possa poi arrivare ad uffici comuni. Una linea di azione che per la verità finora non ha dato molti risultati, ma che deve continuare, ha detto Benedetti, ad essere perseguita. (Simonetta Pitari-Inform)

———————

Vanno aumentando gli sforzi per riorganizzare la rete diplomatico-consolare, “interfaccia della pubblica amministrazione nei confronti degli italiani all’estero e proiezione dell’immagine dell’Italia nel mondo”

ROMA – Il servizio per gli italiani all’estero è “centrale” nell’attività della Farnesina, che guarda ai cittadini e alle comunità nel mondo come ad una “importantissima risorsa”, non solo dal lato della spesa. L’ambasciatore Paolo Pucci di Benisichi, segretario generale del Ministero degli Esteri, ha salutato così i consiglieri del CGIE riuniti questa mattina per i lavori conclusivi della prima Assemblea Plenaria del 2006 (la prossima si terrà a dicembre).
Una “centralità” che trova espressione anche nell’ospitalità data, come consuetudine, all’assise CGIE in quella Sala delle Conferenze internazionali dove, come ha ricordato il segretario generale, si è svolto in luglio un evento di primaria importanza: la Conferenza Internazionale per il Libano.
Non solo un saluto quello di Pucci di Benisichi, che ha voluto introdurre un argomento di grande rilievo per le comunità all’estero e per il CGIE, e che poi è stato ripreso e sviluppato dal direttore generale per gli italiani all’estero ministro Adriano Benedetti: la rete diplomatico-consolare, con tutte le problematiche ad essa connesse.
Una rete diplomatico-consolare, “interfaccia della pubblica amministrazione nei confronti degli italiani all’estero e proiezione dell’immagine dell’Italia nel mondo”, che “ha visto progressivamente aumentare i suoi compiti”: con l’espansione delle tradizionali competenze; con la crescente casistica di interventi a soccorso dei connazionali, attraverso una Unità di Crisi istituita per seguire le situazioni internazionali di tensione, pronta ad adottare le misure necessarie per gli interventi operativi a tutela degli interessi e della sicurezza dei cittadini italiani all’estero (avvalendosi anche della collaborazione di altre amministrazioni dello Stato); con il sostegno agli operatori economici. E con i nuovi adempimenti chiamata a svolgere nella gestione dei flussi migratori nel nostro Paese. “Il nostro è un paese internazionalizzato e che vive di internazionalizzazione” , ha aggiunto il segretario generale del MAE.
Certo, inutile nasconderselo, alle responsabilità andate via via aumentando non sono corrisposte maggiori risorse. Anzi “in questi anni vi è stato un decremento al bilancio del Ministero” . Cosa che non gioca a favore. Nonostante le difficoltà indotte da un bilancio che si è andato assottigliando, gli sforzi per riorganizzare le rete, “ottimizzando risorse finanziarie e umane”, vanno avanti. Puntando ad un ammodernamento tecnologico, snellimenti delle procedure, forme di cooperazione con partner europei e locali per arrivare a servizi comuni. Il tutto per “assicurare riscontri e prestazioni agli utenti e alle collettività all’estero”, ha detto l’ambasciatore Pucci di Benisichi, auspicando una collaborazione sempre più stretta e sinergica con il Ministero di CGIE, Comites e parlamentari eletti dagli italiani nel mondo. (Simonetta Pitari-Inform)

——————

I capitoli di spesa del Mae saranno integrati con 14 milioni di euro in sede parlamentare grazie al maxi emendamento

ROMA – La seconda sessione pomeridiana del Cgie si è aperta con l’intervento del vice Ministro per gli italiani nel mondo Franco Danieli che ha illustrato i contenuti della finanziaria riguardanti i nostri connazionali nel mondo. Il Ministro ha ricostruito i vari passaggi che hanno portato alla definizione delle manovra ricordando come a fronte della richiesta di circa 76 milioni di euro avanzata dalla Direzione Generale del Mae per gli italiani all’estero, volta a mantenere il livello dei capitoli di spesa del 2006, il Ministero dell’Economia abbia proposto poco più di 69 milioni di euro. Una riduzione di oltre 7 milioni a cui bisogna aggiungere i 4 milioni e 200.000 euro non confermati all’altra Direzione Generale, quella per la promozione culturale, che si occupa anche degli italiani all’estero. Una tendenza al ribasso che, dopo le richieste di rettifica, è stata corretta con l’allocazione nella tabella "A" del Ministero dell’Economia e delle Finanze di 14 milioni di euro, sotto la dizione "Nuove finalizzazioni italiani all’estero". Risorse che sono già state previste in eguale entità anche per il 2008 e il 2009. Ventotto milioni di euro che potranno essere utilizzati, attraverso percorsi di natura normativa, già a partire dal 2 gennaio 2007. "I 14 milioni di euro per il 2007 – ha spiegato Danieli – ci consentono di individuare, d’intesa con il Cgie ed i parlamentari eletti all’estero, i prioritari capitoli di spesa su cui bisogna intervenire. Allocheremo queste risorse durante i lavori in parlamento nell’ambito del maxi emendamento alla finanziaria".
Danieli ha inoltre ricordato l’ulteriore stanziamento di nove milioni di euro per la realizzazione del Sistema informatico consolare. Uno strumento che consentirà una più efficace gestione delle anagrafi degli italiani all’estero. Prevista inoltre la destinazione di un milione di euro, risultato in eccedenza, al Capitolo dell’assistenza diretta. "Alla luce di tutto questo – ha concluso Danieli – possiamo dire che verrà confermato nel contesto generale, con qualche significativo aumento, la parte del bilancio Mae 2006 per gli italiani all’estero".
Dopo l’intervento del Segretario Generale del Cgie Franco Narducci che ha ricordato l’impegno degli eletti all’estero per la tutela dei capitoli di spesa per gli italiani nel mondo e la necessità di dare segnali positivi sul fronte della politica culturale, delle emergenze sanitarie e dei Comites, Gian Luigi Ferretti, del Comitato di Presidenza, ha chiesto se poi in realtà in questa finanziaria vi siano realmente soldi in più per l’assistenza diretta agli indigenti, per i Comites, per le scuole italiane o per nostra stampa nel mondo. Ferretti ha poi evidenziato l’esigenza sia di mettere al più presto la nostra rete consolare nelle condizioni di funzionare, sia di capire perché nel Documento di programmazione economica gli italiani all’estero, fatta salva l’eccezione dei nostri ospedali nel mondo, non abbiano trovato spazio.
Il vice Segretario generale di nomina governativa Andrea Amaro ha espresso soddisfazione per la manovra ed ha chiesto di proporre un emendamento alla finanziaria volto all’istituzione dell’assegno sociale. "Noi dobbiamo far sentire la nostra pressione quotidiana sul Parlamento e sul governo – ha ammonito Amaro – fino a quando si voterà la finanziaria, per evitare aggiustamenti in corso d’opera sfavorevoli agli italiani all’estero". Dal consigliere Alberto Bertali (Gran Bretagna) è stata segnalata la necessità di investire una parte dei 14 milioni di euro allocati presso il Ministero dell’Economia per il rilancio della nostra rete consolare che garantisce il prestigio dell’Italia mondo. Bertali ha inoltre chiesto chiarimenti sulla destinazione degli introiti per i visti incassati dai consolati. Somme ingenti che possono essere utilizzate dal Mae solo in piccola parte. Carlo Consiglio che rappresenta il Ctim nel Cgie, si è invece detto certo che "tutti i capitoli di spesa per gli italiani all’estero riceveranno dei tagli. Su questi dovrebbero essere poi distribuiti i 14 milioni della tabella A. Un’operazione su cui il Cgie va interpellato". Preoccupazione per la riduzione delle risorse del Mae è stata espressa anche dal consigliere Walter Della Nebbia (Usa) che ha definito "inaccettabili" questi tagli ed ha chiesto agli eletti all’estero di utilizzare la loro forza contrattuale nei confronti del Governo per ottenere dei risultati.
Da segnalare, oltre all’intervento di Dino Nardi del Comitato di presidenza, che ha auspicato un’iniziativa volta a reintrodurre la "no tax area" per gli italiani all’estero, le considerazioni di Norberto Lombardi (Ds) che ha definito "un positivo punto di partenza" la conferme delle risorse in finanziaria per gli italiani all’estero ed ha chiesto delucidazione sui criteri di "spalmatura" dei 14 milioni di euro. Piacevolmente sorpreso dagli esiti della manovra anche Elio Carozza, vice segretario per l’Europa e l’Africa del Nord, che ha inoltre sollecitato un rapido parere del Cgie sulla finanziaria.
Dopo l’intervento di Claudio Pozzetti (rappresentante dei frontalieri), che chiesto di aumentare la franchigia fiscale di 8000 euro a favore di questa categoria di lavoratori, c’è stata la replica del vice Ministro per gli Italiani nel mondo. Danieli si è detto pronto ad ascoltare il parere del Cgie sulla ridistribuzione dei 14 milioni di euro ed ha segnalato il prossimo varo, da parte del Ministero del Lavoro, di un bando per la formazione degli italiani all’estero da 60 milioni di euro. Il vice Ministro ha poi dato la sua disponibilità a trovare una soluzione per il ripristino della "no tax area" e a presentare un emendamento sull’assegno di solidarietà. Hs ricordato inoltre il progressivo aumento della quota (oggi siamo al 20%) dei fondi per i visti e le altre pratiche consolari restituiti al Mae dal Tesoro. Sulla questione dei lavoratori frontalieri Danieli ha annunciato che presto vi sarà un incontro fra i Ministri degli Esteri d’Italia e di San Marino.
Il Segretario generale Narducci ha chiuso il dibattito sull’argomento ricordando come il parere del Cgie sia obbligatorio per la finanziaria. Occorre inoltre vigilare per evitare il rischio che il bando per la formazione professionale del Ministero del Lavoro vada realmente in favore degli italiani all’estero e non subisca i soliti ritardi. (Goffredo Morgia-Inform)

———————

Ipotizzato un Cgie più autonomo dal Mae e capace di avvicinare le comunità ai parlamentari della circoscrizione Estero

ROMA- Quella che è emersa dal dibattito dell’Assemblea Plenaria sul futuro del Cgie è la comune volontà dei consiglieri di portare a compimento un sistema di rappresentanza più autonomo e forte capace di supportare i deputati ed i senatori della circoscrizione Estero e di interagire con l’intero panorama politico ed istituzionale italiano. Differenti valutazioni sono invece state manifestate sull’opportunità o meno che i consiglieri eletti in Parlamento continuino a far parte del Cgie.
"I parlamentari della circoscrizione Estero – ha detto il consigliere Giangi Gretti, vice presidente della Fusie – non devono far parte del Consiglio Generale. Vi è infatti il rischio che la loro permanenza porti alla creazione di consiglieri di serie A e B. I primi più autorevoli ed addentro alla vita politica italiana e i secondi meno informati". Giangi Gretti ha inoltre escluso la possibilità di un Cgie ad elezione diretta. Dello stesso parere, per quanto riguarda il suffragio diretto, anche il consigliere Silvana Mangione (Comitato di presidenza/Usa) che ha ipotizzato un Cgie capace di proporre un servizio di analisi e di approfondimento ai parlamentari eletti all’estero. Ribadita la centralità delle funzioni conoscitive, consultive, programmatiche e propositive del Consiglio Generale, Mangione ha sottolineato come nei prossimi mesi, in attesa della riforma, il Cgie debba continuare a lavorare per avere più visibilità e riacquistare, dopo la lunga pausa, la propria produttività. Il consigliere ha inoltre auspicato una riforma che, oltre a dare maggiore rappresentatività ai Comites, porti a quattro le Commissioni continentali del CGIE, lo stesso numero dalle ripartizioni elettorali. "Gli eletti all’estero – ha concluso – ci danno una marcia e una responsabilità in più".
La necessità di elaborare una riforma della rappresentanza che metta mano e potenzi i Comites è stata sostenuta anche da Gian Luigi Ferretti, del Comitato di presidenza, che ha invitato il Cgie a prendere per mano la propria riforma e a proporre in tempi brevi i possibili miglioramenti. Ferretti si è poi detto contrario all’ipotesi di riduzione del numero dei consiglieri dell’Argentina, un Paese che ospita numerosi italiani all’estero, ma anche tanti oriundi. "Il Cgie – ha affermato il consigliere Archimede Bontempi, rappresentante della Lega Nord – deve lavorare pensando alla nuova emigrazione dei giovani e guardando con attenzione alle Regioni che ormai lavorano sull’emigrazione in piena autonomia". Bontempi ha ricordato le piccole comunità italiane che oggi vivono nei Paesi dell’Est europeo e che andrebbero tutelate attraverso l’abbassamento della soglia numerica per la costituzione dei Comites.
Oltre all’intervento del consigliere Giorgio Mauro (Paesi Bassi), che ha chiesto di tenere in parallelo le elezioni a suffragio diretto per i Comites e quelle per il Cgie, ricordiamo le parole di Nazzareno Mollicone, rappresentante dell’Ugl, che ha ribadito il ruolo essenziale del Consiglio Generale ed ha paventato il rischio di uno scavalcamento del Comitato di presidenza da parte dei deputati e senatori della circoscrizione Estero. Una presenza con diritto alla parola, quella nel Cgie dei parlamentari eletti all’estero, che, per Mollicone, dovrebbe essere espressamente garantita dalla nuova legge istitutiva del Consiglio Generale.
L’esigenza di tutelare il Cgie, come laboratorio di sintesi dell’emigrazione italiana, è stata evidenziata dal consigliere Alberto Bertali (Gran Bretagna) che ha chiesto maggiore attenzione per i tanti italiani che vivono e lavorano all’estero, ma non iscritti negli elenchi consolari. Un dare voce a chi non ha spazi per esprimersi che, secondo Francesco Nardelli (Argentina), rappresenta una delle caratteristiche primarie del Cgie. Un organo di rappresentanza che deve assumere sempre maggiore autorevolezza. Anche Nardelli ha chiesto di mantenere inalterato il numero dei consiglieri per l’Argentina.
Maggiore visibilità per le comunità più piccole, soprattutto nell’ambito delle Commissioni continentali, è stata auspicata da Marina Salvarezza che nel Cgie rappresenta Ecuador e Colombia. La Salvarezza si è detta favorevole alla permanenza nel Cgie dei parlamentari eletti all’estero. Dopo l’intervento del consigliere Claudio Pozzetti, rappresentante dei lavoratori frontalieri, che ha sottolineato l’esigenza di salvaguardare l’autonomia del Consiglio Generale, il consigliere Massimo Romagnoli, deputato della circoscrizione Estero, ha ricordato come nello statuto del Cgie non sia indicata alcuna incompatibilità fra la carica di consigliere e quella di parlamentare. " Ma se la mia presenza crea un problema – ha aggiunto il deputato di Forza Italia – pregherò il Segretario Generale di mettere ai voti dell’Assemblea la questione, e cioè se io debba o no restare nel Cgie. Perché l’ultima cosa che voglio, visto che tengo molto a questa istituzione, è quella di essere un membro non desiderato". Romagnoli ha inoltre auspicato un cambiamento sia del Cgie, che deve dare risposte concrete alle comunità, sia dei Comites che vanno valorizzati e messi nella condizione di lavorare.
Il potenziamento del Consiglio Generale e dei Comites è stato auspicato anche da Norberto Lombardi, rappresentante dei Ds, che ha auspicato nell’ambito del nuovo Cgie uno spazio di rappresentanza per le nuove generazioni ed un rapporto più stretto con le regioni. Oltre ad elaborare progetti che possano concorrere a diverse fonti di finanziamento, il nuovo Consiglio Generale dovrà essere totalmente autonomo, cioè sganciato dalla presidenza affidata ora al Ministro degli Esteri, avere un segretario generale a tempo pieno e sciogliere il nodo dell’elezione diretta. "Nella nuova legge istitutiva – ha spiegato Lombardi – credo che dovremo inserire la clausola di incompatibilità fra la carica di parlamentare e quella di consigliere del Cgie, ma finché la riforma non sarà in vigore chi vorrà rimanere dovrà poterlo fare".
Il consigliere Adriano Toniut (Argentina) ha invece respinto l’ipotesi di una contemporanea elezione dei membri del Comites e del Cgie ed ha chiesto maggiore tempestività nell’erogazione dei finanziamenti per i Comitati all’estero. Valutata negativamente anche ogni possibile riduzione dei consiglieri dell’Argentina nell’ambito del Cgie. Segnaliamo infine l’intervento del senatore Learco Saporito che nel Cgie rappresenta l’Anfe. Dopo aver lodato il comportamento corretto e responsabile dei senatori e deputati eletti all’estero, Saporito ha invitato il Cgie a superare, in questa difficile fase di transizione, le divisioni interne e a svolgere una funzione di tramite fra le comunità e i parlamentari della circoscrizione Estero.(Goffredo Morgia- Inform)

 

 

2248-cgie-la-giornata-conclusiva-dei-lavori-dellassemblea-plenaria

3028

2006-1

Views: 1

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.