2246 CGIE: Voto all’estero, battaglia vinta. Ma va perfezionata…

20061006 12:46:00 webmaster

Gli interventi dei vice segretari generali. Il dibattito in assemblea

ROMA – Il voto all’estero, conquista agli atti. Ma non significa che i nodi siano tutti sciolti. Problemi ce ne sono. Si sono visti alle ultime elezioni. E non sono trascurabili. Il voto battaglia vinta. Sì, ma è una vittoria da perfezionare. E senza dormirci sopra. Per garantire pienamente ai cittadini italiani all’estero di esercitare il loro diritto al voto.
In assemblea CGIE si è discusso di questo esercizio, di svolgimento delle operazioni,dei problemi riscontrati, di proposte di miglioramento operativo e di eventuali modifiche normative da apportare.

Problematiche non disgiunte da quella dell’anagrafe. Che deve essere costantemente aggiornata, ripulita. E il CGIE chiede da anni una nuova anagrafe: il vice ministro Danieli ha annunciato ieri un nuovo Sistema di Anagrafe Centralizzata (v. Inform http://www.mclink.it/com/inform/art/06n18502.htm ).
Molta carne al fuoco. Come si riscontra anche nelle relazioni dei vice segretari generali che in questi ultimi mesi hanno riunito le loro commissioni continentali.
Fatta salva la “irreversibilità” del voto per corrispondenza tuttavia, come ha rilevato il Vice segretario per l’Europa e il Nord Africa Elio Carozza, vanno migliorati sensibilmente sia la fase pre elettorale nel senso – come si sottolinea anche nel documento della Commissione contentale riunitasi a Bruxelles a metà settembre – di anticipare i tempi delle procedure (ricezione liste, stampa del materiale elettorale, invio dei plichi), coordinare a livello paese le operazioni e semplificare i testi e la documentazione elettorale. Carozza e la commissione poi raccomandano particolare attenzione alla comunicazione e informazione – il riferimento è soprattutto alla Rai – nonché alla sicurezza e certezza dell’espressione del voto. Carozza ha sollecitato anche a valutare l’eventualità della “opzione positiva” del voto: in pratica l’elettore all’estero dovrebbe dichiarare la volontà di esprimere il voto per corrispondenza nella circoscrizione Estero. Fatto stato poi che le incongruenze tra Aire e schedari consolari continuano a sussistere e che, comunque gli schedari consolari sono più aggiornati dell’Aire, Carozza auspica un unico database che consenta a consolati e comuni di accedere ai dati e di aggiornarli. Inoltre, la richiesta di istituire uffici elettorali presso quelli consolari. Carozza ha infine espresso “apprezzamento” per l’impegno della rete consolare nella gestione elettorale ma anche un “forte disappunto” per come si sono svolte le operazioni di spoglio a Castelnuovo di Porto. E allora,vista la complessità e le difficoltà delle operazioni, Carozza e la commissione continentale invitano a prendere in considerazione l’ipotesi di effettuare lo spoglio in ogni Paese , a livello consolare o decentrato su territorio metropolitano.
Marco Fedi, segretario generale per i Paesi anglofoni extraeuropei (la commissione ha stilato un documento alla riunione tenutasi a Montreal alla fine del luglio scorso) ha evidenziato la necessità di discutere della “qualità” dell’esercizio elettorale prendendo in considerazione la possibilità di apportare miglioramenti alla legge 459: ma quando porre la questione della riforma di questa legge? ha chiesto. Farlo subito o quando si porrà quella della riforma elettorale in Italia? Un argomento che dovrà essere approfondito dal CGIE . Il suggerimento è di inserire la proposta nel contesto di riforma elettorale italiano. Fedi si è detto poi d’accordo con Carozza sulla idea di uffici elettorali nei consolati. E pur non mancando di apprezzare l’impegno delle strutture consolari in occasione delle elezioni dell’aprile scorso, la presenza in loco di “personale fisso e all’altezza”, avrebbe ricadute positive sulla partecipazione al voto degli elettori. Il CGIE da anni chiede una nuova anagrafe una “interfaccia unica”. Ora , ha commentato Fedi, si va realizzando. Altra riflessione: l’informazione. Che, ha osservato Fedi, in occasione delle politiche, è stata carente e a volte addirittura assente.
Il vice segretario generale per l’America Latina Luigi Pallaro, impossibilitato ad intervenire causa una forma di influenza ha inviato un intervento scritto letto in assemblea dal segretario generale Nraducci . In esso si sottolinea come il voto sia stato “un evento epocale” e si ringrazia Tremaglia per avere “difeso strenuamente” questo diritto insieme a settori della vita politica italiana. Da Pallaro poi l’avvertimento che “non si può cancellare il CGIE come vorrebbe qualcuno” in quanto “strumento importantissimo” proprio alla luce della presenza in Parlamento degli eletti all’estero. Quanto alla partecipazione al voto , Pallaro ha ricordato l’alta affluenza in America Latina. Certo il processo “è perfettibile” . E in particolare la commissione per America Latina (che si è riunita in luglio a Città del Messico e dalla quale è uscito un documento) propone che in ogni consolato sia aperto un ufficio elettorale permanente che supervisioni le operazioni di allineamento delle anagrafi e si occupi , nel momento delle elezioni, di tutte le operazioni connesse, magari con l’aiuto di un funzionario del Ministero Interno. Pallaro propone anche che ai rappresentanti di lista sia consentito l’accesso durante le operazioni di voto, ai locali del Consolato. Quanto poi alle operazioni di spoglio a Castelnuovo di Porto, Pallaro, pur lamentando il clima di generale confusione” ha assicurato che “non ci sono evidenze di avvenuti “brogli” come denunciato da qualcuno” Comunque, per Pallaro bisognerebbe provvedere ad una “più razionale e ordinata” disposizione dei seggi e a una formazione più accurata degli scrutatori.
Per Andrea Amaro, vice segretario di nomina governativa, andrebbe prevista la possibilità di tempi più lunghi per l’invio dei plichi elettorali e valutate soluzioni per garantire la sicurezza del voto.
Riguardo allo spoglio a Castelnuovo di Porto, la concentrazione di 700 seggi non ha permesso agli scrutatori di lavorare in condizioni adeguate. Da Amaro anche l’appunto per come è stata diffusa l’informazione televisiva. Anche fuorviante talvolta: come nelle modalità elettorali. Un esempio? Per la circoscrizione estero le preferenze si potevano dare mentre in Italia no .Ma all’estero sono state diffuse informazioni sulle modalità di voto che riguardavano gli italiani in Italia…. E che dire poi delle tribune elettorali? Varie volte all’estero sono arrivati i visi e le dichiarazioni di candidati in Italia…
Riguardo all’anagrafe, “passi in avanti ne sono stati fatti , ma ancora si nega il diritto dell’esercizio di voto a tanti cittadini”. Urge un data base unico e “finire al più presto il lavoro di risanamento”, senza ridursi all’ultimo, a ridosso di nuove elezioni.
Al termine degli interventi dei vice segretari generali la parola è passata all’assemblea. Giovanni Rapanà, consigliere del Canada, ha osservato come “per la prima volta” un governo prenda seriamente l’impegno di mettere mano alla questione dell’anagrafe puntando ad una “anagrafe integrata”. Nel suo intervento Rapanà ha sollevato la questione della “regolamentazione” dell’attività dei Patronati in occasione delle elezioni politiche.
Per il consigliere della Svizzera Dino Nardi bisognerebbe “seriamente ragionare” sulla “inversione di opzione” che aiuterebbe a “risolvere il 90 per cento” dei problemi sollevati dai vice segretari generali . in tal modo il voto acquisterebbe maggiore “serietà” e si avrebbe la certezza che i plichi sarebbero destinati ai cittadini elettori “interessati davvero al voto”. Nardi è poi per lo spoglio delle schede in ogni paese in cui si vota.
Sì di Riccardo Pinna, consigliere del Sud Africa, a uffici elettorali nella ambasciate e nei consolati che dovrebbero gestire le operazioni da lì. Pinna è anche per allungare i tempi di invio e riconsegna dei plichi: le poste in Sudafrica non sono veloci come in altri Paesi e le distanze sono molto grandi. Distanze che suggeriscono anche di non allestire seggi nei consolati.
Carlo Consiglio, consigliere del Canada (Ctim), spinge per lo spoglio delle schede in loco, non tanto per problemi garanzie, quanto, ha precisato, perché potrebbe servire ad allungare quei tempi, piuttosto ristretti. Riguardo alla questione opzione del voto, Consiglio nutre “dubbi notevoli” . Secondo il consigliere “l’opzione preventiva può fare scendere la partecipazione dei votanti”
Per il consigliere Norberto Lombardi (Ds), che ha individuato nelle relazioni dei vice segretari un “contributo serio soprattutto al ruolo del CGIE” che dimostra “competenza diretta e auditrice dell’organismo” , l’avvertimento che i tentativi di delegittimazione del voto “sono sempre in agguato”. E l’invito al CGIE di un “supplemento di riflessione sulla questione della opzione”. Con la scelta di invertire l’opzione di voto non solo si risparmierebbe sulle spese ma soprattutto si avrebbero elenchi “puliti” e “una personalizzazione della segretezza del voto”. Si può chiamarla una “bonifica d’intenzione” dal momento che chi vuole votare non solo sceglierà di farlo, ma potrà anche “seguire tutto l’iter del suo voto”. Lombardi è però contrario alla decentralizzazione delle operazioni di spoglio. La centralizzazione è un elemento di certezza della democraticità: la certificazione è fatta da giudici e non da funzionari amministrativi. Il problema è semmai di natura organizzativa,come si è visto a Castelnuovo di Porto.
Per Michele Schiavone, consigliere della Svizzera, quella del voto all’estero è una battaglia vinta e “non deve essere più inficiato e messo in dubbio” . Schiavone ha invitato poi a prendere in considerazione l’utilizzo di mezzi telematici come “forma di partecipazione democratica alternativa al voto per corrispondenza”
Valter Della Nebbia, consigliere Usa, condivide le osservazioni di Consiglio. E rispondendo a Nardi e Lombardi ha osservato che la “cultura della registrazione al voto è anglosassone ma estranea ai noi italiani” . Per Della Nebbia bisogna invece continuare sulla strada già intrapresa per allargare sempre più la partecipazione
Il consigliere Francesco Pascalis (Udc) dice invece “sì all’introduzione dell’opzione”. Per Pascalis .- che ha parlato anche di “scempio costituzionale”riguardo a quanto accaduto a Castelnuovo di Porto – ciò che va rivisto non sono le procedure del voto per corrispondenza bensì i principi di svolgimento.
Francisco Nardelli, consigliere dell’Argentina, si è detto contrario alla opzione facendo osservare che la registrazione al voto “non può sostituire lo Stato nell’allineamento delle anagrafi” e che spesso i consolati sono anche molto distanti.

(Simonetta Pitari-InformEMINOTIZIE)

 

 

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