2244 COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: Marelli: ''Troppe parole, ora aspettiamo i fatti''

20061006 12:42:00 webmaster

Finanziaria 2007. Le Ong italiane ricordano gli obiettivi minimi chiesti al governo sul fronte degli aiuti allo sviluppo: un fondo di 1 miliardo, lo 0,33% del Pil e un calendario preciso per raggiungere a breve lo 0,7%

MILANO – "Sulla Finanziaria parole ne abbiamo sentite fin troppe. Ora bisogna mettersi d’accordo sulle cifre, servono solo i fatti concreti”: è una netta richiesta ma a suo modo anche un auspicio quello di Sergio Marelli, presidente dell"Associazione delle Ong italiane, intervenuto alla Camera alla conferenza stampa di presentazione del Calendario di iniziative che il Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare, da lui stesso presieduto, ha organizzato in vista del Vertice Fao del prossimo novembre a Roma.

“Le richieste rivolte al governo da parte delle organizzazioni non governative, soprattutto quelle impegnate nell’aiuto allo sviluppo, sono state più che ragionevoli: è per questo che ci aspettiamo che vengano mantenute”, afferma. La quota di Prodotto Interno Lordo da destinare allo sviluppo è stata indicata dalle ong italiane nello 0,33%: “Una cifra realistica, a portata di mano, a cui occorrerebbe aggiungere però un fondo-dono di un miliardo di euro: sono queste infatti le risorse che possono effettivamente incidere sulla situazione dei paesi poveri”. In prospettiva futura, poi, le ong ricordano di aver chiesto al governo di fissare un calendario in cui siano indicate le singole tappe per arrivare a destinare agli aiuti lo 0,70% del Pil: “Non chiediamo tutto e subito, ci rendiamo conto della situazione generale, ma non è possibile attendere oltre nella definizione di un percorso che conduca a quegli obiettivi che il nostro paese ha assunto a livello internazionale. Ne va della stessa reputazione dell’Italia”.

“Abbiamo avuto contatti con il ministero dell’Economia e dunque” – gli fa eco Marco De Ponte, segretario generale di Action Aid International, una delle 260 associazioni riunitesi nel Comitato per la Sovranità Alimentare – “non siamo sorpresi dai numeri di questa finanziaria. Ci pare però che qualcosa in più debba essere fatto per cambiare l’atteggiamento mentale su questi problemi: è vero che c’è un lieve aumento dei fondi allocati alla cooperazione, ma rimaniamo ancora molto distanti dagli obiettivi fissati a tal proposito dall’Unione Europea”. De Ponte indica in particolare due traguardi: destinare agli aiuti allo sviluppo lo 0,56% del Pil entro il 2010 e lo 0,7% entro il 2015. “E’ tutto previsto in documenti e dichiarazioni, non resta ora che fissare un calendario per arrivarci davvero”.

Fondi destinati ai paesi in via di sviluppo, ma anche finanziamenti alle singole realtà associative italiane: l’abolizione del cinque per mille fa discutere. “E’ stata una scelta sorprendente ma anche inopportuna” – ammette De Ponte. “Prima di decretarne la fine, ci sarebbe sembrato utile quanto meno attendere i risultati della sperimentazione avviata. In fondo il cinque per mille è stato uno dei pochi provvedimenti degli ultimi anni mirato ad aumentare i fondi delle ong: sarebbe stato saggio aspettare i primi dati”. Le alternative per le singole ong infatti continuano a mancare, e per De Ponte non è possibile affidarsi esclusivamente ad iniziative occasionali quali “gli SMS o le raccolte fondi in TV”: “Vanno assolutamente trovate misure specifiche e di lungo periodo: serve un impegno serio anche su questo fronte”.

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