2235 UIL, Riforma dell’immigrazione. E’ davvero così vicina e probabile?

20061006 11:51:00 webmaster

A partire dal 4 ottobre 2006, nel sito www.uil.it/immigrazione è presente una nuova finestra che si propone di discutere del tema riforma dell’immigrazione.

"Abbiamo cominciato ospitando un documento consegnato la settimana scorsa dal ministro dell’Interno Giuliano Amato alla Commissione Affari Costituzionali del Senato, che proponiamo a tutti i lettori e visitatori del nostro sito."

Nel documento Amato ha cercato di affrontare gli aspetti principali della riforma del Testo unico dell’Immigrazione, dai flussi d’ingresso e programmazione delle quote, ai ricongiungimenti familiari, alla carta di soggiorno, alla cittadinanza.

Si parla poi della necessità di dare ai lavoratori altamente qualificati un canale d’ingresso privilegiato, mentre per quelli generici verrebbe istituito una sorta di collocamento all’estero, presso i consolati, tramite liste consultabili dalle imprese via internet;

In alternativa, i datori di lavoro potranno rivolgersi agli sponsor, soggetti che possono far entrare lavoratori stranieri offrendo garanzie per l’assicurazione al SSN, i mezzi di sussistenza.

La riforma riguarderà anche i permessi di soggiorno. Innanzitutto si prevede l’eliminazione dei permessi per soggiorni brevi (inferiori ai 90 giorni), alleggerendo gli interessati e lo Stato da procedure burocratiche eccessive. Ed allungando la durata degli altri permessi. Verrà inoltre portata da sei mesi a una anno la durata del permesso "per attesa occupazione".
La riforma del Testo unico vuole anche favorire la collaborazione dell’immigrato colpito da un provvedimento di espulsione, con programmi di "rimpatrio volontario e assistito", finanziati da un "fondo nazionale rimpatri"che prevedono anche una riduzione del divieto di reingresso in
Italia per chi collabora. Il documento definisce inoltre "cruciale" aumentare gli accordi di riammissione. Quanto ai Cpt, andrebbero rimpiazzati da due distinte tipologie di strutture. Da una parte un limitato numero di "Centri per l’esecuzione dell’espulsione", per i
"soggetti più inclini all’illegalità e di più elevata pericolosità", dall’altro "strutture di accoglienza vera e propria" riservate al soccorso dei clandestini sbarcati o comunque individuati in condizioni irregolari e di bisogno.

Noi della UIL comunque ci poniamo delle semplici domande, a cui pensiamo
si debba dare risposta:

a) Ci sono davvero i numeri perché una proposta di riforma della
normativa sull’immigrazione possa passare in Parlamento in tempi non
troppo lunghi?

b) Una politica di maggiore apertura e flessibilità degli ingressi è di
per sé sufficiente per evitare che continui l’ingresso di clandestini e
soprattutto il mantenimento delle quote è funzionale ad un mercato della
manodopera che necessità di strumenti flessibili e tempi brevi?

c) Un’apertura verso l’ingresso regolare è di per sé sufficiente a far
scomparire la presenza irregolare di migranti? Che fare dei CTP?

d) I differenziali demografici tra Europa e PVS (africani soprattutto)
non renderanno vani i tentativi di alleggerire l’Italia dalla pressione
migratoria? Non sarebbe importante avviare – nel contempo – una politica
di cooperazione internazionale più consistente e qualificata?

e) Come si conciliano i drecreti flussi con la farraginosità della
macchina burocratica ed i tempi eterni di rilascio del permesso di
soggiorno?

f) Bisogna aprire le porte a tutti oppure lo Stato non può abdicare
al diritto/dovere di decidere quali e quanti possono entrare ogni anno nel
nostro territorio?

g) Cosa si intende per integrazione e quali strumenti si intendono
rafforzare per una politica di vero accoglimento nel territorio? Non c’è
anche un problema di reciprocità tra la nostra cultura e quella di chi
arriva? Non c’è anche un dovere da parte del migrante di accettazione dei
valori fondamentali della nostra democrazia?

h) E’ giusto fare finta che i 500 mila stranieri che entreranno nei due
decreti flussi siano davvero all’estero e costringerli ad andare in Patria
per avere il visto d’ingresso per motivi di lavoro? Quali sono i costi
sociali di questa operazione?

Queste ed altre domande sono aperte al dibattito di tutti coloro che hanno
voglia e competenza per intervenire in un dibattito tanto importante e
complesso.

I contributi verranno pubblicati nel nostro sito.

Per favore scrivete a:

Dipartimento Politiche Migratorie della UIL

Segr. Conf. Guglielmo Loy
Tel. 0647.53.292
polterritoriali@uil.it

Coord. Naz. Giuseppe Casucci
Tel. 0647.53.405
polterritoriali2@uil.it

 

 

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