2256 Partito Democratico: Un salto nel buio

20061008 08:06:00 webmaster

Eitoriale del 7 Ottobre di "Aprile online" (minoranza DS)

Palla lunga e pedalare. Sembra questa metafora calcistica la più appropriata per definire il disegno strategico delineato, alla due giorni di Orvieto, da Prodi & C. per realizzare il partito democratico. Cosa c’è di politicamente rilevante oltre al fatto che Ds e Margherita si siano incamminate su una strada sconosciuta da cui, da oggi, sembra ormai difficile per entrambi tornare indietro? Niente. Nessuno dei nodi politici, infatti, è stato risolto. Anzi. Alcuni si sono ingarbugliati ulteriormente. Un esempio. La forma organizzativa del nuovo soggetto politico.

La relazione del professore prodiano, Salvatore Vassallo, secondo il quale i partiti dovrebbero prima sciogliersi e poi i loro rappresentanti dovrebbero entrare singolarmente nel nuovo soggetto, dove varrà il principio "una testa un voto", è contestata da molti sia nei Ds che nella Margherita. "I voti almeno nella fase di transizione – dice Pierluigi Castagnetti – non si contano ma si pesano".

Piero Fassino è d’accordo. Il segretario Ds non risparmia l’affondo al professore prodiano: "L’idea che il partito democratico nasca a prescindere dai partiti che hanno costruito l’Ulivo è velleitaria. Non nasce. Chi pensa che i partiti siano un inutile retaggio del passato, sbaglia. Anche perché bisognerebbe conoscerli…". Anche Massimo D’Alema difende la forma-partito: "Le primarie sono state uno straordinario momento d’allargamento del campo democratico, ma so che senza le sezioni dei Ds e i circoli della Margherita le primarie non si sarebbero potute tenere". Il partito all’americana che tanto piace al professor Parisi, vuoto di politica e leggero nella struttura, non si farà. Questo sembra certo. Le resistenze sono troppo forti e politicamente significative. Alla fine delle due giornate nessuno sa come si procederà.

Un altro nodo irrisolto riguarda l’appartenenza europea del nuovo soggetto politico. Partito socialista europeo o nuova formazione internazionale? Anche qui, le posizioni restano immutate. Fassino ribadisce l’intenzione di iscriversi al Pse. Francesco Rutelli rimanda la discussione a data da destinarsi. E il premier preferisce glissare sull’argomento. All’orizzonte si delineano più ombre che luci. A meno che, nel frattempo, Prodi non riesca nel miracolo culturale e politico di avvicinare Partito democratico americano e Pse. Improbabile.

L’ultima contraddizione, la più grande è lasciata sullo sfondo. Il rapporto tra cultura laica e cattolica. Nessuno si inoltra su un terreno tanto minato. Neanche il premier.

Dopo Orvieto, sono in molti a pensare che si sia superato il punto di non ritorno. Verso dove e cosa, però, nessuno lo sa con certezza. Sembra un salto nel buio.

 

 

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