2280 VENEZUELA: Tecnologia italiana per la nuova linea ferroviaria tra Cua e Caracas

20061011 10:38:00 webmaster

da La oce d’Italia – Caracas

Tra pochi giorni si inaugura la ferrovia che collega Cua a Caracas, un gioiello tutto italiano. Intervista con Rocco Nenna, responsabile dell’Astaldi in Venezuela

CARACAS- Mancano pochi giorni alla inaugurazione del treno che unirà la Valle del Tuy a Caracas, i 31 minuti tanto pubblicizzati dovrebbero cambiare davvero la vita a tutti quei pendolari costretti a svegliarsi nella notte, per poter arrivare puntuali a Caracas. Rocco Nenna, responsabile dell’Astaldi, è felice perchè non solo l’opera è stata fatta e consegnata in tempo: questo buon lavoro dovrebbe quasi sicuramente aiutare il sistema Italia ad avere altri appalti, a scapito della concorrenza cinese, che ha molti più problemi a lavorare in Venezuela.
– Allora, finalmente si inaugura il treno!

– Si, è un viaggio comodo, sembra di camminare sull’olio. Ha fatto una visita anche il ministro Giordani ed ha riscontrato l’ottima qualitá di lavoro, che è costato circa due miliardi e mezzo di dollari
– Da chi è stato portato a termine?
– Da un consorzio da composto da Astaldi, Ghella ed Impregilo, poi ci sono imprese venezolane ed una giapponnese, che ha partecipato anche con un finanziamento. Ci siamo occupati di tutto: dall’esecuzione delle opere civili, alla messa in marcia del treno. Insomma, lo cosegneremo chiavi in mano.
– Quanto tempo c’è voluto?
– Molto è dipeso dalla capacitá finanziaria del governo, il progetto è partito nel ’96, è stato interrotto, poi è stato ripreso nel 2000 ed è terminato adesso.
– Quante persone sono state impegnate in quest’opera?
– 2000 impieghi diretti. Poi se consideriamo quelli indiretti dobbiamo moltiplicare per cinque, allora aggiungiamo altri 10000, quindi 12000 persone occupate nella fase lavorativa.
– Quanto c’è d’Italia in questa ferrovia?
– Il sistema italiano è stato fondamentale, se c’è bisogno di qualcosa che il Venezuela non produce, si va in Italia e si compra. Circa un terzo non si produce nel paese, quindi circa un terzo viene dall’Italia, 700-800 milioni di dollari. Ma anche a livello locale, tutti i fornitori che si usano, per facilitá, sono fornitori italo-venezolani o di origine italiana, come i subcontrattisti per fare i movimenti terra, per la posa d’acciao.
– Cosa è venuto dall’Italia?
– Molti macchinari, ed anche strutture in ferro, ponti d’acciaio molto grandi, che prima il paese non produceva, ora un po’ di più
– Perchè si preferiscono imprese italo-venezolane per i subappalti?
– In generale le generazioni cresciute dalle costruzioni vengono da generazioni italiane. Volumetricamente sono quelli più presenti, si crea un’affinitá, è più facile parlare, capirsi. E’inevitabile che sia così.
– Per quanto riguarda la responsabilità sociale dell’imprenditore, cosa avete fatto?
– Non si dovrebbe dire, come quando si fa beneficenza. Comunque dove siamo passati abbiamo costruito scuole, per esempio a Cua. Poi campi sportivi: di calcio, di palla a canestro. Abbiamo consegnato panettoni a natale. C’è quindi anche il beneficio sociale.
– Come cambia la vita di chi abita da quelle parti?
– L’ho vissuto direttamente, quando abbiamo fatto il primo viaggio in treno. A Charallave sud la stazione si è riempita di gente, chi applaudeva, chi saltava di gioia. C’è chi si alza di notte per andare a lavorare al mattino. Adesso uno si siede in treno alle 8 e sa che in venti minuti, leggendo il giornale, arriva. Cambia lo stile di vita. Si può contare su orari molto più ragionevoli. E poi ci sono i benefici ambientali, dovrebbe diminuire il traffico lungo le strade.
– Oltre al problema finanziario, ci sono stati altri problemi in fase d’esecuzione?
– Sì, ci sono stati, ma sempre in termini gestibili, i buoni ingegneri sanno risolverli. Ci sono poi le lentezze burocratiche, nei vari passaggi per i pagamenti, per i permessi, per gli espropri, ma anche in questo caso la nostra lunga permanenza ci ha permesso di cavarcela al meglio.
– Qual è il prossimo progetto?
– Una ferrovia che va da Puerto Cabello, passa per Valencia, per Maracay fino alla Encrucijada. Si stanno facendo le opere civili, cioè i lavori per preparare il tracciato. Adesso sono state assegnate le stazioni. Siamo già oltre i 2 miliardi dollari, è un lavoro fatto al 40%. Sono tutti i tunnel e viadotti. Mancano ancora altri tre anni per le opere civili, poi il 2010 per i sistemi elettromeccanici: per il 2011 potrebbe essere portato a termine. Il progetto è complessivamente di 120 chilometri di lunghezza, con le stesse caratteristiche tecniche di una zona di montagna.

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