2324 L'Italia verso la ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla tratta degli esseri umani

20061020 13:00:00 webmaster

Il nostro Paese ha solo firmato la carta; il Governo spingerà sul Parlamento affinché sia ratificata la Convenzione ed è pronto a modificare la Bossi-Fini. Lo ha annunciato la ministra delle Pari opportunità Pollastrini

ROMA – L’Italia potrebbe ratificare presto la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla tratta degli esseri umani. Per ora il nostro paese, per conto del governo, ha solo firmato la carta. Ora si tratta di passare all’atto formale della ratifica che spetta al parlamento. Lo ha spiegato oggi il ministro dei Diritti e delle Pari Opportunità, Barbara Pollastrini, introducendo il seminario internazionale organizzato dal Consiglio d’Europa a Roma nell’ambito della campagna contro la tratta e lo sfruttamento degli esseri umani. Il ministro ha spiegato che i tempi potrebbero essere brevi per la ratifica. L’intenzione politica è infatti già definita.

Nello stesso tempo, ha detto sempre la ministra Pollastrini, il governo Prodi si appresta a modificare le normative sull’immigrazione. La famosa Bossi-Fini potrebbe essere quindi presto cambiata. Rispetto ai tempi, la ministra è stata molto ottimista. Ha infatti detto che i provvedimenti potrebbe andare in discussione a Palazzo Chigi già dalla riunione prevista per la prossima settimana. Il suo ottimismo sembra però essere smentito dalla decisione dello stesso Consiglio dei ministri di rinviare l’approvazione del decreto legge sull’articolo 18 bis, quello che permette la regolarizzazione degli immigrati clandestini che decidano di denunciare i loro sfruttatori (vedi lancio successivo).

L’approvazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sarebbe comunque un fatto politico molto rilevante perché attualmente solo tre paesi hanno già ratificato la Convenzione proposta da Strasburgo: la Romania, l’Austria e la Moldavia. La Convenzione definisce il concetto della tratta degli esseri umani dal punto di vista giuridico e prevede varie forme di intervento per contrastare uno dei peggiori e ripugnanti fenomeni sociali del mondo attuale. La base della Convenzione è la tutela dei diritti umani fondamentali che vengono negati costantemente in caso di sfruttamento della manodopera o peggio riduzione in forme di vero e proprio schiavismo delle persone. Per la Convenzione si ha tratta quando una persona viene obbligata con la forza, la frode o l’inganno a trasferirsi in un altro paese per essere sfruttata. La Convenzione definisce anche con precisione la figura giuridica della vittima, che deve essere tutelata in tutti i modi.

Il direttore generale dei Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Jan Kleijssen, che oggi ha partecipato al seminario a Roma, ha spiegato che la Convenzione si basa su tre “p”: prevenzione, protezione e persecuzione. Si tratta cioè di attivare tutti i canali possibili per prevenire il fenomeno e si tratta poi soprattutto di proteggere le vittime che decidano di denunciare i loro persecutori. Rispetto a questi ultimi non si possono che applicare le norme repressive previste per punire questo tipo di reati. Il direttore Kleijssen ha spiegato che l’”affare” della tratta vale almeno 30 miliardi di dollari l’anno. Si tratta del terzo settore economico più redditizio al mondo, subito dopo il traffico di armi e quello delle droghe. Se solo tre paesi hanno già dato la loro ratifica, altri trenta (tra cui appunto l’Italia) hanno già firmato e ora devono passare alla ratifica.

Intanto sulle misure contro lo sfruttamento e il caporalato in Italia interviene anche il vicecapo della polizia, Alessandro Pansa. In una intervista a un settimanale, Pansa spiega che ci si sta muovendo verso la possibilità di accordare un permesso di soggiorno temporaneo a un immigrato vittima di una condizione oggettiva si sfruttamento, ma anche verso la cancellazione di tutti i diritti e gli eventuali privilegi fiscali alle aziende e ai datori di lavoro che si avvalgono di personale in nero. (pan)

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