2316 IMMIGRAZIONE: Rallenta la crescita degli immigrati. Oltre 2,6 milioni i regolari residenti

20061017 15:29:00 webmaster

I dati dell’Istat: all’1 gennaio 2006 gli stranieri erano il 4,5% della popolazione. Un quarto risiede in Lombardia. Crescita dell’11,2% dal 2005. Oltre 28 mila nel 2005 i ”nuovi” cittadini italiani, il 15% per naturalizzazione

ROMA – Cresce dell’11,2% (268.357 persone) la popolazione straniera residenti in Italia, secondo l"ultimo studio dell’Istat al 1° gennaio 2006: 2.670.514 cittadini, 1.350.588 maschi e 1.319.926 femmine. Incremento che tuttavia si presenta inferiore a quello registrato nei due anni precedenti (anni dei provvedimenti di regolarizzazione), dovuto in gran parte all’aumento dei nati di cittadinanza straniera (figli di genitori entrambi stranieri residenti in Italia) che nel 2005 si traduce in un saldo naturale (differenza tra nascite e decessi) in attivo di 48.838 unità.

Complessivamente l’incidenza sulla popolazione è del 4,5%, con un incremento dello 0,4% rispetto all’anno precedente, valore che resta comunque inferiore a quello di altri paesi come Germania, Spagna Regno Unito.

La dinamica migratoria – Gli ingressi dall’estero sono 282.780, inferiori a quelli del 2004 (394.756), anno in cui molti stranieri si sono iscritti all’anagrafe dopo aver regolarizzato la propria presenza; le cancellazioni per l’estero sono 15.951, un numero, spiega l’Istat, costante nel corso degli anni, anche per la scarsa propensione degli stranieri a dichiarare all’anagrafe la partenza, in caso di rimpatrio. Il saldo migratorio con l’estero resta dunque molto elevato (266.829).

La distribuzione territoriale – La presenza di immigrati interessa maggiormente le regioni del Centro-Nord; il Mezzogiorno accoglie soltanto il 12% della popolazione straniera, la parte restante è suddivisa fra il Nord-Ovest (36,6%), il Nord-Est (27,4%) e il Centro (24%). Un quarto degli stranieri residenti in Italia (il 24,9%) risiede in Lombardia e, in particolare, nella provincia di Milano (la cui quota, sempre rispetto al totale degli stranieri residenti in Italia, è pari al 10,9%). La Lombardia (7,0%), l’Emilia-Romagna (6,9%) e il Veneto nel Settentrione e l’Umbria (6,8%) nel Centro sono le regioni con l’incidenza più elevata di popolazione straniera, mentre tra le regioni del Mezzogiorno solo l’Abruzzo (3,4%) segnala un’apprezzabile percentuale di stranieri residenti.

La cittadinanza – Gli immigrati divenuti italiani per acquisizione di cittadinanza sono sempre di più: 28.659 nuovi cittadini italiani nel 2005, circa il 50% in più rispetto al 2004. Tuttavia secondo l’Istat si tratta ancora di un fenomeno relativamente limitato, considerando che dal 1996 – anno in cui è iniziata la rilevazione delle acquisizioni di cittadinanza nell’ambito dell’indagine anagrafica sulla popolazione straniera oggetto del presente rapporto – si stima che siano circa 180mila i cittadini stranieri che complessivamente hanno ottenuto la cittadinanza italiana. La maggior parte per matrimonio, e, poiché i matrimoni misti si celebrano prevalentemente fra donne straniere e uomini italiani, fra i nuovi cittadini italiani le donne sono più numerose. Le concessioni di cittadinanza per naturalizzazione – per le quali l’attuale legislazione pone come requisito almeno 10 anni di residenza continuativa – sono invece circa il 15% del totale. Inoltre i dati disponibili sui permessi di soggiorno secondo la durata della presenza mostrano che i potenziali richiedenti sarebbero invece piuttosto numerosi: gli immigrati da paesi a forte pressione migratoria presenti da più di 10 anni (dati al 1° gennaio 2004) erano infatti poco meno di 380mila, il che porta ad una stima orientativa dell’incidenza delle naturalizzazioni dei cittadini di questi paesi intorno all’1%.

Le comunità straniere – Le comunità cresciute maggiormente sono quelle provenienti dall’Europa centro-orientale, che, escludendo i paesi neocomunitari, sono più che raddoppiate (+113,5%) rispetto al 1° gennaio 2003. Alcune in particolare: gli ucraini sono passati in tre anni da meno di 13mila unità a 107mila, i rumeni da 95mila a 298mila e gli albanesi da 217 mila a 349mila. Aumenti consistenti si registrano anche per i cittadini dell’Asia orientale, in particolare per i cinesi, cresciuti da 70 mila a 128 mila unità. Più contenuto, ma comunque sostanziale – ancora un volta grazie anche alla regolarizzazione – risulta l’aumento degli stranieri originari dell’Africa (+50% nel complesso), tra cui spicca la crescita dei marocchini, che al 1° gennaio 2006 raggiungono quota 320mila e che hanno usufruito in grande misura della regolarizzazione, nonostante si tratti di una delle comunità di più antico insediamento in Italia. Va segnalato, inoltre, l’incremento dei cittadini provenienti dall’America centro-meridionale (+87%), soprattutto degli ecuadoriani, che sono una delle comunità cresciute di più (dalle 15 mila unità del 2003 alle 62 mila del 2006). Vi sono alcune concentrazioni significative: gli albanesi costituiscono il 39% degli stranieri residenti in Puglia ed oltre il 20% di quelli insediati in Basilicata, Abruzzo, Toscana e Umbria. Proviene, invece, dal Marocco il 32% degli immigrati residenti in Valle d’Aosta, oltre il 20% di quelli dimoranti in Piemonte ed oltre un quarto degli stranieri presenti in Calabria. I rumeni, infine, sono una quota consistente dei residenti stranieri nel Lazio (23,8%). Gli ecuadoriani sono il 20% dei residenti stranieri in Liguria, mentre i tunisini evidenziano un’incidenza di quasi pari entità in Sicilia; gli ucraini sono il 27% ed oltre il 13% degli immigrati dimoranti in Campania ed in Calabria; presenze importanti (con quote intorno al 10%) appaiono, infine, quelle dei cittadini della Serbia-Montenegro in Friuli-Venezia Giulia, dei cinesi in Toscana, dei senegalesi in Sardegna, degli immigrati dello Sri Lanka in Sicilia.

I minori stranieri – I nati in Italia da genitori stranieri residenti sono 51.971 nel 2005, pari al 9,4% del totale Costituiscono per l’Istat "una componente tutt’altro che trascurabile dell’aumento dei minori di cittadinanza straniera”, poiché rappresentano il 21,9% (585.496 unità) del totale della popolazione straniera residente al 1° gennaio 2006. Essi sono circa 84mila in più rispetto al 1° gennaio 2005: oltre il 60% di tale aumento è dovuto proprio ai nuovi nati, mentre la parte rimanente è costituita dai minori giunti in Italia per ricongiungimento familiare. Anche il numero dei minorenni conferma “una tipologia di immigrazione particolarmente stabile e presumibilmente ben radicata nel territorio”: l’incidenza dei minori, in rapporto alla popolazione straniera residente, è mediamente più alta nelle regioni settentrionali dove raggiunge il 23%, a fronte del 21,9% rilevabile a livello nazionale; il Veneto è la regione dove è più elevata la quota di minori stranieri (24,1%), e sono numerose le province dove supera il 25%. La quota di minorenni nelle regioni del Centro appare superiore alla media nazionale nelle Marche e nell’Umbria (rispettivamente 23,8% e 22,6%), anche se la percentuale più elevata si riscontra nella provincia di Prato (25,3%), mentre nel Lazio il peso dei minorenni sulla popolazione è più contenuto (19,1%). Inferiore alla media invece nel Mezzogiorno.

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