2341 Cgil-Arci-Magistratura Democratica: modificare testo unico sull'immigrazione

20061022 21:54:00 webmaster

La disciplina penalistica delineata dal documento Amato e dal recente disegno di legge ‘si pone su una linea di sostanziale continuita’ con la Bossi-Fini’.
Lo affermano Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci, Piero Soldini, reponsabile immigrazione Cgil, Angelo Caputo di Magistratura Democratica e Lorenzo Trucco dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, che hanno inviato oggi un documento ai ministri Amato e Ferrero, alle sottosegretarie Lucidi e De Luca, ai capigruppo dei partiti dell’Unione di Camera e Senato, con lo scopo di fornire un contributo alla discussione sulla riforma del T.U.

sull’immigrazione, avviata al Senato con la presentazione delle note del ministro dell’Interno e con l’approvazione da parte del consiglio dei ministri del disegno di legge che ne modifica l’articolo 12.
Il documento parte dalla constatazione che l’indirizzo di fondo delle riforme proposte dal Amato reintroduce l’impianto della Turco-Napolitano: ‘La condizione giuridica del migrante – speigano le organizzazioni – resterebbe ancorata a un diritto speciale che rappresenta il principale ostacolo a un percorso di convivenza e a una legislazione giusta ed efficace in materia e che sottende una rappresentazione del migrante come soggetto in se’ pericoloso per l’ordine pubblico.
Oggi la disciplina degli ingressi si incentra sul principio dell’incontro a distanza tra domanda e offerta di lavoro, disciplina del tutto irrealistica che impedisce l’effettiva praticabilita’ di vie legali per l’ingresso. ‘Su tale decisivo aspetto – spiegano le realta’ – il progetto Amato prevede la reintroduzione dello sponsor un meccanismo di collocamento internazionale, istituti gia’ in passato sperimentati con risultati non certo esaltanti. Scompare invece dall’orizzonte della riforma il permesso per ricerca di lavoro, strumento indispensabile e peraltro previsto dal programma dell’Unione’. Nemmeno della regolarizzazione permanente ‘ad personam’ per lo straniero in possesso di determinati requisiti, meccanismo accolto nel programma dell’Unione c’e’ traccia nel documento elaborato dal ministero dell’Interno, a quanto affermano gli estensori del documento.
‘L’esperienza di questi anni ha dimostrato l’inefficacia e l’ingiustizia di un sistema in cui l’espulsione rappresenta la sanzione per qualsiasi forma di irregolarita’ – continuano le organizzazioni -. Le note per la riforma del T.U. non contengono nessuna novita’ e l’espulsione continua a essere la regola per qualsiasi situazione di irregolarita’, ne’ sono previsti miglioramenti in senso garantista per quel che riguarda la tutela giurisdizionale assicurata ai migranti irregolari’.
La parte del documento del ministro che riguarda i cpt e’ la meno chiara per il documento. ‘Sembra di capire che i cpt andrebbero mantenuti per i casi di accertata pericolosita’ – ipotizzano -. Gia’ e’ stato spiegato come queste strutture di detenzione amministrativa rappresentino un vulnus democratico, e siano inutili nel quadro di una politica sull’immigrazione giusta e efficace’.

 

 

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