2415 FINAZIARIA: L'intervento dell'On. Marco Fedi (Ulivo) alla Camera

20061110 13:04:00 webmaster

Signor Presidente, colleghe e colleghi,

la prima considerazione che vorrei fare è sul ruolo del Parlamento in questo delicato passaggio della manovra di bilancio. Le forze politiche di maggioranza, chiamate al Governo del Paese, hanno il dovere di indicare una manovra economica che consenta di raggiungere obiettivi di risanamento e sviluppo, di ripresa del sistema Italia nel suo complesso, di equità, di sostegno alle fasce sociali più deboli: i redditi più bassi, le famiglie.
Il confronto deve essere aperto ed il dissenso può essere anche netto: sono convinto che l’azione del Parlamento può migliorare la manovra economica, sono altrettanto convinto che l’ostruzionismo non migliora mai alcunché.

E’ quindi possibile lavorare per migliorare la manovra nel suo complesso, esprimendo posizioni e valutazioni di merito, con critiche anche severe, e contemporaneamente condividere gli orientamenti, le linee generali, le scelte di fondo della manovra economica.
Nell’esaminare questi provvedimenti dobbiamo avere la consapevolezza che questa manovra di bilancio si colloca in una situazione complessiva che deve fare i conti con la perdita di competitività del sistema Italia,
che deve fare i conti con quei parametri che ci consentono non solo di rimanere nell’Unione monetaria ma di continuare ad esercitare nell’Unione europea un ruolo importante, da protagonisti, nella ripresa economica, nella politica estera, nella cooperazione,
che deve fare i conti con la necessità di disegnare un equilibrio tra riduzione della spesa e maggiori entrate e che non può dimenticare le fasce sociali più deboli del nostro paese, le aree di emarginazione sociale, le povertà.

Abbiamo avuto modo di ricordare in Commissione affari esteri, che le risorse complessivamente destinate al Ministero degli affari esteri, sono ancora insufficienti a svolgere una coerente azione di politica estera, di cooperazione allo sviluppo, di rafforzamento della rete diplomatico-consolare, di servizio nei confronti delle comunità italiane nel mondo e di promozione del sistema Italia all’estero.

Un sistema Italia che all’estero trova un terreno fertile grazie alla presenza di nostre comunità integrate che chiedono una maggiore presenza dello Stato italiano, investimenti coerenti con le grandi opportunità che questa rete di presenze ci offre: in campo linguistico e culturale, nei settori della tutela sociale, nella rappresentanza, che si realizza attraverso i Com.It.Es. ed il Consiglio Generale degli italiani all’estero, nel settore delle convenzioni bilaterali e della tutela previdenziale.

I segnali positivi, sia nel settore dell’aiuto pubblico a favore dei paesi in via di sviluppo, con il 50 percento di aumento degli stanziamenti, che con l’aumento delle disponibilità sui fondi per la cooperazione allo sviluppo – sacrificata negli anni del Governo Berlusconi – sono importanti: ma ancora insufficienti.

Il segnale positivo dato sullo stanziamento di 14 milioni di euro per le comunità italiane nel mondo – previsto dall’emendamento 128 bis – che di fatto dovrebbe tradursi in un aumento di 2 milioni di euro rispetto al 2006 delle dotazioni dei capitoli del Ministero degli affari esteri – annunciato dal Vice ministro degli Esteri Franco Danieli già ai primi di ottobre, è di buon auspicio, ma non è sicuramente ancora sufficiente.
Non si è trattato – come qualcuno ha sostenuto – di una operazione tesa ad acquisire il voto dei senatori eletti all’estero ma di un atto doveroso che arriva dopo molti anni di sostanziale “mantenimento” dei capitoli di bilancio, nel frattempo erosi dagli aumenti dei costi di gestione e dall’inflazione.
Si è trattato di un atto “politico” significativo – date le condizioni di bilancio, certamente non favorevoli, ereditate dal Governo Berlusconi – un atto politico per il quale hanno lavorato in molti.
Credo che noi abbiamo bisogno – davvero bisogno – di riforme. Le riforme ci consentono di uscire dalle emergenze e di avere, tra maggioranza e opposizione, e nel Paese, un sereno confronto. Sono convinto che su questo terreno siamo davvero chiamati a misurarci con le sfide della globalizzazione, in tutti i settori.
L’impegno della maggioranza parlamentare, il lavoro concreto dei prossimi mesi, dopo questa finanziaria particolarmente severa, deve essere quello delle riforme. Su questo impegno politico non dovremo deludere le attese degli italiani, anche gli italiani all’estero. Allora, se è vero che occorre continuare a lavorare per un generale aumento delle risorse finanziarie destinate al Ministero degli affari esteri, di pari passo dobbiamo avviare una riflessione sulla riforma del Ministero degli affari esteri al fine di migliorarne l’assetto organizzativo, soprattutto le competenze tra le direzioni generali tematiche e quelle geografiche, riorganizzare la rete consolare, che significa guardare realisticamente alla rete mondiale senza avere decisioni già assunte, consentendo ai consolati di avere maggiore flessibilità con la gestione della spesa corrente, trovando il giusto equilibrio tra personale di ruolo e personale a contratto, garantendo i diritti di tutti sul posto di lavoro, in maniera paritaria.
La proposta di legge finanziaria 2007, all’articolo 3, comma 1, lettera e) – supera la questione della no tax area, sia per i redditi da lavoro dei residenti all’estero che per i pensionati, garantendo l’accesso alle detrazioni di carattere generale anche a chi vive fuori d’Italia. Abbiamo lavorato ad un emendamento per consentire l’accesso anche alle detrazioni per carichi di famiglia che – al momento – risultano escluse. In ogni caso è opportuno richiamare l’attenzione di tutti sulla necessità di affrontare il tema dell’imposizione fiscale e delle detrazioni per i residenti all’estero in termini di equità e parità di trattamento. Lo faremo con un ordine del giorno. Siamo certi della sensibilità di questa aula su temi che pongono al centro la parità di trattamento.
In commissione Affari Esteri abbiamo presentato un ordine del giorno che impegna il Governo a ripristinare le risorse destinate all’indennità di servizio all’estero definendo opportune misure compensative. L’indennità di servizio all’estero (ISE) costituisce elemento centrale della dotazione necessaria alla gestione delle sedi consolari, sia per i capi missione che per i funzionari in servizio all’estero. La rete diplomatico-consolare è stata sistematicamente sottoposta a drastiche riduzioni dei capitoli di bilancio relativi al suo funzionamento ed è oggi dotata di organici che sono inferiori al minimo previsto e non consentono un’adeguata azione di servizio e tutela, a cui si aggiungono gli innumerevoli altri compiti legati ai nuovi flussi migratori verso l’Italia ed all’ingresso nel Consiglio di sicurezza dell’ONU: tutto ciò chiama l’Italia ad uno sforzo straordinario nella operatività dell’intera rete diplomatico-consolare. In attesa di una necessaria riforma anche in questo settore, dobbiamo creare le condizioni per garantire l’operatività della nostra rete consolare.
Consapevoli della situazione di bilancio e della difficoltà oggettiva di argomentare una sanatoria sugli indebiti pensionistici INPS, abbiamo presentato un emendamento che si concentra solo sulla situazione dei pensionati residenti all’estero per i quali l’INPS non ha ancora a regime un sistema di verifica e accertamento dei redditi e per i quali tali sporadiche campagne si sono svolte a molti anni di distanza l’una dall’altra creando situazioni di gravissimo disagio per pensionati che sono chiamati a restituire quote di pensione all’INPS. L’inesigibilità di questi importi, in assenza di dolo, è a nostro avviso doverosa, ed anche qui risponde ad una esigenza di parità di trattamento in termini di puntualità delle verifiche, di trasparenza amministrativa, di rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione.
Occorre monitorare con attenzione anche una serie di accordi bilaterali internazionali in materia previdenziale e fiscale nonché, come segnalatoci da più parti, la questione dei visti rilasciati da altri Paesi ai nostri connazionali all’estero.
Il nostro impegno nella direzione delle riforme, urgenti ed importanti per l’Italia e per le comunità italiane all’estero, non verrà meno.
Grazie.

 

 

2415-finaziaria-lintervento-dellon-marco-fedi-ulivo-alla-camera

3193

2006-1

Visits: 0

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.