2472 MARCO FEDI: A chi giova fare confusione?

20061201 13:02:00 webmaster

Sicuramente fare confusione non giova mai ad alcuno. E’ fin troppo facile giungere alla conclusione, però, che l’opposizione di centro-destra possa trarre qualche vantaggio dalla confusione: non a caso si annunciano manifestazioni contro la manovra di bilancio che parlano di tagli a pensioni, decurtazioni ai capitoli di bilancio del MAE e tagli ai diritti dei lavoratori.
Ma veniamo alla natura dei problemi che abbiamo ancora irrisolti dinanzi a noi, per la soluzione dei quali abbiamo svolto una coerente azione alla Camera che continuerà, con analoga serietà e coerenza, al Senato.

La prima considerazione che dobbiamo fare, insieme, è che alla Camera vi è stato il recupero sostanziale di 14milioni di euro per i capitoli di bilancio della Direzione Generale Italiani all’Estero e Politiche Migratorie. La seconda considerazione è che non dobbiamo mai perdere di vista gli obiettivi centrali alla nostra azione: equità e parità di trattamento. In tal senso abbiamo ritenuto importante agire in questa legge di bilancio per raggiungere la parità di trattamento anche per quanto concerne le detrazioni per carichi di famiglia. Dobbiamo però essere precisi e chiari nelle cose che diciamo in merito alla legittima richiesta del mondo dell’emigrazione, ed in particolare dei contrattisti e delle loro rappresentanze sindacali, di modificare le regole di tassazione previste dall’art. 24 del TUIR (comma 3) per i soggetti non residenti per quanto riguarda le deduzioni (detrazioni) per carichi di famiglia. Non è assolutamente corretto affermare che la Finanziaria per il 2007, nella materia della determinazione del reddito imponibile dei soggetti non residenti in materia di carichi di famiglia, modifichi la normativa vigente.

In realtà i carichi di famiglia già non erano detraibili (XIII legislatura) e deducibili (XIV legislatura). Recita infatti l’articolo 24 del TUIR (Testo Unico delle Imposta sui Redditi):
Articolo 24
(Determinazione dell’imposta dovuta dai non residenti)
1. Nei confronti dei non residenti l’imposta si applica sul reddito complessivo e sui redditi
tassati separatamente a norma dei precedenti articoli, salvo il disposto dei commi 2 e 3.
2. Dal reddito complessivo sono deducibili soltanto gli oneri di cui alle lettere a), g), h), i) e l)
del comma 1 dell’articolo 10.
3. Le detrazioni di cui all’articolo 15 spettano soltanto per gli oneri indicati alle lettere a), b),
g), h), h-bis) e i) dello stesso articolo. Le detrazioni per carichi di famiglia non competono.

Che le detrazioni (deduzioni) per i carichi di famiglia già non competevano per i residenti all’estero, oltre che dal Testo Unico, si può evincere anche dalla Circolare n. 31 del 2005 della Agenzia delle Entrate ove recita che “le nuove deduzioni (quelle introdotte dal secondo modulo di riforma dell’Irpef previsto dalla legge finanziaria per il 2005 nds) non modificano in maniera sostanziale le regole di tassazione previste per i soggetti non residenti: se, difatti, ai sensi dell’art.24 del TUIR le detrazioni per oneri di famiglia disciplinate dal previdente articolo 13 non erano riconosciute in riduzione dell’imposta lorda dovuta dai soggetti non residenti, analogamente le nuove deduzioni non devono operare in riduzione del reddito da assoggettare a tassazione nel territorio dello Stato…conseguentemente per i soggetti non residenti il reddito da assoggettare a tassazione deve essere assunto al netto dei soli oneri deducibili indicati dall’art. 24 del TUIR e della deduzione spettante per assicurare la progressività dell’imposizione, ma non anche al netto della deduzione per oneri di famiglia”.

Ma anche la Guida aggiornata al 2005 della Agenzia delle Entrate intitolata “La Dichiarazione dei redditi dei residenti all’estero”, in un riquadro a pag. 12, informa: Attenzione: ai non residenti non competono le deduzioni per oneri di famiglia. Infine, chi è effettivamente interessato ad una informazione corretta per conoscere meglio la normativa che disciplina questa importante problematica, può sfogliare le istruzioni generali per la compilazione del Modello Unico 2006 delle Persone fisiche non residenti che alla Sezione dedicata ai FAMILIARI A CARICO recita:
Ai soggetti non residenti non possono essere attribuite le deduzioni per oneri di famiglia (ovvero, le detrazioni per i familiari a carico in caso di applicazione della clausola di salvaguardia). Pertanto, non deve essere compilato, nel quadro RN, il rigo RN5 e in caso di compilazione del prospetto dei familiari a carico, non deve essere compilata la colonna 7, relativa alla percentuale.
E’ allora evidente che chi sostiene che la Finanziaria per il 2007 introduce una disposizione che prevede l’impossibilità per i residenti all’estero di detrarre (o dedurre, a seconda dei casi) i carichi di famiglia, ignora l’attuale normativa. Tuttavia, noi siamo così convinti della necessità di introdurre la parità di trattamento tra i residenti in Italia e i residenti all’estero, seppure a determinate condizioni, che abbiamo presentato un emendamento che riprendeva in maniera integrale il testo predisposto dai contrattisti e dai loro rappresentanti. L’emendamento non ha trovato copertura alla Camera e non è stato inserito tra gli emendamenti del Governo – nonostante l’impegno assunto da esponenti del Governo – come d’altronde non sono passati altri emendamenti altrettanto importanti (come ad esempio la sanatoria per gli indebiti pensionistici dei residenti all’estero), tutti però puntualmente trasformati in ordini del giorno accolti dal Governo, ed ora tutti trasmessi ai Senatori. Continueremo a batterci per i giusti diritti di chi rappresentiamo e potremo farlo in maniera forse più adeguata se troveremo sempre, oltre alle giuste critiche, oltre alle proposte, anche l’adeguato sostegno alla nostra azione politica. Gli ordini del giorno accolti impegnano il Governo a:
– effettuare una attenta verifica dei bisogni relativi alla rete diplomatico-consolare, a presentare alle competenti Commissioni della Camera dei Deputati una relazione dettagliata sui bisogni dei cittadini italiani residenti all’estero prima di procedere alla fase di riorganizzazione delle sedi consolari;
– affrontare il problema della inesigibilità dell’indebito per i pensionati INPS residenti all’estero;
– non discriminare i cittadini italiani residenti all’estero per quanto riguarda il carico fiscale e ad effettuare una attenta verifica ed un monitoraggio degli effetti pratici derivanti dall’applicazione della norma, tenuto conto delle convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali stipulate dall’Italia;
– adottare ogni iniziativa utile, anche concordata con le parti sociali, che risponda alle eque aspettative ed esigenze dei lavoratori che hanno trasferito la contribuzione dalla Svizzera in Italia;
– affrontare il fenomeno delle nuove povertà conseguenti a problemi di salute presso le comunità italiane all’estero.
Sulle pensioni credo sia ovvio, ormai a tutti, che non si è trattato di un taglio ma dell’eliminazione della no tax area – ripristinata con il decreto fiscale per il 2006 e definitivamente superata con il regime delle detrazioni fiscali per gli anni successivi – e pertanto da considerarsi, purtroppo, un mero incidente di percorso, con il recupero di IRPEF operato a novembre che sarà restituito, integralmente, con la mensilità di dicembre.
Concludo sull’ISE. La nostra tesi è che in questo settore sia urgente una riforma. La riforma consentirebbe di non operare tagli indiscriminati all’indennità di servizio ma di rivedere tutto il “regime” delle “competenze” al personale di ruolo all’estero. Questo abbiamo sostenuto.
Credo che si debba trovare un percorso comune per le riforme in questo settore. Per identificare il punto di equilibrio tra personale di ruolo e personale a contratto presso le nostra rete diplomatico-consolare. Per garantire i diritti sul posto di lavoro ed i diritti di rappresentanza sindacale: a tutti i lavoratori.
Per raggiungere questi obiettivi dobbiamo lavorare insieme: con le forze sindacali, con le forze politiche, con il Governo. Sarebbe a mio avviso un gravissimo errore dividerci su questi temi, pensare che esistano sostenitori dei lavoratori a contratto e sostenitori dei lavoratori di ruolo.
Esistono persone impegnate in Parlamento a garantire i diritti di tutti.

 

 

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