2481 POLITICA ITALIANA: Follini, «Casini vada fino in fondo»

20061205 13:23:00 webmaster

Natalia Lombardo (da l’Unità)

Marco Follini, senatore, ex segretario Udc e fondatore dell´Italia di Mezzo, auspica che alle prossime amministrative Casini si sganci definitivamente da Berlusconi.

L´Italia di Mezzo è cresciuta?

«Vedo una certa doppiezza nella politica: nell´aria di Palazzo colgo molto scetticismo su di noi, poi giro l´Italia da "formichina", conto i fili d´erba e vedo tanta gente che ci guarda come persone che possono dare una mano
a voltare pagina».

Fra i "fili d´erba» ci sono udiccini o qualche margherita?

«Persone deluse che hanno creduto al sogno di Berlusconi ma che non sono andate in piazza, o che hanno votato Prodi e non lo rifarebbero oggi».

A proposito di doppiezza, lei ha criticato le piazze di Roma e Palermo. Perché?

«Non demonizzo la piazza, e quella di Roma è stata una grande manifestazione popolare e tranquilla. Ma oggi, a bandiere ripiegate, come continua il copione?»

Ovvero quale sarà la parte di Casini dopo l´ultimatum di Berlusconi?

«Apprezzo la differenziazione di Casini, e che resista sia alla minaccia degli ultimatum, sia alla lusinga dei vitelli grassi. Però una differenziazione vera va svolta fino in fondo: dire oggi che la Casa delle Libertà non c´è più è tautologico, è ovvio. E talvolta lo dice anche il proprietario dell´immobile…».

Quando parla del partito unico?

«Il punto vero è: si scommette sul centrodestra o sulla ristrutturazione della politica? Sul superamento del bipolarisimo, su un nuovo centro?».

Quello a cui lavora lei…

«È difficile che possa rinascere il centro se si considera il bipolarismo come l´undicesimo comandamento».

Il primo passaggio è una nuova legge elettorale?

«Viene dopo, certo va cambiata per via parlamentare o referendaria. Prima vengono i comportamenti politici: occorre finirla col culto bipolare».

Cosa si aspetta?

«Che qualcuno spezzi l´incantesimo. Abbiamo creato tutti questo stallo. Io mi sono tirato fuori quasi da solo…quasi. Ma vedo che chi è rimasto con le bandiere al vento del bipolarismo è in difficoltà, da Casini a Mastella. E allora, contempliamo le difficoltà o ne facciamo materia politica?».

O Casini si sgancia da Berlusconi, o Mastella si dimette da ministro?

«Mi guardo bene dal dare consigli che non sarebbero neppure seguiti. Ma dico che la politica tornerà quando gli alfieri del centro riterranno più importante coltivare il loro progetto, piuttosto che soffrire nelle alleanze».

Quella di Mastella è una provocazione?

«Sono leggermente provocatorie sia la proposta di Mastella che la risposta dell´Udc. Comunque, mancano due anni e mezzo alle elezioni europee, c´è tempo per pensarci su».

Alle amministrative è possibile una lista comune fra l´Italia di mezzo e Casini?

«Alle amministrative chi è fuori dai poli può cercare di unire le forze per sottrarsi alle superpotenze. O si crea un´area di non allineati, oppure la macchina bipolare riprende il suo corso».

Anche per lei Casini deve decidere in fretta?

«Be´, si devono tirare le somme di tante buone intenzioni».

L´Udc si staccherà da Berlusconi?

«Passerei alla domanda successiva… Scherzi a parte, se guardo al passato ho qualche ragione di diffidenza, ma non è un pregiudizio e i miei ricordi non sono un risentimento. C´è spazio per correggersi, ma si deve sapere a cosa si va incontro: il nuovo viaggio comincia bruciando i vascelli alle spalle».

L´Udc dopo sabato è in un punto di non ritorno, o tutto è possibile?

«La logica dice questo, i precedenti non sempre, anzi. Il problema è se Casini dichiara finita l´alleanza con Berlusconi, Fini e Bossi, non solo questo tipo di alleanza».

Ora Casini fa un po´ il Follini…

«Una sfida vera si basa sui contenuti: io sono andato ai ferri corti con Berlusconi sulle due aliquote, che non volevo, sulla Legge Gasparri, che ho contrastato ma alla fine ho subito, e sulla par condicio, che non è stata tolta per una mia cocciuta tenacia. Oggi un centro che prende le distanze da Berlusconi dove mette l´asticella della diversità programmatica?».

È una questione di coraggio?

«Il punto non sono i rischi, ma la responsabilità. Allora, marcare una differenza così vistosa ha senso se non si resta la tessera dello stesso mosaico»..

L´Italia di mezzo alle amministrative andrà anche da sola?

«Ci saremo con nostre liste, ma speriamo sia l´occasione per testare una nuova proposta di centro».

Voterà la legge Gentiloni sulle tv?

«Sono convinto che si debba migliorare ma che non si debba affossare».

Nel centrosinistra ci sono reali attrazioni verso il centro?

«Vedo nella Margherita molte turbolenze, e molti vedono il partito democratico improbabile e contradditorio rispetto alla loro visione del futuro».

Tabacci è la quinta colonna delle Terre di mezzo nell´Udc?

«Tabacci ha scelto la tranquillità».

Quale consiglio dà all´amico Pier?

«Di bruciare i vascelli, perché il viaggio di ritorno è molto più movimentato del viaggio di andata. Lo so per esperienza».

 

 

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