2528 CNE:L’ASSOCIAZIONISMO SOCIALE ALL’ESTERO – RUOLO E RAPPRESENTANZE NELL’INTERVENTO DI GIULIANI

20061214 10:47:00 webmaster

ROMA aiseEminotizie – “Aprire una nuova fase dell’emigrazione, fondata sulla autonomia dei soggetti istituzionali e sulla valorizzazione delle diverse forme della rappresentanza”. In sintesi questo il messaggio lanciato oggi da Rino Giuliani, Presidente della Consulta Nazionale Emigrazione, riunitasi a Roma , presso Casa S. Bernardo.
Un rinnovamento che ha come base e punto di partenza la riforma di Comites e Cgie. "Non è certo l’esistenza di 18 parlamentari eletti – ha sottolineato Giuliani – la causa della ridiscussione dei due organismi.

Le cause preesistevano e permangono e sono tutte interne ai limiti delle rispettive leggi istitutive. I 18 eletti più che un rappresentanza istituzionale sono parlamentari di diversi schieramenti politici a pieno titolo responsabili verso l’intero corpo elettorale". Ma esiste anche una rappresentanza non istituzionale, "l’associazionismo del quale un parte significativa è rappresentata dalla CNE" e del quale occorre tenere maggiore conto.
Maggiore spazio dunque alla voce delle associazioni: questa la rivendicazione più volte rilevata da Giuliani, secondo il quale "la CNE si pone nei confronti delle istituzioni con una naturale attitudine al confronto a partire dalla proprie autonome elaborazioni, consapevole del contributo che può dare all’interno del Cgie, ma anche che ciò non ne esaurisce la sua funzione di proposta che ha bisogno di sedi reali ed interlocutori affidabili". Autonomia dunque. Questo un altro punto caro al Presidente della CNE che ha per questo ricordato l’"autonomia delle proposte, e l’autonomia nelle rivendicazioni per gli italiani all’estero". "L’autonomia delle associazioni – ha detto – è una scelta convinta che più volte nell’Ufficio di Presidenza abbiamo insieme sottolineato come essenziale. Autonomia che ci renderà più forti e più credibili".
"La realtà degli italiani all’estero – secondo Giuliani – così complessa ed articolata non può riconoscersi su modelli imperniati sulla sovra-ordinazione di alcuni sugli altri. Occorre ridefinire i ruoli e le funzioni le relazioni fra i soggetti". Ecco allora che è necessario "nel Cgie assumere una logica fra pari. Al suo interno sono presenti diversi soggetti: le associazioni, i sindacati, i partiti politici, rappresentanti dei ministeri, di regioni". Qui, secondo Giuliani, devono prevalere non tanto "problematiche di schieramento politico o partitiche", ma il raggiungimento dei fini. La Cne vuole infatti un Cgie che sia "la casa di tutti". Con l’ultima assemblea, per il Presidente della Consulta, sono invece prevalse proprio "le logiche di schieramento, le dialettiche partitiche" che hanno azzerato l’autonomia di azione. Ed è per questo che "prima di tutto va preso in esame la revisione dei criteri di composizione del Cgie dando più spazio all’associazionismo".
Nel quadro di un rinnovamento dell’associazionismo, i dati rivendicati da Giuliani sono stati quindi "autonomia, pluralismo, e agibilità". "Non si può – ha detto – continuare ad ignorare la richiesta che avanziamo di un riconoscimento del nostro ruolo. Non si sostituisce né si assorbe una realtà quale l’associazionismo, né in Italia né nei Paesi d’accoglienza". Per questo, ha voluto ricordare che "la grande mobilitazione per andare votare è stata fatta dalle migliaia e migliaia di associazioni e che la partecipazione senza di loro non sarebbe stata quella che poi si è avuta".
Pluralismo: questa l’altra parola d’ordine secondo Giuliani. "Il mondo dell’emigrazione –ha infatti ribadito – non è solo quello rappresentato dai partiti, ma è anche quello rappresentato da associazioni, parrocchie, camere di commercio, enti, etc. Occorre fare spazio a tale pluralità restituendo anche nella riforma di Comites e Cgie gli spazi all’autonoma azione delle associazioni. Da chi ha una primaria responsabilità in questo ci aspettiamo oggi e non domani risposte concrete. Siamo alla ricerca di un tavolo di consultazione con la partecipazione di tutti i soggetti interessati. L’impressione è infatti che la Cne sia vista come un’istanza votata agli appelli di principio, una realtà da coinvolgere quando serve e il cui parere non è vincolante. Le associazioni – ha tenuto a ribadire – non sono soggetti di secondo livello, l’associazionismo seguita a crescere, sa offrire alla comunità mezzi di comunicazione sociale, servizi specializzati, di ricerca scientifica, di salvaguardia del patrimonio storico dell’emigrazione. Siamo il più antico ed attuale radicamento; una delle forme primarie di aggregazione dei nostri connazionali all’estero, accanto alle società di mutuo soccorso, alle cooperative ed alle parrocchie. Come Cne, proprio per questo pensiamo di avere voce in capitolo su questioni e scelte che interessano gli italiani all’estero".
Tra le note negative, Giuliani ha ricordato le promesse non mantenute. "Il Vice ministro Danieli ha preso l’impegno – ha affermato – a sostenere il riconoscimento del nostro ruolo, sia attraverso la nostra partecipazione al Cgie con diritto di parola e non di voto, sia con una concertazione di volta in volta sulle decisioni che il vice ministro avrebbe assunto. Di tutto ciò noi non abbiamo visto nulla. Eppure – ha aggiunto- siamo parte dell’articolato mondo dell’emigrazione, abbiamo proposte da avanzare ed un ruolo da rivendicare. Vogliamo fare, e fare bene, gli interessi dei cittadini all’estero, questo è il nostro comune denominatore. Rivendichiamo la pratica di regole condivise, non è più accettabile che la regola sia che le regole non ci sono. Le associazioni sono gli strumenti intermedi per rispondere alle esigenze delle comunità".
Stabilito che "non vogliamo avere un ruolo solo decorativo, e tutto ciò dipende da noi dalle forze che possiamo mettere in campo", per Giuliani "una maggiore forza può nascere da un raccordo della CNE con tutte le associazioni che si rendano disponibili ad un lavoro comune su grandi obiettivi strategici. Ciò valorizzerebbe meglio la realtà e la ricchezza dell’italianità all’estero". L’impegno per il futuro, ha proseguito, è quindi quello di "attrezzarci meglio per essere propositivi protagonisti.
Occorre fare in modo che le associazioni della CNE conoscano e sostengano anche a livello regionale e all’estero il processo di rinnovamento che abbiamo avviato. È nostro compito non sottacere le differenze tra noi, ma è dovere non esasperarle assumendo la pratica del rispetto reciproco e mettendo in atto ciò che è comune, ovvero la volontà di operare per le esigenze degli italiani all’estero per un rinnovato e forte legame con l’Italia di oggi e del futuro".
"Guardiamo con fiducia agli obiettivi che abbiamo di fronte", ha concluso. "Siamo consapevoli delle nostre responsabilità e delle aspettative dei concittadini all’estero. Allora, facciamo bene e fino in fondo la nostra parte".

(stefania del ferraroaiseEminotizie)

 

 

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