2526 CNE:“I MILLE VOLTI DELL’ASSOCIAZIONISMO D’ACCOGLIENZA” NELLA RELAZIONE DI PUGLIESE (CNR)

20061214 10:44:00 webmaster

ROMA aiseEminotizie – Se si parla di emigrazione e associazionismo l’ottimismo è d’obbligo. Questo il punto di vista espresso da Enrico Pugliese direttore dell’Irpps – Cnr e sociologo all’Università di Napoli, chiamato a relazionare sul tema “I mille volti dell’associazionismo d’accoglienza” durante l’assemblea generale della CNE, svoltasi oggi a Roma, presso Casa S. Bernardo.
“Le associazioni – ha argomentato Pugliese – con le ultime politiche hanno dimostrato di esistere e di avere una rilevanza nel CGIE. Significativa è infatti risultata l’elezione di numerosi parlamentari che si sono fatti conoscere proprio per il loro impegno nel mondo dell’associazionismo”. Questa è secondo Pugliese, la buona notizia.

“Dopo – ha detto – vengono i problemi, ma nel quadro delineato è d’obbligo l’ottimismo”.
Un’altra buona notizia è per Pugliese il fatto che “finalmente l’emigrazione torna nell’agenda, torna a comparire nel dibattito. E ad avere un interesse scientifico. In Italia – ha precisato – si sta prendendo coscienza della presenza di una componente emigrata significativa e si prende coscienza del ruolo delle associazioni”. L’interesse per la questione emigrazione, “che il Paese ha dimenticato per un lungo periodo” è stato riacceso dal dibattito “sul voto agli italiani all’estero che ha riportato il tema in primo piano”. “Oggi – ha tenuto a precisare il direttore dell’Irpps – Cnr – molti sanno che in Italia esiste la questione dell’emigrazione. Fino a qualche anno fa era totalmente ignorata. Oggi non è ignorata, è malcapita. La gente crede che il voto per gli italiani all’estero sia una cosa nuova, invece è una realtà che c’è sempre stata. La gente non capisce che ciò che è cambiato è solo il metodo: gli italiani all’estero sono sempre venuti in Italia per votare, quindi hanno sempre votato, la novità oggi è il voto per corrispondenza”.
Secondo Pugliese “esistono due tipi di italiani all’estero: il cittadino italiano a tutti gli effetti emigrato in un altro Paese, e l’oriundo che si riconosce un’origine italiana. L’Italia ha delle responsabilità soprattutto verso i primi, ma ha interesse a intrattenere rapporti anche con i secondi”.
È in tale prospettiva che “l’emigrazione ha bisogno di esperti, di attenzione, delle associazioni e del rinnovamento delle associazioni”. Non a caso “per i cittadini italiani all’estero l’associazionismo è essenziale: per loro c’è una questione di welfare, di scuola, di assistenza. È per questo che occorre interloquire non solo con il Ministero degli Esteri, ma anche con il Ministero della Solidarietà Sociale. E – ha aggiunto – si tratta spesso di problemi nuovi, rispetto ai quali deve intervenire l’Italia”. È proprio in questo contesto, in questa rinnovata attenzione ed interesse, che “la presenza dell’associazionismo può essere rilanciata”. E ciò può essere fatto anche con “una rinnovata presenza dell’emigrazione negli studi, nella letteratura , nella produzione cinematografica. Qui le associazioni sono determinati”.
Lo sguardo ottimistico al futuro di Pugliese non poteva tralasciare i protagonisti di questa azione di rinnovamento. E qui è scesa un’ombra: il problema che va risolto infatti, ha concluso, “è quello che riguarda i giovani ed il loro rapporto con il mondo dell’associazionismo. Scarsa è infatti la partecipazione delle nuove generazioni alle attività e alle iniziative delle varie associazioni nelle diverse parti del mondo. Si è creata una rottura generazionale, manca il ricambio”. (s.d.faiseEminotizie)

 

 

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