20061211 11:53:00 webmaster
Signor Segretario Generale, Gentili Consiglieri,
sono stato chiamato a rappresentare il Governo nell’occasione di quest’Assemblea plenaria, essendo il Ministro degli Affari Esteri, On. D’Alema, e il Vice Ministro, Sen. Danieli, impossibilitati a partecipare per impegni istituzionali improrogabili. Sono lieto di poterlo fare anche perché la circostanza mi offre la possibilità di incontrarmi con tutti voi.
Rivolgo innanzitutto le mie felicitazioni ai nuovi eletti nelle cariche in cui c’è stato un avvicendamento e desidero cogliere l’occasione per salutare coloro che hanno lasciato il Consiglio e coloro che si sono dimessi dalle singole cariche.
Esprimo poi un forte ringraziamento speciale all’On. Franco Narducci, che ha guidato questo consesso negli ultimi anni e che ha saputo dare una straordinaria efficacia e continuità all’azione del Consiglio a favore dei nostri connazionali residenti all’estero. Sono certo che chi oggi prende il suo posto saprà condurre questo importante organo con altrettanta determinazione, soprattutto in vista del dibattito sulla modifica e la riorganizzazione dei compiti e delle funzioni del Consiglio stesso, alla luce soprattutto della nuova rappresentanza parlamentare degli italiani "fuori d’Italia". Rinnovo quindi a tutti i neo eletti un sincero augurio di buon lavoro ed in particolare a Lei, Signor Segretario Generale.
Colgo anzi l’occasione del riferimento al percorso di riforma del Consiglio Generale. Vorrei esprimere – a nome del Ministro D’Alema e del Vice Ministro Danieli – pochi concetti di fondo, che si inseriscono nel lavoro effettivo di revisione della normativa e che tenga conto dell’evoluzione dei tempi.
A questo proposito, l’intenzione del governo è quella di raccogliere la diffusa esigenza di confronto e di trasformarla in indicazioni di riforma da sottoporre alla più ampia consultazione, prima del vaglio parlamentare. In primo luogo, ritengo che debbano essere mantenute le attuali funzioni del Consiglio, in particolare le due principali: quella consultiva e quella di rappresentanza delle collettività nei confronti delle amministrazioni italiane. La rappresentanza politica è invece appannaggio dei parlamentari eletti nella circoscrizione estero.
Il secondo punto fondamentale è il mantenimento della presidenza del CGIE al Ministro degli Affari Esteri. Questo lo considero un elemento imprescindibile in ragione dei compiti di coordinamento dell’intera attività all’estero del Governo e delle istituzioni italiane che ha questa amministrazione. Pertanto mantenere il vincolo con chi ha la responsabilità politica di questo coordinamento è sicuramente necessario per dare peso e significato al Consiglio.
Infine, la revisione del Titolo V della Costituzione e la crescente attività della Conferenza permanente Stato-Regioni-CGIE mi sembrano indicare l’opportunità di avere almeno un rappresentante delle Regioni in seno al Consiglio così da collegare le nuove attribuzioni delle autonomie territoriali con i compiti esercitati nelle stesse materie dal Consiglio Generale.
Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero deve continuare ad essere organismo di primaria importanza per le comunità all’estero e per il Governo. Esso rappresenta un organo di collegamento fra l’enorme tessuto associativo degli Organismi di base espressi dai nostri connazionali, i Com.It.Es., i parlamentari eletti all’estero e le istanze governative.
Immaginate che nella banca dati del Ministero figurano più di 5mila associazioni di connazionali operanti all’estero. Forse non tutte saranno egualmente attive, ma è un universo vasto che richiede necessariamente soggetti di riferimento sia sul territorio- e sono i Comites – che in Italia – ed abbiamo il C.G.I.E.
Inoltre il C.G.I.E. sta svolgendo una costruttiva attività di sensibilizzazione e di stimolo nei confronti delle Autorità governative. I frutti di questo positivo atteggiamento sono sotto gli occhi di tutti.
In questi ultimi anni sono state varate leggi che costituiscono pietre miliari sulla strada della sempre più piena integrazione degli italiani all’estero nella vita sociale e politica della madre-patria. Si tratta cioè di :
1. Migliorare l’assistenza sociale alle fasce di connazionali più deboli, che sollecitano il nostro aiuto; al riguardo, desidero confermare che, nei Paesi extra-comunitari privi di forme di tutela universalistiche, stiamo lavorando all’ipotesi di offrire polizze assicurative sanitarie che consentano al connazionale meno fortunato di ottenere cure adeguate e di scegliere con relativa facilità il prestatore del servizio medico-farmaceutico più vicino sul territorio ;
2. Sostenere una politica attiva a sostegno alla diffusione della lingua e della cultura italiana, insistendo per inserire i nostri corsi nei curricola scolastici ordinari e per ridurre gli indici di insuccesso scolastico ancora troppo inaccettabilmente elevati in alcuni Paesi europei;
3. favorire una maggiore partecipazione del mondo giovanile alle iniziative a favore dei nostri connazionali all’estero; su questo punto l’evento che ha avuto luogo lunedì, con l’incontro con un gruppo di rappresentanti delle nuove generazioni di italiani all’estero, è un primo ma significativo passo, che- mi auguro – ci porterà lontano.
Il Governo farà la sua parte per perseguire questi obiettivi: tuttavia è nostro convincimento che tali azioni così come le risposte alle altre domande ancora aperte (ad esempio, nei servizi consolari, nell’imprenditoria, nella formazione professionale, nell’emigrazione di ritorno, ecc.) potranno trovare adeguata risposta solo con un gioco di squadra, stabilendo ancor più stretti rapporti di collaborazione fra le Amministrazioni dello Stato e i rappresentanti della collettività, per i quali il C.G.I.E. è certamente un momento di sintesi di primaria importanza.
Signor Segretario Generale, Signori Consiglieri, accanto alle mete sopra descritte , figura quindi l’obiettivo di fondo di creare un «Sistema Paese» originale, una vasta comunità "transnazionale" della quale siano protagonisti e beneficiari anche i nostri connazionali all’estero.
Tornando all’ordine del giorno di quest’evento, ho appreso con piacere che nei giorni scorsi si sono svolte due importanti riunioni a margine di questa Assemblea.
Per quanto riguarda la "Cabina di regia" della Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE, desidero incoraggiare i suoi membri affinché i seminari previsti portino buoni frutti in termini di cooperazione tra le singole istanze locali e lo Stato centrale nelle materie indicate dal Consiglio, materie ambiziose e che partono opportunamente proprio da un seminario sulla riforma dello Stato: riforma attuata pochi anni fa e che – come ho detto prima – ha interessato tutto il Titolo V della Costituzione e riforma futura che le forze politiche cercano di individuare con formule di largo consenso. Invito quindi tutti i partecipanti alla Cabina di regia, adeguatamente coadiuvati in questo dai competenti Uffici dell’Amministrazione, a procedere con impegno nelle attività programmate.
Per quanto concerne i giovani, sono lieto che si sia tenuto questo incontro con i rappresentanti delle giovani generazioni residenti all’estero. Le testimonianze portate dai partecipanti saranno sicuramente utili per il Governo, per comprendere l’evoluzione delle nostre comunità all’estero e le nuove esigenze espresse dalle fasce più giovani di queste collettività. In particolare, l’apporto dei giovani ai lavori del CGIE dà modo di qualificare meglio l’approccio e i risultati dell’integrazione nei Paesi di accoglienza, i nuovi modelli di emigrazione ed il legame con la cultura e la lingua italiana. In questa ottica, sono certo che andranno rilette le politiche a favore dei connazionali all’estero, adeguandole ai tempi ed alle nuove realtà della presenza italiana nel mondo.
Per quanto riguarda la Legge Finanziaria rimando alla scheda di merito predisposta dal Vice Ministro Franco Danieli.
Per quanto riguarda le altre misure di interesse di questo Ministero, contenute nel testo in approvazione in questi giorni in Parlamento, sapete che è stato possibile assicurare dotazioni significative per gli impegni internazionali , soprattutto di carattere multilaterale, e per la cooperazione allo sviluppo. Si tratta cioè di recuperare il terreno perduto in questi anni e che ha rischiato di far scivolare il nostro Paese su di un piano non adeguato alle sue tradizioni ed alle sue giuste ambizioni.
Scendendo su questioni più tecniche, ma importanti per chi vive all’estero, vi informo che il documento presentato dal Governo prevede inoltre importanti innovazioni dal punto di vista della gestione e della semplificazione del lavoro delle sedi diplomatico-consolari attraverso l’accorpamento di capitoli per le spese di funzionamento, prevedendo un meccanismo di sponsorizzazione e la dismissione di immobili demaniali.
In conclusione, il Ministero Affari Esteri dovrebbe disporre di un bilancio più flessibile, permettendo, tra l’altro, alle singole sedi all’estero una maggiore semplificazione e la responsabilizzazione nella gestione delle sedi stesse. Aggiungo, inoltre, che con una norma specifica della Legge Finanziaria, viene previsto un iter di ristrutturazione della rete all’estero, affidato interamente alla guida dell’Amministrazione e senza forzature o interventi esterni. Le linee base di questa riorganizzazione verranno fornite, tra l’altro, dagli esiti dell’opera di «mappatura» della rete diplomatico-consolare che è stata illustrata dal Vice Ministro Danieli nell’audizione alla Commissione Affari Esteri del Senato. Auspichiamo, ovviamente, in questa delicata attività di riflessione il pieno coinvolgimento del CGIE e dei Comites.
Ringrazio per la cortese attenzione e auguro buon lavoro. (Famiano Crucianelli, Sottosegretario agli Affari Esteri)
2520-cgie-relazione-di-governo-presentata-dal-sottosegretario-agli-esteri-famiano-crucianelli
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2006-1
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