2575 Stranieri, lavoratori, cittadini: manifestazione nazionale a Milano

20061215 18:18:00 webmaster

Morena Piccinini*

Sono trascorsi esattamente venti anni dalla prima legge di sanatoria dei lavoratori stranieri presenti in Italia. Significa che migliaia di persone da almeno 20 anni vivono regolarmente nel nostro Paese da soli o con le loro famiglie, producono ricchezza e pagano le tasse, mandano i loro figli alle scuole pubbliche e molti di questi sono già, a loro volta, entrati nel mercato del lavoro. Eppure, nonostante la totale parificazione dei doveri con gli italiani, questi cittadini non possono usufruire di pari diritti, a partire da molti diritti sociali, non possono eleggere l´amministrazione comunale della città nella quale risiedono, incontrano infiniti ostacoli nell´acquisizione della cittadinanza.

Questi problemi risultano accentuati dalla legge Bossi- Fini che ha un filo conduttore di una perfidia unica: ogni straniero presente in Italia viene considerato prima di tutto un problema e non una risorsa, un invasore e non un cittadino portatore di diritti, di valori, di cultura, ogni straniero può stare nel nostro Paese solo fino a che serve al sistema produttivo, purché stia zitto e sia pronto a fare la valigia e andarsene in qualsiasi momento in cui l´impresa non lo vorrà più o non ne avrà più bisogno.

Questo è uno dei punti centrali della manifestazione di domani a Milano promossa da CGIL-CISL-UIL: ottenere una nuova politica e nuove leggi ispirate alla valorizzazione della convivenza nel pieno riconoscimento della dignità delle persone, alla interazione delle diverse culture e alla parità di diritti. Insomma, ricondurre a normalità la vita e il lavoro di milioni di persone che intendono rimanere per un periodo più o meno lungo In Italia e partecipare attivamente a tutti gli aspetti della vita politica, sociale e culturale del nostro Paese.

Ma va assolutamente ricondotto a normalità anche il nuovo ingresso dei migranti che chiedono di venire a lavorare in Italia. La Bossi-Fini ha talmente ostacolato gli ingressi regolari da produrre l´effetto opposto: quello di costringere tutti i lavoratori all´ingresso irregolare, di sottoporli a periodi più o meno lunghi di lavoro nero e di varie forme di sfruttamento, di costringerli a soggiacere ai nuovi caporali, spesso stranieri a loro volta, di obbligarli a sperare che ad ogni apertura del decreto-flussi il datore di lavoro dimostri l´intenzione di regolarizzare (quasi fosse un atto di bontà) il rapporto di lavoro e permettergli, così, di avviare i lunghi mesi di attesa prima che arrivi il permesso di soggiorno, magari appena prima della scadenza che lo fa rimettere in fila per il rinnovo.

Ricondurre a normalità tutto ciò significa in primo luogo rompere la catena che lega il lavoratore costretto a entrare irregolarmente al padrone che specula sul suo lavoro e sulla mancanza del permesso di soggiorno, rompere quella catena per cui se il lavoratore trova il coraggio e la forza per denunciare lo sfruttamento per prima cosa viene espulso o rinchiuso in un CPT.

Occorre una nuova legge ma soprattutto occorre che il governo faccia presto e che i progetti di legge che ha presentato vengano approvati al più presto. Dopo gli anni e i danni della Bossi-Fini non possiamo attendere anni, con i conseguenti danni, per la mediazione politica, perché è anche su questi aspetti che si misura il senso vero del cambiamento politico rispetto alla precedente governo.

Per tutto ciò la manifestazione di Milano non vuole essere solo «per i migranti», anche se già questo è uno scopo importante e nobile, ma vuole affermare anche il bisogno che tutta la classe politica e chi ha responsabilità pubbliche nel nostro Paese si attivino per un salto culturale, sociale e politico che metta davvero in valore i cambiamenti derivanti dall´arrivo di cittadini provenienti da tutti i paesi del mondo, perché questo è il nostro futuro, questo porta sviluppo economico e sociale, e va interpretato e preparato come un futuro ricco di nuove opportunità per i migranti e per i nativi.

* segretario confederale CGIL Nazionale

 

 

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