2559 IMMIGRAZIONE:'Meno clandestini nel Mediterraneo'

20061213 12:42:00 webmaster

Concluso in Spagna il "5+5", la Conferenza dei ministri Ue e africani

Tra gli intenti annunciati dai Paesi partecipanti: gestione coordinata dei flussi migratori nella fascia mediterranea, sviluppo degli accordi tra i Paesi di provenienza e Paesi di destinazione, nuove formule di microcredito

ALGECIRAS – Gestione coordinata dei flussi migratori nella fascia mediterranea, sviluppo degli accordi bilaterali tra i Paesi di provenienza e Paesi di destinazione per combattere l’immigrazione clandestina e incentivare forme di integrazione sociale e culturale, sperimentazione di nuove formule di microcredito che permettano agli immigrati che vogliono tornare nei loro Paesi di poter accedere a finanziamenti per avviare attività imprenditoriali.

Con questi intenti si è conclusa oggi ad Algeciras, in Spagna, la quinta Conferenza dei ministri del Lavoro e dell’Immigrazione europei e africani, chiamata “Dialogo 5 + 5” per la presenza di cinque Paesi europei: Spagna, Francia, Italia, Portogallo e Malta e di cinque Paesi africani: Algeria, Libia, Marocco, Mauritania e Tunisia. Per l’Italia ha partecipato il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero.

Sono stati due giorni di incontri e sessioni plenarie durante le quali, per il quinto anno consecutivo, sono stati affrontati tutti i problemi dell’immigrazione. Consuelo Rumì, sottosegretario di Stato spagnolo al Lavoro e alle migrazioni, ha espresso grande soddisfazione per la decisione dell’Italia di riavviare un dialogo con gli altri Paesi dell’area mediterranea. Consuelo Rumì ha spiegato che la novità di quest’anno sta proprio nella “consonanza totale” che si è registrata nel corso dei lavori. L’Italia, con l’intervento del ministro Ferrero, ha infatti dichiarato la sua volontà di modificare la sua linea di intervento nei confronti dell’immigrazione e questo pronunciamento è stato accolto con soddisfazione non solo dagli altri Paesi europei partecipanti, ma anche (e forse soprattutto) dai Paesi del nord Africa che negli ultimi cinque anni hanno dovuto subire un vero e proprio stop nei rapporti bilaterali e comunque nella gestione e coordinamento dei flussi di immigrazione legale verso il nostro Paese.

Il sottosegretario spagnolo Consuelo Rumì ha spiegato che si possono raggiungere obiettivi comuni, ma che è necessario coodinare davvero le politiche di intervento e affrontare il problema dell’immigrazione con un nuovo approccio globale. L’immigrazione è considerata quindi un fenomeno ormai strutturale con cui bisogna fare i conti stabilmente. Si deve puntare quindi a una doppia politica e ad un doppio coordinamento delle azioni dei governi: da una parte il contrasto all’immigrazione clandestina, ma dall’altra lo sviluppo di forme reali di integrazione che permettano di stabilire un circuito virtuoso. L’immigrazione non deve essere – ha spiegato il sottosegretario spagnolo – un fenomeno che arricchisce i paesi di origine solo dal punto di vista delle rimesse finanziarie. Gli immigrati, sempre secondo Consuelo Rumì, devono riportare nei loro Paesi anche il bagaglio di conoscenze professionali e culturali acquisite in Spagna, in Francia, in Italia o comunque nei Paesi dove sono andati a lavorare. Si deve cominciare a pensare ad una integrazione “bidirezionale”, che non significa, come si intende spesso da noi, “immigrazione circolare”.

“Per noi in Spagna – ha spiegato il sottosegretario al Lavoro – immigrazione circolare è piuttosto quella stagionale. Mentre per scambio bidirezionale intendiamo una esperienza di lavoro e di ritorno nei Paesi d’origine”. In questo contesto la Spagna ha spiegato che sono già operativi molti progetti di microcredito con l’America Latina e con l’Africa. Sulle questione dell’intesa del dialogo 5 + 5 si è votato un documento comune. (pan)

 

 

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