2676 FERRERO e AMATO fanno il punto sulle proposte del Governo per la riforma della Bossi -Fini

20070201 15:47:00 webmaster

Fra le novità il voto amministrativo, i flussi d’ingresso triennali, le liste d’attesa presso i consolati e procedure più snelle per il permesso di soggiorno
Amato: “Aumentiamo i canali validi d’ingresso per rendere meno competitiva l’immigrazione illegale”. Ferrero: “Bisogna riequilibrare una rete diplomatica ancora disegnata per un paese d’emigrazione”

ROMA – Per fare il punto sul nuovo disegno di legge per l’immigrazione, che verrà presto presentato dal governo in Parlamento, si è svolta a Roma un’assemblea pubblica con i rappresentanti della società civile a cui hanno preso parte il ministro dell’Interno Giuliano Amato e il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero. L’incontro è stato promosso dal “Tavolo immigrazione” che annovera fra le sue fila le principali organizzazioni ed associazioni che si occupano dei migranti, come le Acli, la Migrantes, l’Arci, il Centro Astalli, la Comunità di Sant’Egidio e le confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil.
Il dibattito è stato introdotto dal responsabile dell’Arci Filippo Miraglia: parlando a nome di tutti componenti del “Tavolo immigrazione”, ha affermato la necessità di promuovere in Italia una nuova politica per gli stranieri basata sul consenso della società e su un nuovo approccio culturale “che si confronti con l’immigrazione reale e non con quella rappresentata dai media”.
Per Ferrero “la modifica della legge sull’immigrazione è solo uno dei punti di un ragionamento più complessivo che riguarda anche il funzionamento dello Stato”. Ed ha ricordato che la rete diplomatico-consolare è ancora disegnata per un paese d’emigrazione, mentre per facilitare gli ingressi legali andrebbe riequilibrata con un aumento delle sedi presso i paesi di provenienza degli immigrati. Oltre sottolineare l’importanza per gli stranieri di un’adeguata conoscenza della lingua italiana e dei principi fondamentali della nostra Costituzione il ministro della Solidarietà Sociale ha spiegato come l’imminente modifica della legge Bossi-Fini non sia dovuta a motivazioni ideologiche ma alla reale necessità di cambiare una norma “non adeguata, malfunzionante e che ha fatto lievitare la presenza clandestina degli immigrati”. Ha poi illustrato gli aspetti salienti del nuovo disegno di legge che si prefigge di favorire l’incontro legale fra domanda ed offerta di lavoro attraverso meccanismi flessibili d’ingresso, come ad esempio la programmazione triennale di flussi adeguabili nel tempo; la realizzazione nei consolati presso i paesi di provenienza di liste d’attesa per le persone che vogliono entrare in Italia; la reintroduzione della figura dello “sponsor” e la creazione di permessi di soggiorno temporanei per ricerca di lavoro da attribuire a stranieri che diano adeguate garanzie finanziarie di mantenimento.
Fra i punti di forza della bozza normativa anche la semplificazione delle procedure per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno che sarà slegato dal contratto di lavoro e vedrà estesa la sua validità ad un anno per le occupazioni stagionali e a tre anni per quelle a tempo indeterminato. Nel caso la permanenza dello straniero in Italia non superi i tre mesi il permesso di soggiorno sarà sostituito da una semplice dichiarazione di presenza. Il disegno di legge, oltre a stabilire il passaggio delle competenze per il rinnovo del permesso di soggiorno agli enti locali, prevede il recepimento delle direttive europee sull’elettorato attivo e passivo degli immigrati nelle elezioni amministrative, il superamento del diritto speciale per gli stranieri clandestini e la concessione del titolo di soggiorno per motivi familiari ai minori stranieri che compiano 18 anni. Prevista inoltre la conversione del permesso di soggiorno anche per i minori non accompagnati che partecipino, al compimento della maggiore età, a programmi d’inserimento sociale. Per la tutela di questi ragazzi sarà anche costituito, presso il ministero della Solidarietà Sociale, uno specifico fondo nazionale.
Ha poi preso la parola il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero che ha auspicato la rapida entrata in vigore della nuova legge “ A voi spetta l’impegno – ha detto Olivero rivolgendosi ai due ministri – di rendere credibili e concrete le promesse elettorali, a noi tocca invece il compito del controllo della fase attuativa della riforma e di far crescere fra la nostra gente un’idea di un’integrazione positiva degli immigrati in cui tutti abbiamo ad acquistare qualcosa”. Dopo l’intervento di Angelo Caputo di Magistratura democratica che ha chiesto di chiudere il capitolo della legislativo del diritto speciale che colpisce con pene eccessive lo straniero inadempiente all’ordine di allontanamento, il segretario confederale della Uil Guglielmo Loi ha evidenziato come a tutt’oggi la maggioranza del paese sia consapevole dell’importanza della presenza immigrata per il lavoro e lo sviluppo dell’economia italiana. Un consenso molto diffuso, quest’ultimo, che, al fine di facilitare l’iter della riforma sull’immigrazione, potrebbe essere cercato anche in seno al Parlamento.
La necessità di una nuova politica per gli stranieri che non si limiti alla promulgazione della riforma è stata evidenziata anche dal senatore Massimo Livi Bacci (Ds), primo firmatario a Palazzo Madama di una proposta di legge sull’ingresso per motivi di lavoro degli immigrati, che ha auspicato il rapido svuotamento delle sacche dell’economia sommersa e una diversa strategia d’intervento capace di evolvere e di adattarsi ai cambiamenti della società.
“E’ una vergogna – ha invece affermato il responsabile per le politiche migratorie della Cisl Oberdan Ciucci – che la legislazione speciale per gli immigrati sia presente nel sistema Italia, un paese che ha nel mondo 60 milioni di connazionali ed oriundi che hanno sempre lottato contro il reato penale che va a colpire i semplici migranti”. “La proposta del governo – ha detto Morena Piccinini segretaria confederale della Cgil – ci dice che bisogna uscire politicamente, culturalmente e sul piano legislativo dalla gestione emergenziale del fenomeno migratorio, per arrivare ad una nuova stagione di programmazione che apra la strada al voto amministrativo e agli altri diritti ancora negati agli immigrati”.
Dopo l’intervento di Franca Di Lecce della Federazione delle Chiese evangeliche, che ha chiesto di portare avanti celermente l’integrazione religiosa che da stabilità alla vita degli immigrati, il senatore Giovanni Russo Spena (Prc) ha sostenuto la necessità di creare, in discontinuità con il passato, canali d’ingresso legali per la ricerca di lavoro, d’introdurre percorsi di regolarizzazione individuali e di superare l’esperienza dei Centri di permanenza temporanea . Fra gli altri interventi segnaliamo le riflessioni del coopresidente dell’associazione Oltre le Frontiere Mohamed Saady, che ha ricordato la forte similitudine fra le esperienze vissute all’estero dai nostri connazionali e quelle sperimentate dagli immigrati in Italia, e di Paolo Ardini dell’Acnur che ha lamentato la grave mancanza nel nostro paese di un’organica legge sul diritto d’asilo.
“Oggi non basta la sola riforma della legge sull’immigrazione – ha detto il ministro Amato concludendo l’incontro – perché in Italia vi sono dei pregiudizi nei confronti degli stranieri che vanno rimossi. Il peggiore di questi, sofferto in passato anche dalle nostre collettività negli Stati Uniti e in altri paesi, è quello di accomunare ad un’intera etnia le attività criminali portate avanti da alcuni suoi componenti. Una visione limitata che dimentica tanti onesti lavoratori migranti e che potrà essere superata solo attraverso il risveglio di quella cultura d’apertura verso l’altro che è già presente nel nostro Paese”. Dopo aver ricordato che la maggioranza degli italiani appare favorevole alla concessione della cittadinanza agli immigrati, Amato si detto pronto ad andare avanti in Parlamento con il provvedimento, osteggiato dall’opposizione, che recepisce le direttive europee sull’eliminazione del permesso di soggiorno per gli stranieri soggiornanti in Europa per meno di tre mesi. Il ministro ha inoltre spiegato come il decreto attuativo della legge comunitaria sull’applicazione del diritto d’asilo sia ormai prossimo alla partenza, insieme ad un ddl che affronterà le problematiche dei rifugiati non trattate dalla direttiva europea. Si è infine soffermato sui contenuti del disegno di legge sulla cittadinanza che prevede la concessione di questo diritto ai bambini, nati in Italia da genitori stranieri presenti nel nostro paese da più di cinque anni e ai ragazzi nati all’estero che studino per più di un lustro in Italia.

(Goffredo Morgia- Inform/Eminotizie)

 

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