2716 Clima, gli scienziati: il riscaldamento è colpa dell'uomo

20070203 19:43:00 webmaster

«Le attività dell’uomo stanno cambiando la faccia della Terra e il surriscaldamento è una delle conseguenze dell’inquinamento». Dopo anni di titubanze, incertezze, ripensamenti, la “scomoda verità” (per usare il titolo del docu-film di Al Gore sui cambiamenti climatici) sta diventando una realtà scientifica: nel rapporto compilato dagli esperti del Comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Ipcc), che verrà presentato ufficialmente venerdì a Parigi al termine del convegno sul clima a cui parecipano 2mila scienziati da tutto il mondo, si punta il dito senza mezzi termini sulle emissioni di biossido di carbonio (CO2) come causa principale dell’aumento delle temperature. Insomma sull’uomo come causa dei cambiamenti ambientali e climatici del nostro Pianeta.

Così le indiscrezioni sul dossier sul clima, anticipate dal quotidiano britannico The Independent, lasciano intendere che la situazione è anche peggiore di quanto si pensasse e di quanto gli stessi climatologi dell’Onu avessero ipotizzato (o ammesso) nel loro precedente rapporto del 2001. Non solo da qui alla fine del secolo le temperature globali aumenteranno tra i 2 e i 4,5 gradi centigradi, come già si temeva, ma si potrebbe arrivare anche a un incremento di 6 gradi. Risultato: nel 2005 i 30 ghiacciai campione tenuti sotto controllo dal Servizio di monitoraggio mondiale dei ghiacciai, che ha sede in Svizzera, si sono ritirati mediamente di 60 centimetri. Dal 1980, sono arretrari di 10,5 metri.

La colpa, spiegano gli scienziati, è di un circolo vizioso già innescato e difficile da fermare. L’aumento della temperatura fa aumentare l’evaporazione di oceani e mari. Di conseguenza si infittisce nell’atmosfera la coltre di vapore acqueo, che è un potente agente responsabile dell’effetto-serra. Basti pensare che, dal 1970 a oggi, la concentrazione di vapore acqueo è aumentata del 4 per cento. Tutti i modelli climatici esaminati dai 2.000 esperti coinvolti nello studio indicano poi che il surriscaldamento globale indebolisce le capacità del pianeta assorbire l’anidride carbonica in eccesso. Questo potrebbe accrescere del 44 per cento le concentrazioni di CO2 nell’atmosfera, con l’effetto di un aumento della temperatura media di 1,2 gradi in più del previsto nel corso del secolo.

C’è il 99 per cento di probabilità, hanno concluso gli esperti, che i livelli di anidride carbonica e il riscaldamento globale siano nettamente più alti rispetto alla variazione media degli ultimi 650mila anni. Dunque non solo assistiamo a un aumento generale delle temperature, ma questo è provocato dagli ultimi 250 anni di sviluppo economico. In parole povere: sulla Terra ormai si stanno rapidamente ridimensionando le temperature estreme e stanno diminuendo i ghiacciai dell’Artico a causa dell’uomo: «È altamente probabile (più del 95 per cento di probabilità) che il riscaldamento osservato nell’ultimo mezzo secolo non possa essere spiegato senza un’influenza esterna (l’attività umana)» dicono senza mezzi termini gli scienziati.

Insomma, se la comunità scientifica è sempre stata divisa sulle cause dell’aumento delle temperature registrato nell’ultimo secolo (diversi esperti la fanno rientrare nel normale avvicendamento tra periodi freddi e caldi che ha accompagnato i 180milioni di anni di vita della Terra), quest’ultimo rapporto dell’Ipcc non potrà non incrinare anche le ultime incertezze rimaste, vista anche la fama di imparzialità e di serietà dei climatologi coinvolti. Creato nel 1988 dalle Nazioni Unite e l’Organizzazione Metereologica Mondiale ha la "vocazione" di essere "una Courroie di trasmissione" tra il mondo della ricerca e quello dei politici. I suoi rapporti che costituiscono la più vasta expertise possibile sul tema sono riconosciuti da 192 Stati membri dell’Onu. In base ai suoi primi lavori, la comunità internazionale ha elaborato nel 1992 la Convenzione dell’Onu sui cambiamenti climatici e nel 1997 il Protocollo di Kyoto di lotta contro l’effetto serra.

Adesso sotto accusa senza più ripensamenti c’è il biossido di carbonio emesso dalla combustione delle energie fossili (gas, petrolio, carbone) e liberato nell’atmosfera dalle attività umane, ciò che impone una risposta da parte dei politici. E che purtroppo non è arrivata fino ad oggi da alcuni importanti Stati responsabili di tali emissioni di gas. Primo tra tutti gli Stati Uniti.

www.unita.it

 

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EmiNews 2007

 

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