2713 Cpt, le conclusioni di De Mistura per ridurre il ''girone dei dannati''

20070201 17:36:00 webmaster

Verso lo svuotamento graduale dei Centri di permanenza temporanea. Le valutazioni della commissione voluta da Amato, che dice: ”Sono solo una parte del problema clandestini”. Intanto i romeni (un terzo dei presenti) sono già usciti

– Rimpatrio volontario assistito, priorità della riforma pensata dal governo
– Ferrero: ”I Cpt hanno fallito, possono essere tranquillamente superati”
– Politiche del governo sui Cpt, l’Arci: ”Condividiamo le linee guida”

ROMA – Svuotamento graduale dei Cpta (centri di permanenza temporanea e assistita), modificazione degli elementi negativi più macroscopici in vista di una nuova legge, incentivazione della collaborazione tra gli immigrati irregolari e lo Stato, coinvolgimento della società civile. Il presidente Staffan De Mistura ha sintetizzato oggi le proposte elaborate dalla Commissione incaricata di redigere il rapporto sui Cpta e tutti gli altri centri presenti in Italia e ha consegnato il rapporto stesso al ministro dell’Interno, Giuliano Amato. De Mistura ha precisato che il compito della Commissione – che ha potuto visitare tutti i centri e parlare con tutti – era quello di fornire un quadro completo della situazione attuale, individuando le criticità più importanti e avanzare le proposte di cambiamento al governo. La palla passa ora alla politica, anche se l’indagine svolta dalla Commissione permette di avere il primo vero quadro di questi centri e di tutte le loro assurdità e paradossi. De Mistura ha detto per esempio che molte delle persone che sono transitate per i centri non avrebbero proprio dovute esserci, mentre si verificano casi paradossali di persone immigrate che pure essendo state in carcere, prima di essere portate nei Cpta non sono state identificate (vedi il lancio sucessivo).

Il ministro Amato ha detto che se chiudere i Cpt facesse “scomparire l’asprezza dell’immigrazione clandestina li chiuderei tutti. Ma i centri di permanenza temporanea sono solo parte di un problema più ampio”. Il ministro non si è sbilanciato sui tempi delle modificazioni legislative, ma ha anche detto che le proposte contenute nel rapporto potrebbero intanto contribuire a ridurre “il girone dei dannati, ovvero di tutte quelle persone (che aumentano ogni anno) che girano a vuoto tra le carceri e i centri di permanenza temporanea in tutta l’Europa”. I Cpta – comunque, ha evidenziato De Mistura – non funzionano e non hanno alcun senso. Basti vedere le cifre. I questori italiani decretano infatti l’espulsione di circa 60 mila persone all’anno, mentre la popolazione media dei Cpta oscilla intorno alle 22 mila persone.

Il ministro Amato, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa al Viminale, ha anche spiegato che la politica sui centri di accoglienza e permanenza non può essere estrapolata e separata dal resto delle politiche sull’immigrazione. Bisogna però avere pazienza nel trovare le soluzioni e cominciare a studiare il problema in modo serio, così come ha fatto la Commissione presieduta da De Mistura. Una delle scoperte che sono emerse per esempio dal lavoro della Commissione è relativa alla presenza in questi centri di immigrati romeni irregolari. Ebbene, ha detto Amato, con l’allargamento dell’Europa abbiamo risolto un terzo del problema, visto che la Commissione De Mistura ha scoperto che un terzo degli immigrati detenuti nei Cpta era composta proprio da romeni che ora quindi usciranno essendo diventati cittadini europei. (pan)

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Rimpatrio volontario assistito, priorità della riforma pensata dal governo

La Commissione De Mistura pensa ad un potenziamento dei Cpa ed auspica un unico sistema nazionale di accoglienza e protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati

ROMA – Una delle proposte emerse dal lavoro della Commissione De Mistura riguarda il rimpatrio volontario assistito, che oggi il ministro Amato, presente alla conferenza stampa di presentazione del rapporto sui centri di permanenza e di accoglienza, ha recepito come una delle linee guida della riforma dell’immigrazione che il governo sta preparando per sostituire la Bossi-Fini. La Commissione ha elaborato una serie di proposte che saranno utilizzate appunto nel processo di riforma legislativa. Prima di tutto la Commissione auspica appunto una riforma normativa che preveda un unico sistema nazionale di accoglienza e protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Si tratta di far evolvere il sistema di protezione attuale (Sprar).

La Commissione auspica inoltre che vi sia una graduale sostituzione dell’attuale sistema dei centri di identificazione e che per quanto riguarda i centri di permanenza si debba attuare il più presto possibile un’operazione trasparenza. Nel rapporto si propone infatti l’accesso ai centri per gli enti, le associazioni, gli enti locali e la stampa. Si propone anche – sempre in vista di un superamento definitivo di questo tipo di strutture – l’istituzione di un difensore dei diritti delle persone private della libertà personale. La Commissione ritiene che il sistema attuale di trattenimento degli immigrati irregolari non risponde alle complesse problematiche del fenomeno, non consente una gestione efficace dell’immigrazione irregolare stessa, comporta disagi alle forze dell’ordine, nonché disagi e frustrazioni alle persone trattenute, comporta costi elevatissimi con risultati non commisurati. E’ necessario quindi cominciare a diversificare le risposte per categorie di persone, graduare e rendere proporzionali le misure di intervento previste e attuate, incentivare al massimo la collaborazione tra l’immigrato e l’autorità, coinvolgere la società civile alla gestione del fenomeno.

In sostanza si propone il superamento dei Cpta attraverso un processo di svuotamento graduale dei centri di tutte le categorie di persone per le quali non c’è nessuna necessità, né utilità del trattenimento. Il presidente De Mistura, durante la sua presentazione in conferenza stampa al Viminale, ha fatto anche un elenco delle persone che non devono assolutamente stare nei Cpta. In particolare De Mistura ha parlato degli ex detenuti che dovrebbero essere identificati e, se espulsi, rimpatriati a fine pena direttamente dalle carceri. Nei Cpta non dovrebbero neppure starci tutte le potenziali vittime di tratta o di grave sfruttamento del lavoro che dovrebbero essere orientati verso la protezione sociale con rilascio di un permesso di soggiorno temporaneo.

Nei Cpta non dovrebbero neppure transitare – si legge nel rapporto – cittadini non comunitari irregolari "di ritorno” (overstayers) che dovrebbero poter ottenere un soggiorno per ricerca di lavoro e quindi una opportunità di tornare alla regolarità, o qualora questo non sia possibile, aderire a un programma di rimpatrio concordato ed assistito. Infine una categoria che non deve stare nei Cpta è quella dei cittadini non comunitari, entrati irregolarmente nel territorio, che collaborano per la loro identificazione e aderiscono al programma di rimpatrio concordato. Al contrario dei Cpta, che in prospettiva vanno superati definitivamente (il governo non parla ancora esplicitamente di chiusura, ma si è avviato un processo in quel senso), secondo il presidente della Commissione De Mistura, andrebbero potenziati i Cpa, i centri di accoglienza. (pan)

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Ferrero: ”I Cpt hanno fallito, possono essere tranquillamente superati”

Il ministro della Solidarietà sociale commenta le conclusioni di De Mistura. ”I Cpt possono essere svuotati da subito riorganizzando il sistema delle identificazioni, a partire dal carcere, e superati con l’abrogazione della Bossi-Fini”

ROMA – Ieri il presidente Staffan De Mistura ha sintetizzato le proposte elaborate dalla Commissione incaricata di redigere il rapporto sui Cpta e tutti gli altri centri presenti in Italia. Lo stesso De Mistura ha consegnato il rapporto al ministro dell’Interno, Giuliano Amato.

Sull’esito della relazione della Commissione ha espresso considerazioni anche il Ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero. Che ha affermato: “In primo luogo voglio ringraziare la ‘Commissione per le verifiche e le strategie dei centri’, presieduta da Stefan De Mistura per l’enorme ed importantissimo lavoro fatto.

I risultati a cui arriva la Commissione mi paiono inequivocabili in quanto la Commissione ‘ritiene che il sistema attuale di trattenimento: non risponde alle complesse problematiche del fenomeno; non consente una gestione efficace dell’immigrazione irregolare; richiede alcuni miglioramenti nel caso dei diritti dei migranti; comporta gravi disagi alle forze dell’ordine, nonché disagi alle persone trattenute; comporta costi elevatissimi con risultati non commisurati’. Non a caso De Mistura aggiunge: ‘se fossimo una azienda privata avremmo dovuto dichiarare fallimento’”.

Continua Ferrero: “A questo commento è bene affiancare gli importantissimi elementi analitici che la commissione ci presenta, quando ci dice che: nonostante i dati incompleti che la commissione ha avuto a disposizione, si evince che una percentuale poco inferiore al 50% di chi è stato trattenuto in un Cpt arriva dal carcere; il 30% dei trattenuti nei Cpt erano già identificati; il 31% dei trattenuti è composto da cittadini rumeni, oggi comunitari; il 4% dei trattenuti è composto da richiedenti asilo”.

“Questi dati – conclude Ferrero -, che sul piano matematico non sono ovviamente sommabili, ci dicono però con chiarezza che il sistema dei Cpt oltre a non essere rispettoso delle regole democratiche del nostro paese non è per nulla necessario. E’ infatti evidente che gli stranieri che finiscono in carcere possono essere tranquillamente identificati in carcere e che per i rimanenti cittadini stranieri da identificare non è necessaria una struttura costosa e inefficace quale quella dei Cpt. Il compito dell’identificazione degli stranieri può cioè essere assai più efficacemente svolto senza i costosissimi Cpt. I Cpt possono quindi essere svuotati da subito con una riorganizzazione del sistema delle identificazioni – a partire dal carcere – e definitivamente superati con l’abrogazione della Bossi-Fini”.

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Politiche del governo sui Cpt, l’Arci: ”Condividiamo le linee guida”

Il presidente nazionale, Paolo Beni: ”Si tratta di una svolta, che tiene conto delle nostre sollecitazioni. Restiamo convinti che la detenzione nei Cpt rappresenti un illecito giuridico”

ROMA – “Sulle linee per una nuova politica sull’immigrazione che i ministri Amato e Ferrero hanno esposto nell’assemblea convocata dal Tavolo Immigrazione e sul rapporto della Commissione De Mistura sui Cpt presentato ieri alla stampa, crediamo vada fatta una valutazione di metodo, oltre che di merito”. Così Paolo Beni, presidente nazionale dell’Arci, che continua: “Sul metodo. Siamo convinti che già di per sé rappresenti una svolta e risponda alle sollecitazioni che tante organizzazioni, tra cui la nostra, avevano fatto perché il governo si aprisse all’ascolto e al confronto su una materia come l’immigrazione troppo spesso trattata in maniera ideologica e superficiale. Il nuovo disegno di legge delega sulla materia, anticipato nelle sue linee generali – continua -, vede la luce dopo un fitto giro di incontri dei ministri con associazioni, sindacati, cittadine e cittadini immigrati. La stessa scelta di anticiparne i contenuti in un’affollata assemblea accettando il confronto con i cittadini è un passo significativo nella direzione di quel rapporto diverso tra governanti e governati che da tempo chiediamo. Le proposte presentate segnano, anche nel merito, quella svolta che auspicavamo: l’immigrazione non è più affrontata come un problema principalmente di ordine pubblico, ma come un fenomeno del nostro tempo, che riguarda la vita di centinaia di migliaia donne e uomini, persone con una storia, una cultura e un bagaglio di diritti che vanno rispettati”.

“Anche il percorso con cui si è giunti alla redazione del rapporto De Mistura sui Cpt ci è sembrato condivisibile – continua Beni -. Si è scelto un metodo che portasse al superamento delle diversità – che pure ci sono – sul destino dei centri di permanenza attraverso l’inchiesta sul campo. Il rapporto offre per la prima volta un utile materiale di conoscenza, sulla cui base fondare opinioni e giudizi, magari non coincidenti ma sicuramente non ideologici”.

E conclude: “Nel merito, riteniamo importante che la Commissione abbia raccolto molte delle nostre osservazioni, alcune delle quali si sono tradotte in ‘raccomandazioni’ al governo. Vogliamo sottolineare però la nostra insoddisfazione per il mantenimento, sia pure molto ridimensionato, della detenzione amministrativa. Restiamo convinti che la detenzione nei Cpt rappresenti un illecito giuridico, una misura che sottende l’esistenza di quel ‘diritto speciale’ per i migranti di cui anche il ministro Amato ieri dichiarava l’illegittimità. Continueremo quindi a ribadire in tutte le sedi, nelle piazze come negli incontri istituzionali, che i Cpt vanno chiusi. E’ una battaglia di civiltà a cui non intendiamo sottrarci”.

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EmiNews 2007

 

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