2711 Il caso Vicenza arriva al Senato: passa la mozione della Cdl

20070201 17:28:00 webmaster

Parisi chiede un chiarimento a Prodi
(da l’Unità)

Trappola della Cdl a Palazzo Madama, dove giovedì è arrivato il "caso Vicenza". Dopo una relazione del ministro della Difesa Arturo Parisi, a sorpresa l’Aula del Senato approva l’ordine del giorno della Cdl che recepisce le indicazioni venute dal ministro Parisi sul progetto del raddoppio della base. I sì vincono 152 a 146, quindi con sei voti di scarto. Quattro sono gli astenuti: gli ulivisti Gavino Angius, Paolo Bodini, Massimo Brutti e Domenico Fisichella. Ma decisivi sono stati i voti del senatore a vita Giulio Andreotti e dell’ex Idv Sergio De Gregorio ora nel gruppo misto. Oltre alle assenze nelle file della maggioranza: in tutto 19 senatori, tra cui tutti i senatori a vita eccetto Andreotti.

Ma, assenze giustificate per malattia o meno, quello che emerge è che la trappola è andata in porto anche perché al momento del voto c’è stato un certo caos nelle fila della maggioranza, dopo la bufera di ieri alla Camera sui Pacs, come si evidenzia dalle parole di Angius e del senatore D’Amico della Margherita: il primo tra gli astenuti e il secondo caduto tra i favorevoli alla mozione del centrodestra.

«Udite le comunicazioni del governo, le si approva»: è questa l’unica riga dell´ordine del giorno presentato dalla Cdl che ha messo in difficoltà l´Unione. Uno sgambetto messo in atto dalla destra che poi ha avuto buon gioco, al momento dell´approvazione, a riempire l’aula di grida: «Buffoni, dimissioni, dimissioni».

«Il voto non ha alcuna conseguenza sulla tenuta del governo» risponde con fermezza la presidente dei senatori dell’Ulivo, Anna Finocchiaro. «Si tratta ovviamente di una vittoria politica del centrodestra – ammette però la Finocchiaro. – ma tanto imbarazzante per il centrosinistra quanto per il centrodestra», visto che la è avvenuta appoggiando la relazione del governo dopo che «l’operato del governo Prodi, sui giornali e negli interventi dei colleghi, è stato descritto come quanto di più dannoso, devastante e pregiudiziale si possa immaginare rispetto alle relazioni dell’italia con la comunità internazionale».
Poco dopo il sì alla mozione del centrodestra, l’aula approva anche l’odg presentato dall’Unione. Ma, come annunciato, la destra a quel punto ha quasi interamente abbandonato l’aula. L’odg di maggioranza «prende atto» delle dichiarazioni del ministro Parisi e chiede la organizzazione di una conferenza nazionale sulle servitù militari.

Il mite Parisi però è su tutte le furie. Per lui tutta la vicenda del voto al Senato su Vicenza è «paradossale» e chiede chiarimenti alla maggioranza -o meglio «un chiarimento profondo» – in prima battuta al suo "capo", cioè al presidente del Consiglio Romano Prodi.

In aula Parisi aveva comunicato che il via libera ufficiale a Ederle 2 era arrivato per voce del ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, nel corso del colloquio con il Segretario di Stato americano, Condoleeza Rice, in occasione del vertice Nato di Bruxelles, il 26 gennaio scorso, una settimana fa. E aveva anche ricostruito che lo stesso Prodi aveva preavvertito l’ambasciatore Usa Spogli dieci giorni prima. Spogli aveva fatto pressioni su Prodi per una risposta in tempi rapidi visto che il 31 gennaio il Congresso a Washington avrebbe dovuto deliberare gli stanziamenti per il ridislocamento delle truppe americane in Europa.

Parisi ha anche assicurato che «il governo vigilerà» sul fatto che siano «rispettate le esigenze poste dalla comunità locale» rispetto al territorio, alla viabilità, ai servizi, problemi su cui lo stesso Parisi aveva già manifestato le stesse perplessità in precedenza. Ma ha aggiunto: «Sarà altresì dovere del governo assicurare la massima vigilanza sul rispetto degli accordi bilaterali per quello che riguarda gli impieghi operativi» della base stessa. Ma nel frattempo è stata confermata una manifestazione nazionale contro il progetto di raddoppio della base Usa a Vicenza il prossimo 17 febbraio, una manifestazione a cui è stata già anmnunciata la presenza di alcuni deputati e senatori della maggioranza. L’affaire Vicenza è tutt’altro che chiuso.

 

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EmiNews 2007

 

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