2726 CARACAS: IL CENTRO ITALIANO VENEZUELANO SOTTO ATTACCO

20070205 09:15:00 webmaster

di Pietro Armenti

Il simbolo dell’emigrazione italiana in Venezuela non è poi così tranquillo, domenica scorsa per la prima volta un tentativo di sequestro. Attivato un piano di sicurezza d’emergenza

Raddoppiano le guardie, aumentano i controlli sugli ospiti. Non si sono fatte attendere le contromisure del Civ di Caracas al tentativo di sequestro di domenica scorsa ai danni di F.M, socio e abile giocatore di tennis. Il Civ è sempre stato considerato uno spazio sicuro in cui passare il tempo libero, una piccola oasi di pace familiare. Nessuno tra le sue mura teme per la propria incolumità, mai un episodio di violenza, mai una denuncia.

La notizia di un tentativo di un sequestro express allora sorprende, spaventa, corre velocemente di bocca in bocca costringendo agli straordinari la giunta direttiva. Che fare? Inizia il giro di telefonate, F.M viene invitato ad esporre i fatti. Ancora spaventato racconta la propria domenica particolare. Arriva alle 6 e mezzo del pomeriggio al campetti di tennis, parcheggia la propria automobile e d’improvviso da un veicolo scende un uomo, in macchina restano altri due. Gli intimano di risalire sulla sua auto, sembra vogliano portarlo con loro. La vittima reagisce, i ladri si mettono in fuga. Impossibile per le guardie fermarli. F.M non fa a tempo a dare l’allarme che i delinquenti già sono in autostrada. Quella domenica nel Civ ci sono molti “esterni”: c’è una partita di calcio tra la Pdvsa e il Civ, quindi all’ingresso si lascia passare tutti senza troppi problemi. E’ stata questa la scusa per intrufolarsi, e tentare il colpo. E’ da escludere, invece, che fosse un sequestro mirato: non sarebbe stato quello il luogo più adatto all’impresa.

“Neanche qui possiamo stare tranquilli!” dice un anziano amareggiato, Paquale Rocco, mentre sorseggia un caffè e parla male di tutti.

“Non c’è da allarmarsi – risponde Nicolino Taddeo presidente del tribunale disciplinario del Civ – ma certo dobbiamo fare di più per la nostra sicurezza”.

Le guardie, ci informa sempre Taddeo, adesso da 8 sono diventate 16, mentre tutti gli ospiti che entrano in occasione di un evento pubblico, come una partita, un concerto, possono entrare ma a piedi, senza automobile, e devono essere debitamente riconosciuti. In futuro dovranno indossare un braccialetto di riconoscimento.

“Alcune di queste misure già c’erano, solo che non si applicavano. Saremo più rigidi” precisa Taddeo, che poi conclude:

“La posizione in cui ci troviamo, circondati dal barrio Santa Cruz e dal Barrio de las Minas, ci obbliga a aumentare le misure di sicurezza soprattutto nelle zone di confine, e infatti per esempio oltre al filo spinato, stiamo illuminando i punti a rischio”.

 

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EmiNews 2007

 

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