2777 Il presidente croato attacca Napolitano: caso diplomatico

20070213 13:50:00 webmaster

Il presidente della Croazia Stipe Mesic si è detto oggi «costernato» dalle dichiarazioni del presidente Giorgio Napolitano in occasione della Giornata del Ricordo delle Foibe e dell’Esodo «nelle quali è impossibile non intravedere elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico». Il presidente croato Stjepan Mesic ha risposto con estrema durezza al discorso pronunciato il 10 febbraio scorso, «giorno della memoria» a ricordo delle vittime italiane delle foibe e degli esuli istriani e dalmati, dal presidente Giorgio Napolitano.

Mesic si è riferito alla frase che Napolitano ha pronunciato sabato scorso al Quirinale quando, consegnando diplomi e medaglie agli eredi delle vittime delle foibe, ha collegato quelle vicende con il «moto di odio e di furia sanguinaria» e con il «disegno annessionistico slavo che prevalse innanzitutto nel Trattato di pace del 1947 e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica».

Il comunicato di Mesic fa riferimento alle «recenti dichiarazioni giunte dal vertice dello Stato della vicina Italia». Il presidente croato si dice «dispiaciuto e sorpreso dal contenuto e dal tono» di tali dichiarazioni «che – aggiunge – si riferiscono ad alcuni aspetti del passato prossimo, ma toccano anche i rapporti attuali tra Italia e Croazia». «Queste dichiarazioni, nelle quali è impossibile non intravedere elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico, si inseriscono difficilmente nella dichiarata volontà di migliorare i nostri rapporti bilaterali», prosegue il comunicato di Mesic.

«È motivo di costernazione ed è potenzialmente estremamente pericoloso mettere in questione il Trattato di Pace che l’Italia ha firmato nel 1947». «Il presidente croato – prosegue il comunicato, formulato in terza persona – si è di recente e a più riprese pronunciato molto chiaramente per la condanna di ogni crimine commesso da parte dei vincitori durante e dopo la Seconda guerra mondiale, ma anche per l’analisi dell’intero contesto storico dicendosi contrario a ogni tentativo di offuscare fatti, come pure al tentativo di trasformare gli sconfitti della storia in vincitori».

«Per la Croazia è assolutamente inaccettabile qualsiasi tentativo di mettere in discussione gli Accordi di Osimo, stipulati tra Jugoslavia e Italia, che la Croazia ha ereditato come uno dei Paesi successori della Federazione jugoslava», si sottolinea più avanti nella nota, che si conclude così: «Il presidente Mesic crede fermamente nella necessità di rafforzare ulteriormente i rapporti amichevoli italo-croati, non solo nell’interesse dei due paesi ma anche in quello dell’Europa che si unisce. Nel contempo ritiene di dover alzare una voce di protesta contro ogni tentativo che, in nome di qualsiasi motivo o espediente, possa mettere in dubbio le basi sulle quali è edificata l’Europa unita, tra le quali l’antifascismo ha un posto di primo piano».

Solidarietà al presidente Napolitano è espressa da tutta la politica italiana. «Una reazione che stupisce ed addolora, e che appare del tutto immotivata», ha detto il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema. Mentre per Jacopo Venier deputato e responsabile esteri del PdCi, «chiunque conosca un minimo la storia passata e recente delle terre di confine non può che constatare come la reazione del presidente croato Mesic fosse assolutamente prevedibile». «Bisogna – ha concluso il deputato comunista – smetterla subito con questa strumentalizzazione politica della storia che può riaprire ferite antiche e alimentare nuovo razzismo». va giù duro anche il ministro della Giustizia Clemente Mastella. «Se il Presidente croato Stipe Mesic conoscesse il passato del Presidente Napolitano eviterebbe di dire le sciocchezze da lui oggi pronunciate in merito alle recenti dichiarazioni del Capo dello Stato italiano sulle foibe». La destra solidarizza. «È incredibile che le parole di amicizia e di pace del Presidente Napolitano vengano volutamente equivocate dal Presidente Mesic con un linguaggio che speravamo di non dover più ascoltare da nessun politico europeo», ha affermato Carlo Giovanardi (Udc). Mentre Casini consiglia al presidente croato «di andare a ripetizione per un pò di tempo dal Presidente Napolitano».

www.unita.it

 

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EmiNews 2007

 

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