2771 ITALIA, crescono le coppie di fatto: 80mila l’anno i nati fuori dal matrimonio

20070212 23:57:00 webmaster

Sono 500 mila i conviventi, circa il doppio rispetto a 10 anni fa. Ci si sposa meno e sempre più tardi: 250 mila i matrimoni celebrati nel 2005. Uno su tre davanti al sindaco. I dati dell’Istat

ROMA – Le coppie di fatto sono un "fenomeno in espansione": oltre 500 mila a fronte di circa 250 mila matrimoni celebrati nel 2005, dato, questo, "in continua diminuzione”. La fotografia della realtà italiana resa dall’Istat conferma il cambiamento che sta attraversando e modificando la società, dove sempre più frequentemente si sceglie di formare una famiglia al di fuori del vincolo del matrimonio.

Che la convivenza sia ormai considerata socialmente "come modalità di formazione della famiglia alternativa al matrimonio" è dimostrato, secondo l’istituto di ricerca, dal numero di bambini nati fuori dal matrimonio, quasi 80mila l’anno, circa il doppio rispetto a 10 anni fa.

Ci si sposa sempre meno e più tardi – Nel 2005 sono stati celebrati poco più di 250mila matrimoni e il dato è "in continua diminuzione" dal 1972, quando si sono registrate poco meno di 419mila nozze. Secondo l"Istat il fenomeno “va interpretato nel quadro più generale delle trasformazioni dei comportamenti familiari”. Ci si sposa sempre più tardi: attualmente gli sposi alle prime nozze hanno un’età media che è intorno 32 anni e le spose quasi 30 anni, 4 anni in più dell’età che avevano in media i loro genitori al primo matrimonio. Posticipazione dovuta, in molti casi, al completamento degli studi o alla ricerca di un lavoro, oppure al desiderio di trascorrere un periodo godendo di tutti i vantaggi economici, organizzativi e talvolta anche emotivi di una permanenza lunga nella famiglia di origine, spiega l’Istat. Agli inizi degli anni 90 la maggioranza dei 35enni era sposata, solo il 17% era ancora celibe o nubile; oggi questa percentuale è salita al 30%. Ci si sposa più al Sud e nelle Isole (rispettivamente 4,9 e 4,6 matrimoni per 1.000 abitanti nel 2005) che al Nord (3,8 per per1.000 abitanti). Le regioni dove si registra il massimo e il minimo dei matrimoni sono rispettivamente la Campania (5,3 nozze per 1.000 abitanti) e l’Emilia-Romagna (3,5). Laddove i matrimoni sono più frequenti, inoltre, l’età media degli sposi diminuisce: le ragazze campane, per esempio, hanno in media 27,9 anni alle prime nozze, mentre in molte regioni del Nord l’età media delle spose al primo matrimonio supera i 30 anni.

Coppie di fatto, ”fenomeno in espansione” – Sono oltre 500mila le coppie che scelgono di formare una famiglia al di fuori del vincolo del matrimonio. Il fenomeno secondo l’istituto di ricerca “è in rapida espansione”, basti pensare che solo 10 anni fa le coppie che sceglievano la convivenza erano meno della metà. In Italia tuttavia “le libere unioni non sono ancora così frequenti come in altri paesi europei”, mentre cresce parallelamente l’accettazione sociale della convivenza “come modalità di formazione della famiglia alternativa al matrimonio”. Lo dimostra il numero di bambini nati fuori dal matrimonio che è attualmente intorno al 15%, cioè quasi 80mila nati all’anno, quasi il doppio rispetto a 10 anni fa.

Crescono i matrimoni civili – Un matrimonio su tre è celebrato davanti al sindaco: il 32,4% di tutti i matrimoni, solo 10 anni fa l’incidenza dei matrimoni civili non arrivava al 20%. Sono celebrati con il solo rito civile oltre il 43% dei matrimoni registrati al Nord, il 35% di quelli registrati al Centro, mentre al Sud questo valore è del 18%. Differenze ancora più accentuate si riscontrano a un livello sub-regionale. Nel 2004 sono ben 28 i comuni capoluogo del Nord e del Centro in cui i matrimoni civili superano quelli religiosi. Le percentuali più elevate di matrimoni civili si registrano a Bolzano, Siena e Firenze (rispettivamente 74,5% e 67,6%). Secondo l’Istat “una parte dell’aumento dei matrimoni con rito civile è da attribuire alla crescente diffusione dei matrimoni misti e dei secondi matrimoni”, anche se l’aumento si riscontra anche quando si considerano le prime nozze tra cittadini entrambi italiani.

I secondi matrimoni – Aumentano i divorzi (in media 15 per 100 matrimoni) e a questo fenomeno è collegato l’aumento dei secondi matrimoni negli ultimi 10 anni. Attualmente in quasi il 10% delle nozze almeno uno degli sposi è alla sua seconda esperienza. Più diffusi nelle regioni del Nord e del Centro, rispetto al Sud e alle Isole: le percentuali più elevate in Valle d’Aosta (23,8), Liguria (21,1), Friuli-Venezia Giulia (19,5), Piemonte (17,8), Emilia-Romagna (17,5), Toscana (17,0). All’opposto si collocano la Calabria (5,2), la Campania (5,9) e la Basilicata (6,1). Gli uomini al secondo matrimonio hanno in media 47 anni se sono divorziati e 58 se sono vedovi. Le donne, invece, si risposano mediamente a 41 anni se divorziate, o a 47 anni se sono vedove. La tipologia più frequente tra i secondi matrimoni è quella in cui lo sposo è divorziato e la sposa è nubile (il 4,2% dei matrimoni celebrati nel 2004), segue il caso opposto in cui è la sposa ad essere divorziata e lo sposo è celibe (3,4%). Quasi la totalità di questi matrimoni sono celebrati con il solo rito civile.

I matrimoni misti – Sono l’8,8% a livello medio nazionale per un totale di 28.828 celebrazioni nel 2004 e la frequenza è proporzionale alla presenza straniera nel nostro Paese: più diffusi al Nord e al Centro del Paese quindi (circa 12 matrimoni misti ogni cento celebrazioni), dove è più stabile e radicato l’insediamento delle comunità immigrate. Al Sud e nelle Isole, al contrario, il fenomeno assume ancora proporzioni contenute (circa 4,5 matrimoni misti ogni 100). Nelle coppie miste, la composizione più frequente è quella in cui lo sposo è italiano e la sposa è straniera: circa 9 matrimoni su 100 al Centro-Nord e 7 matrimoni su 100 a livello medio nazionale per un totale di 17.835 nozze celebrate nel 2004. Le donne italiane che scelgono un partner straniero sono molto meno numerose: 4.443 nel 2004 (1,8%). Gli uomini italiani che sposano una cittadina straniera scelgono nel 49% dei casi donne dell’Europa centro-orientale (principalmente rumene, ucraine, polacche, russe e albanesi) e nel 21% donne dell’America centro-meridionale (soprattutto brasiliane, ecuadoriane, cubane). Le donne italiane che sposano un cittadino straniero, invece, mostrano una preferenza per gli uomini di origine nordafricana (23% dei matrimoni), per lo più provenienti dal Marocco o dalla Tunisia, o per i cittadini dell’Europa centro-orientale (22% dei casi), soprattutto albanesi e rumeni. Parte dei matrimoni misti riguarda, infine, cittadini dell’Unione europea (ad essere straniero è nel 15% dei casi è la sposa e nel 22% lo sposo). Nel caso dei matrimoni misti si riscontrano inoltre maggiori differenze di età e di titolo di studio tra gli sposi e spesso si tratta di secondi matrimoni, spesso celebrati con il solo rito civile.

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EmiNews 2007

 

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