2786 IMMIGRAZIONE: LETTERA APERTA DELLA CGIL AL MINISTRO AMATO

20070213 21:45:00 webmaster

On. Ministro,

nel percorso di consultazione attivato per arrivare alla riforma del Testo Unico sull’Immigrazione, al quale io ho partecipato con convinzione, ho avuto modo di apprezzare la Sua disponibilità e la Sua capacità di ascolto.
La CGIL insieme agli altri sindacati ed associazioni ha presentato le proprie idee e proposte con lealtà e franchezza e soprattutto con la convinzione che, senza posizioni pregiudiziali e stando al merito, anche le diverse opinioni avrebbero trovato una giusta sintesi.

Alla luce dell’Assemblea pubblica, che abbiamo tenuto il 30 gennaio scorso al cinema Capranica, si può dire che il confronto è stato assolutamente positivo e produttivo e che oggi è stato impostato un condivisibile progetto di riforma nelle sue linee guida, da parte Sua e del Ministro Ferrero, che potrà affrontare un non facile percorso parlamentare, giovandosi del consenso del sindacato e delle associazioni che rappresentano e seguono il mondo dell’immigrazione.
Richiamando in estrema sintesi i punti di merito avanzati nell’Assemblea, si tratta di abrogare sostanzialmente la legge Bossi-Fini, rivisitare la legge Turco-Napolitano, impostando una nuova politica degli ingressi basata non sulla rigidità delle quote chiamate a distanza, ma sullo strumento della programmazione e del governo dei flussi incrementando tutti i possibili ed utili canali d’immigrazione legale: chiamata diretta, liste di prenotazione e formazione nel paese d’origine, flessibilità delle quote per specifici segmenti del mercato del lavoro e visto d’ingresso e permesso per ricerca di lavoro che è un’architrave delle proposte sindacali.
Una strategia di regolarizzazione sistematica e di sostegno al flusso legale per abbattere il fenomeno della tratta e della clandestinità. Norme così concepite consentiranno un superamento del diritto speciale per gli immigrati compresi gli odiosi, oltre che inutili e costosi, centri di permanenza temporanea (CPT), e consentiranno la conversione di risorse per progetti di accoglienza e normalizzazione o meglio di civilizzazione del rapporto fra immigrazione e Stato.
Questo progetto di civilizzazione comprende la riforma della cittadinanza, il diritto di voto ed il superamento di una vasta gamma di discriminazioni sociali, e dovrà riguardare anche una semplificazione e normalizzazione degli adempimenti e procedure burocratiche, che dovranno essere affidate ai Comuni.
Ed è su questo punto che vorrei rivolgermi a Lei per riprendere un punto di grande sofferenza ed anche di grande contraddizione.
Si tratta dell’affidamento alle Poste della gestione delle procedure di rinnovo del permesso di soggiorno. Una scelta fatta dal Ministro Pisanu, che noi come sindacato abbiamo sempre contestato, alla quale Lei ha dato corso. Presumo che abbia voluto rispettare la scelta del Ministro che l’ha preceduta e consentire che si sperimentasse una procedura che era stata presentata come la chiave di volta per risolvere il caos e le inadempienze del sistema precedente. Ma oggi il fallimento di questo progetto è sotto gli occhi di tutti.
L’unica certezza è l’esasperazione degli immigrati che pagano molto caro un servizio totalmente inefficace.
Lei ha avuto al Capranica parole dure e di verità quando ha detto che “pagare 70 euro per un permesso di soggiorno che non arriva mai è un furto”; è esattamente così perché ad oggi, a due mesi di distanza, non è stato rinnovato nessun permesso di soggiorno, neanche in quelle città e province dove in precedenza, con gli accordi fra i sindacati e associazioni con questure e prefetture, si rinnovavano in 20-30-40 giorni al massimo.
I 70 euro sono solo una parte del furto, perché, come si sa, gli immigrati alle poste non trovano neanche i kit (gratuiti) e per procurarseli si devono rivolgere al mercato nero, ai bagarini con prezzi che oscillano dai 100 ai 500 euro.
E’ un furto aggravato e continuato, lo diciamo in molti; se lo dice Lei, che è il Ministro dell’Interno, deve anche essere conseguente e quindi intervenire tempestivamente per risolvere questo problema.
Per risolverlo a mio avviso occorre:
1. disdire immediatamente la convenzione con le Poste Italiane;
2. inviare a casa degli immigrati, di cui il Ministero dell’Interno e gli sportelli unici hanno tutti gli indirizzi, il kit per il rinnovo;
3. consentire una fase di transizione in cui si salvaguardino tutti gli accordi precedenti che avevano dato risultati eccellenti, con l’ausilio dei Comuni, delle OO.SS., patronati ed associazioni;
4. accelerare, con una sperimentazione su larga scala, il passaggio di competenze agli Enti Locali in modo sistematico e generalizzato.
Sono convinto che non lascerà cadere questa sollecitazione.
Ringraziamenti ed ossequi

Ufficio per le Politiche dell’Immigrazione
il Responsabile Pietro Soldini

 

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EmiNews 2007

 

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