2809 "DOVE VA L'ITALIA?"

20070216 16:31:00 webmaster

di ANDREA LANZI (Rio de Janeiro)

Rio De Janeiro – In che direzione si muove l’Italia dopo quasi un anno di governo Prodi? Il governo si è senza dubbio caratterizzato positivamente nella politica estera. In primo luogo è stata mantenuta la promessa elettorale di ritirare i militari italiani dall’Iraq, mentre sullo scacchiere afgano i partiti dell’Unione hanno finora trovato soluzioni di compromesso, come si è verificato anche a fine gennaio in occasione del rifinanziamento delle missioni militari all’estero. Dall’ obbedienza a Bush del governo di centro destra, si è passati ad un nuovo ruolo dell’Italia a livello mondiale come dimostra in primo luogo la missione di interposizione in Libano e la complessiva iniziativa diplomatica in Medio Oriente. Altra significativa novità nella politica estera è rappresentata dal ruolo che l’Italia intende assumere insieme a Spagna e Portogallo per funzionare come “porta di entrata” del Mercosul nell’Unione Europea e viceversa; da questo punto di vista è ovvio il peso e la funzione delle comunità di origine italiana nel mondo, oltre 60 milioni di persone di cui 25 milioni si stima abitino in Brasile.

Sul piano interno il governo Prodi ha approvato una legge di bilancio che, pur non avendo soddisfatto pienamente né gli imprenditori, né i lavoratori, non ha visto alzare le barricate
da parte di nessuna delle parti sociali. Il governo al gran completo, insieme ai segretari dei
partiti dell’Unione, si è riunito a Caserta il 12 e il 13 gennaio per discutere come dare attuazione al programma elettorale, in particolare sui temi dello sviluppo, delle liberalizzazioni, dell’equità e del risanamento. L’appuntamento di Caserta ha riconfermato la sostanziale volontà di tutti i partiti dell’Unione di realizzare il programma elettorale, di mantenere l’attuale maggioranza di governo, di affrontare problematiche complicate come la previdenza e il mercato del lavoro senza divaricazioni interne al centro sinistra. Sulle liberalizzazioni i primi provvedimenti di fine gennaio hanno confermato l’intenzione di conseguire quattro obiettivi: la dignità verso il consumatore, l’apertura di mestieri e professioni, la semplificazione della vita e la lotta all’evasione ed elusione fiscale. Sulla previdenza lo stesso Prodi ha dichiarato che si vuole incentivare periodi più lunghi di contribuzione e non penalizzare chi sceglie di andare in pensione alla data che le normative in vigore permettono. Sul mercato del lavoro la linea dell’azione di governo sarà quella di favorire la flessibilità, ma di contrastare la precarietà. A livello di quadro politico è da segnalare la crisi del centro destra: Forza Italia, Lega e Alleanza Nazionale hanno portato in piazza a Roma una moltitudine di persone contro il governo Prodi, mentre l’UDC si è distanziata dalle altre forze politiche del centro destra puntando alla costruzione di un nuovo schieramento di centro che rappresenti i moderati di entrambi gli schieramenti politici. Nel centro sinistra si discute da un lato sulla creazione del Partito Democratico, un “partito nuovo” che dovrebbe riunire gli eredi del riformismo socialista e cattolico, i Democratici di Sinistra e la Margherita, al termine dei rispettivi percorsi congressuali; dall’altro lato si discute di un contenitore più ampio e di nuovi orizzonti per le forze antagoniste, a partire da Rifondazione Comunista, attraverso l’esperienza della “Sinistra Europea”. Questi due percorsi non sono stati ad oggi in grado di intercettare e rimettere in gioco quella vasta area di società civile che negli anni del centro destra dal 2001 al 2006 ha svolto una importante funzione di contrasto e di denuncia dei mali del berlusconismo; ci riferiamo ai “girotondi”, ai movimenti referendari contro le modifiche alla costituzione e contro la legge sulla procreazione assistita, ai movimenti per la pace, a chi si è impegnato nei Social Forum. Partito Democratico e Sinistra Europea non sembrano rappresentare nemmeno l’approdo e l’orizzonte politico del mondo del lavoro sempre più segmentato socialmente e politicamente; cresce ad esempio il numero dei lavoratori che pur aderendo alle tre confederazioni – Cgil, Cisl e Uil -, votano per il centro destra. Il centro sinistra deve tornare a parlare all’intelligenza e al cuore del lavoro dipendente. La valorizzazione del lavoro, il diritto a una “buona occupazione”, il superamento della precarietà, devono diventare gli assi portanti dell’azione di governo e della progettualità del centro sinistra. Per gli elettori italiani residenti all’estero l’unica significativa cosa nuova è che sono per la prima volta rappresentati in parlamento dai loro eletti che tendono a uscire dallo schema maggioranza/ opposizione quando si tratta degli interessi di chi li ha portati in parlamento.

A questa nuova lobby parlamentare si deve il fatto che, complessivamente, le risorse per i
residenti all’estero sono aumentate nella finanziaria 2007, legge pur caratterizzata da grande rigore. Uno dei punti negativi della legge finanziaria è non avere introdotto il principio dell’assegno di solidarietà in favore dei residenti all’estero, per un massimo di euro 123 mensili per gli ultra sessantacinquenni con redditi inferiori ai 3000 euro annui.

Andrea Lanzi

www.forumdemocratico.org.br

 

2809-dove-va-litalia

3584

EmiNews 2007

 

Views: 1

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.