2807 IMMIGRAZIONE:A Bologna é straniero un lavoratore regolare su tre del settore edile

20070216 16:12:00 webmaster

Albanesi, rumeni e marocchini tra i 26 e i 45 anni: sono muratori, gruisti, manovali, operai nei cantieri. Hanno bisogno di formazione e di imparare bene l’italiano. La ”fotografia” dell’Iple su Bologna e provincia

BOLOGNA – Muratori, gruisti, manovali, operai nei cantieri: tra i lavoratori regolari dell’edilizia a Bologna uno su tre è straniero. Immigrati in prevalenza albanesi (21,1%), poi rumeni (18,3%) e marocchini (18%), tra i 26 e i 45 anni, che hanno bisogno di formazione e prima di tutto di imparare bene l’italiano. Perché a volte, in un settore sempre funestato da un alto numero di incidenti sul lavoro, capirsi bene con un collega, saper leggere un cartello o un avviso di sicurezza può fare la differenza e salvarti la vita.

Questa la "fotografia” che sarà presentata martedì 20 febbraio dall’Iple, l’Istituto per l’istruzione professionale dei lavoratori edili di Bologna e provincia, che per i suoi 60 anni ha condotto un’indagine tra 200 lavoratori immigrati e promosso il convegno “La mission dell’edilizia per gli stranieri”. Una giornata per riflettere, in particolare, sul tema della sicurezza. “A Bologna – spiega Mario Gaiani, direttore dell’Iple – gli occupati regolari iscritti alle Casse edili sono 12.700, e tra loro gli stranieri sono 4.000. Una presenza che fino a 10-15 anni fa quasi non esisteva, ed ora è in costante crescita. Senza parlare del lavoro nero e irregolare, dove la presenza di braccia immigrate è impossibile da quantificare, ma sicuramente molto alta”. Per l’Iple, che è un ente bilaterale nel cui cda siedono in numero uguale rappresentanti degli imprenditori e dei sindacati edili, la prima risposta da dare al nuovo fenomeno è “una formazione utile e mirata”. “Il punto dolente per tanti lavoratori stranieri – dice Gaiani – è ancora la comprensione dell’italiano”. Il 60% degli immigrati che hanno risposto al questionario dell’Iple dichiara una buona conoscenza della nostra lingua parlata, ma le percentuali scendono quando si tratta di capire bene la lingua scritta (39,6%). “E comunque tante volte l’italiano non basta – aggiunge Gaiani – se i cantieri, come capita spesso, sono multietnici e gli stessi colleghi di lavoro italiani parlano vari dialetti”.

Sta in questa “Babele”, e nelle incomprensioni che nascono sul posto di lavoro, la causa di molti incidenti che si potrebbero evitare? “È un fenomeno da capire – risponde il direttore dell’Iple – e per questo stiamo avviando una ricerca specifica insieme all’Asl e all’Università di Bologna. Un fatto certo, lo dicono i dati Inail, è che i lavoratori stranieri si infortunano in media 1,5 volte più degli italiani”. Già dal 2003 l’Iple ha aperto un Servizio stranieri per supportare le aziende e i lavoratori edili, e organizza vari corsi di italiano “base” e di terminologia tecnica per immigrati occupati e disoccupati che hanno visto finora la partecipazione di 250 persone. Al convegno di Bologna si discuterà anche di come potenziare questo impegno di formazione: ci sono iniziative già avviate dall’Iple, come un Dvd multilingue che informa gli stranieri sulle regole della sicurezza nei cantieri. Per informazioni: www.edili.com. (lb)

www.redattoresociale.it

 

2807-immigrazionea-bologna-e-straniero-un-lavoratore-regolare-su-tre-del-settore-edile

3582

EmiNews 2007

 

Views: 2

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.