2800 Pallaro: il governo non avrà il mio voto sui DICO

20070216 15:33:00 webmaster

“Se mettesse la fiducia si cerchi un altro, perché io voterò contro”, ha detto il Senatore in una intervista alla “Tribuna Italiana”. Sì al rifinanziamento della missione in Afghanistan e all’ampliamento della base di Vicenza. L’incontro con Tremaglia e il piano Badaloni per Rai International.

BUENOS AIRES – Luigi Pallaro, senatore eletto nella Circoscrizione Estero, che in precedenti occasioni ha dato il suo voto al governo Prodi per evitare che cadesse, avverte l’esecutivo: sulla questione dei DICO voterò contro. Se il governo mettesse la fiducia sulla questione, si cerchi un altro, perché io voterò contro. In una intervista alla “Tribuna Italiana”, che sarà pubblicata nell’edizione di mercoledì prossimo, il senatore residente a Buenos Aires è stato molto chiaro sulla questione DICO, i "Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi", il disegno di legge che il Consiglio dei Ministri ha approvato (assente il ministro della Giustizia Mastella), dieci giorni fa e ha inviato al Parlamento per la sua approvazione. Su quelli che hanno chiamato “i Pacs all’italiana”, Pallaro non ha dubbi ed è certo di interpretare la posizione della stragrande maggioranza di quanti lo hanno votato e dell’Associazionismo che rappresenta, al punto che non ha avuto dubbi quando gli hanno chiesto cosa farebbe nel caso che l’Esecutivo mettesse la fiducia: “Se il governo mettesse la fiducia su questo provvedimento, allora non meriterebbe di essere tenuto in vita.”

Ma oltre ai DICO, Pallaro si è definito in modo netto su altri due aspetti della politica italiana che oggi sono al centro del dibattito: il rifinanziamento della missione in Afghanistan e l’ampliamento della base americana di Vicenza, dichiarandosi favorevole a entrambe le questioni.

Su altre questioni che riguardano più specificamente gli italiani all’estero, il sen. Pallaro ha ricordto l’annuncio del governo secondo il quale il tetto massimo per l’assistenza nei consolati, passerà dagli attuali 1032 euro a 1500 euro annui e sul programma di assistenza sanitaria, ancora allo studio, ha ribadito che il modello da seguire è quello messo in atto dalla regione Veneto con i propri corregionali in Argentina, che è stato operativo fino all’anno scorso. Ha detto che aveva avvertito il Vice ministro Danieli sui tagli dei fondi per i contrattisti e ha parlato del suo incontro con l’ex ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia e sul piano editoriale per Rai International, presentato dal nuovo direttore Pietro Badaloni.

Ecco l’intervista:

Sulla questione dei DICO qual è la Sua posizione? Come voterà se il progetto inviato dal governo arriverà così com’è in Aula?

Vale quanto ho già avuto modo di dichiarare: sono fermamente contrario perché considero fuorviante e pericolosa la volontà di equiparare le coppie di fatto alla famiglia tradizionale, prima cellula da cui dipende il futuro di ogni società. Anzi, bisognerebbe destinare questi fondi alla famiglia tradizionale, penso specialmente all’abolizione dell’ICI sulla prima casa delle giovani coppie, al sostegno per le spese scolastiche dei figli ed alla deducibilità delle spese sanitarie per i nonni a carico".

Coloro che siedono al Senato o alla Camera dei Deputati non dovrebbero essere confusi su temi che toccano la morale, come quello della famiglia. Qui c’è in gioco uno dei valori fondanti la società cristiana. Io non posso accettare forme di relativismo etico che possono portare a scardinare questo concetto. In fondo, nelle basi programmatiche dell’AISA c’era, e continua ad esserci, ampio spazio ai principi derivanti dalla dottrina sociale della chiesa, dottrina in cui la famiglia è considerata un pilastro fondamentale della società.

Sulla questione ampliamento della base di Vicenza, qual’è la Sua posizione, visto anche che Lei è padovano, ma che la Sua San Giorgio in Bosco si trova molto vicina a Vicenza?

Sulla questione dell’ampliamento della base americana di Vicenza condivido pienamente la relazione fatta dal ministro della Difesa Parisi al Senato e condivido le comunicazioni con cui il ministro ha confermato l’assenso al progetto di ampliamento. Sono infatti convinto che l’ampliamento, oltre che avere una forte ricaduta sul territorio dal punto di vista economico ed occupazionale, corrisponde alle aspettative consolidate da parte degli Stati Uniti ed ai rapporti di amicizia e di cooperazione con gli alleati atlantici.

Quale la posizione e il suo voto, sulla questione del rifinanziamento della missione in Afghanistan?

L’Italia è presente in Afghanistan come membro della Nato e sotto mandato dell’ONU. La nostra presenza sta portando buoni frutti sia per la ricostruzione economica e democratica del Paese sia per la lotta al terrorismo internazionale. Un grande Paese non deve aver paura di prendere impegni gravosi, ed una volta che li ha presi, deve rispettarli.

Come giudica il piano editoriale di Rai International annunciato dal nuovo direttore Piero Badaloni?

E’ un piano ambizioso.

Bisogna mettere in grado Rai International di dare concreta applicazione a questo piano, e la strada non è certo quella della riduzione dei fondi, bensì dell’aumento del budget.

Rai International deve essere un veicolo, uno strumento per gli italiani all’estero, e non solo. Bisogna aumentare la programmazione delle trasmissioni fatte in Italia per il pubblico italiano., e bisogna dare continuità alla direzione perché possa implementare questo piano. Non mi vorrei trovare il prossimo anno di fronte ad un nuovo direttore e ad un nuovo piano.

Cosa può dirci della denuncia dell’on Tremaglia sulle intenzioni di alcuni settori di modificare la legge sul voto all’estero? Ha parlato della questione nel recente incontro che ha avuto con l’ex ministro?

Certo che ho parlato di questo con Tremaglia durante il nostro incontro. In due ore si può parlare di molte cose. Siamo d’accordo che il voto all’estero vada difeso, ma ciò non vuol dire tapparsi gli occhi: ciò essenzialmente significa aprire una discussione seria e serena per migliorarlo, renderlo più utile all’Italia ed ai residenti all’estero. Ovviamente, siamo contrari a stravolgerlo nella forma e nella sostanza.

E’ al corrente sul dimezzamento dei fondi per i contrattisti che avrebbe subito il Consolato generale d’Italia a Buenos Aires per il corrente anno?

Sì, ne sono al corrente ed ho immediatamente attivato il Vice Ministro Danieli che si sta informando. C’è però la buona notizia, che il tetto massimo di assistenza una tantum a famiglie in particolare stato di bisogno passa da 1032 euro a 1500 euro.

Ha già qualche informazione precisa sul nuovo sistema per l’assistenza sanitaria che dovrebbe partire nella seconda metà dell’anno?

Stiamo seguendo l’iter per la sua implementazione, posso solo dire che dovrebbe ricalcare nella sostanza il meccanismo seguito dalla regione Veneto per i suoi concittadini in Argentina. (Tribuna Italiana/Inform)

 

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EmiNews 2007

 

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