2855 Prodi, 12 punti non negoziabili. Al Colle riprese le consultazioni

20070223 11:21:00 webmaster

La seconda tornata di consultazioni è ripresa alle dieci stamattina al Quirinale con i gruppi minori, poi sarà la volta del centrodestra e quindi nuovamente toccherà all’Unione. Ma la vera novità è arrivata ieri sera tardi, quando Romano Prodi ha stilato il suo "decalogo" – 12 punti – «inderogabili» su cui chiede carta bianca per riaccettare l’incarico e procedere a un rimpasto di governo. Dodici punti non negoziabili, quindi, su cui a quanto pare si è ricompattata tutta l’alleanza, dopo il terremoto del mercoledì delle Ceneri. Tutto si è deciso giovedì sera a Palazzo Chigi.

«La riunione è andata bene, abbiamo fatto un documento, che è stato approvato, la riunione era fatta per ribadire i punti fondamentali dell’azione in comune, ora vediamo domani cosa decide il Presidente Napolitano»: così ha detto lo stesso Prodi dopo il vertice. Un’ora di confronto a Palazzo Chigi è bastata per ricompattare l’Unione e rilanciare il governo Prodi, almeno dal punto di vista programmatico: i segretari dei partiti hanno sottoscritto i dodici punti irrinunciabili stilati dal premier e con questo programma Prodi punta a ripresentarsi al voto di fiducia del Parlamento se il presidente della Repubblica deciderà di rinviare il Governo alle Camere come sembra abbastanza scontato.

Resta tuttavia aperto il nodo cruciale dei numeri. Trattative sarebbero in corso con singoli senatori, ma per ora la situazione non è diversa da due giorni fa, quando il Governo è caduto sul voto sul documento di politica estera illustrato da Massimo D’Alema. Si spera però che il programma riveduto e corretto attiri qualche transfuga, stufo della tiriteradi Berlusconi il cui unico slogan è: elezioni subito, senza neppure rivedere l’assurda legge elettorale votata dal centrodestra.

Lo stesso Romano Prodi è cosciente del problema numeri e , al termine del vertice dell’Unione alla domanda: ci sono i numeri dunque per proseguire con l’azione di governo?, ha risposto: «Spero di sì ma non era oggetto della riunione». Oggi è più sereno di ieri?, gli hanno poi chiesto. «Sono sempre stato sereno e anche ottimista, bisogna esserlo sempre».

«C’è un pieno accordo per ribadire la piena fiducia al premier Romano Prodi e la piena condivisione di un sostegno leale e forte da parte di tutti i gruppi parlamentari». Così il leader dei Ds Piero Fassino commenta l’esito del vertice di maggioranza appena concluso a Palazzo Chigi. «Un pieno accordo – aggiunge Fassino – perchè la maggioranza possa continuare l’attività e Prodi si presenti alle Camere e ottenga la fiducia e per uscire rapidamente dall’impasse di questi giorni». Il segretario dei Ds ha affermato che «sul memorandum di 12 punti tutti i gruppi si sono impegnati a un sostegno pieno e leale».

Romano Prodi ottiene dagli alleati un impegno a sostenere il governo anche sui temi più spinosi, dall’Afghanistan alla Tav, fino ai rigassificatori. I segretari del centrosinistra, dopo alcune modifiche concordate, approvano il documento del premier, che non risparmia una severa critica agli alleati: il governo è stato logorato da litigiosità e contrapposizioni di ministri e partiti. D’ora in poi in caso di contrasto, l’unico ad avere l’autorità di parlare a nome del governo sarà lo stesso Prodi. In sostanza, il Professore con le sue condizioni «prioritarie e non negoziabili» rilancia la sua leadership e chiede garanzie precise ai partiti. Anche sui numeri.

E con questa mossa sembra intanto recuperato il voto di Sergio De Gregorio, ex Italia dei Valori ora nel gruppo misto di palazzo Madama. «I dodici punti di Prodi – dice infatti – rappresentano un buon inizio: mancano i Dico e questo significa che il pressing dei moderati e dei cattolici ha sortito un risultato, c’è un’indicazione forte per il risanamento del Mezzogiorno, si parla di una politica per la famiglia e soprattutto si dice la verità sull’impossibilità di abbandonare la missione in Afghanistan, dove ci operiamo su mandato delle Nazioni Unite. Resta da vedere se Berlusconi e la coalizione della Casa delle Libertà decideranno di individuare in Prodi l’uomo capace di poter dialogare per poter portare il paese alle urne». Ma restano da recuperare i voti di Francesco Cossiga e Marco Follini, mentre sembra Luigi Pallaro, senatore degli italiani all’estero, già ieri aveva riconfermato la fiducia in Prodi. Cossiga invece venerdì mattina dice di non aver ancora letto bene i «comandamenti» di Prodi ma ribadisce la sua totale ostilità alla politica estera di D’Alema.

Il documento programmatico di Romano Prodi è stato approvato da tutti i leader dell’Unione con piccoli ritocchi, ma qualche richiesta di precisazione non è mancata. In particolare, Franco Giordano, di Rifondazione, ha chiesto al premier che sia garantita la collegialità nel governo: il dodicesimo punto del documento di Prodi, infatti, attribuisce al presidente del Consiglio «l’autorità di esprimere in maniera unitaria la posizione del Governo in caso di contrasto». Giordano avrebbe chiesto di non negare comunque il criterio della collegialità e, al termine della riunione, avrebbe sottolineato a Prodi la lealtà del suo partito. Il premier, raccontano, avrebbe dato assicurazioni al segretario del Prc che la collegialità del Governo non verrà coartata. Altro scambio di battute è avvenuto sulla Tav: Alfonso Pecoraro Scanio avrebbe garantito il sostegno dei Verdi, precisando però che vuole poter discutere su «come» portare avanti il progetto. Prodi, a questo proposito, avrebbe assicurato che non ci saranno imposizioni e che verrà comunque portato avanti un confronto con le comunità locali. Infine, i "Dico". Marco Pannella, raccontano, avrebbe insistito per quasi tutta la parte finale della riunione su questo punto: Pannella avrebbe voluto i "Dico" nel documento programmatico di Prodi, ma il premier ha replicato che i dodici punti riguardano l’attività futura del Governo, mentre i "Dico" sono stati già approvati dal Consiglio dei Ministri.

Alla fine, all’uscita da Palazzo Chigi, tutti i leader dell’Unione ostentano soddisfazione. Massimo D’Alema sottolinea che da questo momento Prodi ha un mandato più forte, mentre Piero Fassino parla di un accordo pieno che può consentire al premier di presentarsi alle Camere per ottenere la fiducia. Contenti si dicono anche i segretari dei tre partiti della sinistra estrema dell’Unione che all’inizio del vertice avrebbero lasciato a Prodi carta bianca. Resta però la necessità di impegnarsi al massimo per recuperare tutti i dissensi che hanno messo in crisi il governo. Ancora nel tardo pomeriggio ambienti del centrosinistra a Palazzo Madama ammettevano che la situazione resta molto complicata. Clemente Mastella ed Enrico Letta hanno incontrato Marco Follini ottenendo la sua disponibilità a discutere di un accordo sulla base del documento dell’Unione.

www.unita.it

 

2855-prodi-12-punti-non-negoziabili-al-colle-riprese-le-consultazioni

3630

EmiNews 2007

 

Views: 5

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.