2869 Il governo va avanti con Prodi «Più coesi per il bene del Paese»

20070224 12:05:00 webmaster

Il governo va avanti con Prodi «Più coesi per il bene del Paese» – A breve il voto di fiducia alle Camere

Prodi tornerà «nel più breve tempo possibile» alle Camere per la fiducia. Dopo due giorni di consultazioni, il Presidente della repubblica Napolitano ha respinto le dimissioni del premier Romano Prodi e lo ha rinviato alle Camere per la fiducia come chiesto da tutte le forze della maggioranza che hanno compattamente rassicurato il capo dello Stato di avere i "numeri" per governare il Paese.

Prodi tornerà «nel più breve tempo possibile» alle Camere per la fiducia. Dopo due giorni di consultazioni, il Presidente della repubblica Napolitano ha respinto le dimissioni del premier Romano Prodi e lo ha rinviato alle Camere per la fiducia come chiesto da tutte le forze della maggioranza che hanno compattamente rassicurato il capo dello Stato di avere i "numeri" per governare il Paese. Subito dopo la comunicazione ufficiale che il Quirinale ha repsinto le dimissioni, Prodi spiega: «Ringrazio il Presidente della Repubblica per la fiducia manifestata nei miei confronti e nei confronti della maggioranza che mi sostiene. Mi presenterò alle Camere per il voto di fiducia nei tempi più rapidi possibili, con uno slancio rinnovato di una coalizione coesa e decisa ad aiutare il paese in questo difficile passaggio e spingere verso la ripresa economica che è in atto».

Poi è Napolitano a illustare i motivi della sua decisione: «Non ci sono alternative a un rinvio del Governo al voto di fiducia delle Camere per la soluzione della crisi. Sono legittime e motivate le ipotesi di sperimentazione di una diversa e più larga intesa di maggioranza – dice il Capo dello Stato – Ma è apparso chiaro che non vi sia allo stato una concreta alternativa a un rinvio, nonostante il parere contrario, nel merito, dei gruppi di opposizione, del Governo dimissionario in Parlamento per la verifica, attraverso un voto di fiducia del sostegno anche in Senato della necessaria maggioranza politica».

La fiducia al governo potrebbe quindi essere votata a metà della prossima settimana proprio a Palazzo Madama, teatro dell’ultima debacle. I numeri sono questi: i senatori eletti sono 315, più i 7 senatori a vita. Quindi 322 in tutto, compreso il presidente Marini che però non vota. Quando c’è il plenum di votanti in aula (321) la maggioranza assoluta è di 161 voti (la metà più uno). In caso di assenze il quorum scende.

La maggioranza di centrosinistra, senza Sergio De Gregorio (ex idv passato subito con la Cdl) ma con Follini in più, ha 158 voti. A questi si aggiungono i voti certi di quattro dei senatori a vita: Oscar Luigi Scalfaro (che nel mercoledì delle Ceneri era malato), Rita Levi Montalcini, Carlo Azeglio Ciampi e Emilio Colombo. Fatti i conti, con Follini la maggioranza avrebbe 162 voti. (per la fiducia si calcolano i votanti, non i componenti dell’aula di Palazzo Madama). Con il centrodestra è sicuro il voto contrario di Francesco Cossiga e, almeno nei calcoli dell’Unione, anche quello degli altri due senatori a vita, Giulio Andreotti e Sergio Pininfarina, mercoledì determinanti nel far cadere il governo sulla politica estera. Entrambi, però avevano votato la fiducia a Prodi: il 19 maggio passò il primo test al Senato con 165 sì e 155 no.

 

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EmiNews 2007

 

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